Colpito alla testa e ucciso in casa. Giallo a Valbrembo, due sospettati

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Un’aggressione brutale nel soggiorno di quella casa a pianterreno messa in affitto ai turisti, diversi colpi sferrati con violenza alla testa con un oggetto contundente e poi la fuga lungo il vialetto, rimasto costellato di diverse macchie di sangue, probabilmente da sgocciolamento. È la ricostruzione dell’omicidio avvenuto a casa di Luciano Muttoni, cinquantottenne bergamasco che ieri mattina è stato trovato senza vita sul pavimento del soggiorno: un’amica con la quale aveva particolare confidenza e che lo accudiva a seguito di alcuni problemi di salute, non riuscendo a contattarlo da venerdì pomeriggio, si è presentata all’abitazione, in via Rossini a Ossanesga di Valbrembo, e se l’è trovato a terra, in un lago di sangue, con profonde ferite al capo.

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L’allarme scattato alle 9.30

Erano le 9.30 e l’allarme al 112 è stato immediato: ma l’intervento dei soccorritori si è rivelato vano. Muttoni era morto probabilmente già da diverse ore: da quanto, di preciso, lo chiarirà l’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove il corpo del cinquantottenne è stato portato al termine dei rilievi dei carabinieri. L’arco temporale in cui si sarebbe consumato l’omicidio va dal tardo pomeriggio di venerdì alla notte tra sabato e ieri. Le indagini dell’Arma, coordinate dal sostituto procuratore Letizia Ruggeri, fin da ieri mattina si sono concentrate sulle immagini delle telecamere di alcuni vicini di casa della vittima e sugli ultimi contatti del cinquantottenne che, disoccupato da ormai alcuni anni, affittava per brevi periodi una stanza del suo trilocale e si dava da fare come tassista per gli stessi ospiti della sua abitazione.

Le indagini serrate per arrivare all’omicida

Da domenica mattina e fino alla tarda serata i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale hanno sentito decine di persone. In serata è circolata la voce del fermo di due uomini, uno di Bergamo e uno di Monza, avvenuto a Biassono, paese confinante con il parco di Monza. Gli inquirenti hanno smentito due fermi, ma confermato che ci sarebbero due sospettati che sono stati trattenuti in caserma fino a tarda serata per essere interrogati. Quel che è certo è che il giallo già nella serata di ieri si avviava verso una soluzione in tempi piuttosto rapidi. L’appartamento dove Luciano Muttoni abitava da solo dalla seconda metà degli Anni Novanta si trova a pianterreno di un complesso che ospita dodici famiglie, tutte italiane, nella zona residenziale di Ossanesga. La casa del cinquantottenne è proprio al centro di uno dei due edifici, speculari e accessibili da un comune vialetto, sul quale l’assassino – o gli assassini – ha lasciato le macchie di sangue nella fuga. Nonostante la posizione centrale dell’abitazione di Muttoni e il fatto che i muri confinino con altri tre appartamenti, due ai lati e uno al piano di sopra, nessuno dei vicini ha sentito rumori sospetti o grida nel lasso di tempo compreso tra venerdì pomeriggio e la notte tra sabato e ieri.

Quali le ipotesi al vaglio degli inquirenti

Muttoni è stato quindi colpito di sorpresa dal suo aggressore, oppure c’è stata una breve (e stranamente silenziosa) lite? Ma, soprattutto, perché l’uomo – senza figli, un passato da operaio, ufficialmente disoccupato e seguito dai servizi sociali, qualche precedente di polizia che gli inquirenti definiscono «di poco conto» – è stato aggredito in maniera così brutale? Aveva un debito con qualcuno che si è spinto ad ammazzarlo? Oppure era finito in qualche giro strano?

Esclusa fin da subito l’ipotesi della rapina, le attenzioni dei carabinieri si sono focalizzate sulle ultime frequentazioni della vittima. Nel pomeriggio di ieri il suo giubbetto, intriso di sangue, è stato ritrovato vicino al cimitero di Solza, a 16 chilometri da Ossanesga, a seguito di una segnalazione. Da venerdì pomeriggio, invece, i vicini di casa non hanno più visto la vecchia Golf grigia di Muttoni: la mattina precedente il cinquantottenne l’aveva portata all’officina Benaglia di Valbrembo, dove gli era stata sostituita una candela. Nel pomeriggio Muttoni era andato a riprenderla. Che fine ha fatto l’auto? L’hanno presa gli assassini per scappare? E, non da ultimo: lo stesso Muttoni ha aperto la porta di casa a chi l’ha ammazzato?

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