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“In principio vi era il Caos” e per il Friuli-Venezia Giulia il principio è il 1976, quando un terremoto travolge un’area di circa 5.700 kmq e 137 comuni. In questa terra devastata arriva Gianfranco Curti, pioniere dell’energia, portandovi il metano e da un caos di magnitudo 6.4 partorisce la galassia di Bluenergy Group.
Una multiutility con 330 dipendenti, attiva in tutto il Nord Italia nella fornitura di energia elettrica, metano e servizi a privati, con un forte legame col territorio.
Dal 2018 è Ceo di Bluenergy Alberta Gervasio. Una donna alla guida di una società per azioni in un Paese dove solo il 4% degli amministratori delegati è donna e dove le Spa coprono appena lo 0,7% dell’intero tessuto imprenditoriale.
Dottoressa Gervasio, come nasce Bluenergy Group e attraverso quali tappe è diventata il player che è adesso?
Nasce nel 2002 ma tutto inizia negli anni ’70, quando Gianfranco Curti arriva in Friuli-Venezia Giulia per costruire la rete di metano nei territori colpiti dal sisma.
Quando il Decreto Bersani dà il via alla liberalizzazione dell’energia abbandoniamo la distribuzione per diventare fornitori di luce, gas e servizi come l’installazione di caldaie e climatizzatori.
Oggi le multiutility come Bluenergy sono essenziali per la riconversione energetica, nell’ambito di una decarbonizzazione accessibile e in linea con i bisogni delle persone.
Per voi la sostenibilità e la centralità della persona sono valori fondamentali, come riuscite a concretizzarli?
Nel 2018 abbiamo adottato i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, impegnandoci e raggiungendo il rating ESG. Forniamo energia da fonti rinnovabili e gas a emissioni compensate. Realizziamo impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo e installiamo sistemi di riscaldamento ad alta efficienza. Offriamo consulenze per migliorare le prestazioni energetiche di edifici condominiali e pubblici.
Crediamo nel rapporto umano col cliente come dimostrano gli oltre 50 punti vendita in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia e Piemonte e sosteniamo le associazioni locali, investendo in iniziative che promuovano lo sviluppo delle comunità.
Sui tempi delle procedure autorizzative per i nuovi impianti rinnovabili, come giudica la performance del Friuli-Venezia Giulia e quali sono i punti di forza del suo ecosistema?
L’iter per i nuovi impianti rinnovabili è cruciale per la transizione energetica. In questo contesto il Friuli-Venezia Giulia può contare su politiche a supporto di cittadini e imprese e sulla cooperazione tra enti pubblici, operatori del settore e comunità locali.
Sui tempi burocratici possiamo sicuramente migliorare anche col supporto della digitalizzazione delle Pa.
Il Friuli-Venezia Giulia è una regione con una forte identità e un ecosistema produttivo dinamico fatto di aziende innovative, spesso a conduzione familiare, che coniugano tradizione e modernità.
Quali gli investimenti in programma per il 2025?
Abbiamo avviato un piano di espansione e nuove acquisizioni nel settore delle ESCo (Energy Service Company).
Stiamo realizzando parchi fotovoltaici e costruendo un impianto da 1 Mw a Villa Vicentina, mentre a Pegognaga, in provincia di Mantova, abbiamo sottoscritto un contratto per un parco da 10 Mw, la cui realizzazione partirà in primavera.
A questi si aggiunge il progetto fotovoltaico sul Bluenergy Stadium di Udine in collaborazione con diverse realtà imprenditoriali.
Bluenergy ha un approccio avanzato al welfare aziendale: quali le iniziative intraprese in questo senso?
Dal 2020 abbiamo attivato una piattaforma di Flexible Benefit per supportare i nostri dipendenti, continuando coi Bonus salute, Bonus bebè, Bonus figli, Bonus estate e il Bonus stem per le figlie di dipendenti che intraprendono studi scientifici.
Da quest’anno abbiamo introdotto una misura di supporto alla genitorialità fino a 10.000 euro per chi ricorre alla procreazione assistita o all’adozione.
Abbiamo raddoppiato il congedo di paternità a 20 giorni, riconosciuto un mese in più di maternità obbligatoria retribuito al 100% e introdotto 5 giorni retribuiti all’anno per malattia di figli da 0 a 8 anni.
Lei è una delle poche donne Ceo italiane, nonostante le studentesse raggiungano risultati migliori dei loro colleghi, perché secondo lei le donne ai vertici di aziende sono ancora in minoranza e quale consiglio darebbe a tutte coloro che vorrebbero provarci?
In Italia il gender gap deriva da diversi fattori ma si può superare. Bluenergy Group ha una quota femminile del 44%, sale al 67% nella sola Bluenergy Group Spa, e rappresenta il 58% nel CdA dell’azienda principale. Inoltre, il delta salariale tra uomini e donne è nullo o inferiore al 10%. Così abbiamo ottenuto la certificazione per la Parità di Genere del Dipartimento per le pari opportunità.
So bene che noi donne per arrivare a ruoli di responsabilità dobbiamo costantemente dimostrare la nostra preparazione ma la conoscenza professionale può restituirci il giusto riconoscimento. Alle giovani donne dico di puntare sulla competenza, l’affidabilità e la determinazione.
Dobbiamo saper leggere i contesti, prestare attenzione alle persone e, perché no, avere anche un pizzico di fortuna per raggiungere i nostri obiettivi. A fare la differenza, nel lavoro come nella vita, sono le relazioni basate su fiducia e stima reciproca.
Come concilia lavoro e tempo familiare, si dà delle regole nella sua routine life?
Non ho una formula perfetta ma un equilibrio costruito giorno dopo giorno con scelte consapevoli, priorità ben definite e una famiglia che mi supporta. I miei genitori sono stati e sono tuttora una risorsa preziosa e insostituibile.
Non seguo regole rigide, gestisco il mio tempo con consapevolezza, focalizzandomi su ciò che davvero conta. Mi ritaglio spazi di silenzio, passeggio e nel tempo libero mi dedico completamente alla famiglia. Lavoro e famiglia non sono contrapposti, ma sono parte di un’unica dimensione in cui è fondamentale trovare un’armonia.
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