Catanzaro, l’assenza di Iemmello e i ko prima dei derby. Cosenza: fondi, gruppi e speranza

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Per una volta, non accadeva da mesi, sorride soltanto il Cosenza che battendo la Reggiana torna a credere in una clamorosa rimonta salvezza. Per non deprimersi nuovamente dovrà però uscire indenne domenica prossima della sfida del “Ceravolo” contro un Catanzaro reduce da una pesante debacle esterna contro la Cremonese. Sullo sfondo, per i Lupi, la trattativa per la cessione del club tra il patron Guarascio e il Gruppo Citrigno.

Catanzaro, l’assenza di Iemmello e i ko prima dei derby

Può l’assenza di un solo calciatore, pur chiamandosi Pietro Iemmello, indebolire drasticamente la quarta forza del campionato (da sabato quinta)? Razionalmente verrebbe da rispondere di no. L’organico del Catanzaro, a prescindere dal suo capitano, è ricco di elementi di indiscusse capacità tecniche, in grado di fare le fortune di diverse squadre del campionato cadetto. Poi, però, viene anche da pensare che mai come quest’anno il nove giallorosso sta dimostrando di essere un vero lusso per la categoria. Lo ha detto più volte e, in ultimo, proprio alla vigilia della trasferta di Cremona, mister Fabio Caserta: «Ci dà tanto, sia nella fase di manovra che di rifinitura. Ha maggiori qualità rispetto agli altri, e non parlo solo del Catanzaro. A livello caratteriale e tecnico è superiore alla media. È il nostro capocannoniere e perderemo tanto senza di lui». Se a ciò, poi, si aggiunge che il resto del reparto offensivo quest’anno non sta rendendo come Iemmello, il dado è tratto.
Allo “Zini”, però, il problema non ha riguardato soltanto l’attacco. La partita perfetta dei ragazzi di Stroppa ha coinciso con la giornata storta dell’intera formazione giallorossa, in vena di regali (tre decisivi) e cali mentali preoccupanti come mai era accaduto fino a qui. Per quanto ammirato soprattutto nelle dieci partite precedenti senza sconfitte, viene da pensare che stavolta si sia trattato di una giornata storta, che non annulla le ambizioni delle Aquile, ma che al tempo stesso deve far riflettere su alcune carenze caratteriali che chi punta in alto non può permettersi.
Il derby casalingo contro un Cosenza con l’acqua alla gola sarà l’occasione giusta per capire meglio se quello in terra lombarda sia stato un incidente di percorso oppure no.

Crema: per una volta nella crema inseriamo solo il tifo senza squadra. A Cremona, sono stati i sostenitori giallorossi il Catanzaro migliore. Oltre duemila spettatori che, nonostante la giornata negativa, non hanno mai fatto mancare il loro sostegno agli uomini di Caserta, chiamati sotto il settore ospiti e applauditi persino dopo il triplice fischio finale.
Amarezza: il 4-0 dello “Zini” è la sconfitta più pesante di questa stagione per il Catanzaro. A ciò bisogna aggiungere un particolare curioso: l’ultimo ko delle Aquile prima di Cremona era arrivato alla vigilia del derby di andata contro il Cosenza (21 dicembre 2024, 0-1 al “Ceravolo” contro lo Spezia). Domanda: è solo un caso che nelle gare che precedono una sfida così sentita in città, Brighenti e compagni siano meno brillanti del solito?

Il Catanzaro a fine partita a Cremona sotto il settore ospiti

Cosenza: fondi, gruppi e speranza

In questi tempi bui per il calcio cosentino in cui fondi e gruppi fanno più o meno a gara per ottenere il predominio sul futuro, il Cosenza del presente, quello reale, tradizionalmente improvvisato e pieno zeppo di limiti e lividi sul volto che non vanno via, prova a credere all’impresa. E per ora, quel pensiero gli viene bene.
Dopo aver passato mesi a sentirsi dire che non sono all’altezza del compito che gli è stato incautamente affidato, i calciatori rossoblù stanno facendo di tutto per prendersi una rivincita che avrebbe del miracoloso. Stanno provando a farlo come se fossero in trincea, rimanendo compatti e senza dare troppo spazio alle chiacchiere e al bel gioco. Merito loro, di chi c’era prima e a un certo punto ha perso giustamente la bussola, e merito di chi è stato chiamato a guidare improvvisamente la baracca. Il riferimento, in quest’ultimo caso, va al duo Tortelli-Belmonte, il “vecchio” e il giovane dal volto antico con i colori rossoblù tatuati sul cuore e tanta saggezza da buttare sul campo e oltre l’ostacolo. Arruolati più per disperazione e mancanza di soldini che per reale convincimento della società, hanno capito subito cosa bisognava fare: ridare spazio e fiducia ai pochi piedi buoni presenti in organico e badare a non prenderle come obiettivo principale per regalarsi anche una sola possibilità. Per ora il compito gli sta riuscendo discretamente bene ed anzi, c’è il rammarico per quei due punti lasciati al “Braglia” che oggi darebbero ancora più luce al cammino che porta alla salvezza.
Intendiamoci, la strada da percorrere resta in salita con pendenze umanamente improponibili, ma dopo la vittoria contro la Reggiana dell’ex Viali, c’è ancora spazio per affidarsi a quell’idea, o illusione, che il Cosenza, e soprattutto Cosenza, sia in grado di stravolgere ogni genere di pronostico. Inoltre, e qui torniamo all’attacco dell’articolo, a dar manforte all’ottimismo di una buona parte della piazza (che è disposta ad aggrapparsi a tutto pur di vedere concretizzarsi il cambio di proprietà), c’è la notizia, confermata dai diretti interessati, che almeno uno tra fondi e gruppi, sta nuovamente provando a convincere Eugenio Guarascio a cedere il club. Il riferimento, ovviamente, va ai Citrigno che sono tornati a bussare alla porta della società silana con un’offerta economica rilevante, dopo averci provato inutilmente lo scorso autunno. Una situazione che porta un elemento di novità rispetto alle trattative più recenti (Vrenna e cosiddetto fondo arabo su tutti). Ad oggi, però, a distanza di quattro giorni – era giovedì 6 marzo – dall’incontro tra Alfredo Citrigno e Guarascio, il patron lametino non ha ancora dato una risposta all’imprenditore cosentino.

Crema: per una volta la crema rossoblù riguarda il campo, i sentimenti e la fortuna ritrovata. Gabriele Artistico, Mario Gargiulo e Luca Garritano per motivi diversi meritano un plauso. Il primo per i suoi gol che stanno tenendo in vita i Lupi (l’ultimo dedicato a Garritano per la scomparsa del papà), il secondo per l’equilibrio e l’assist fornito venerdì scorso all’attaccante romano, il terzo per l’attaccamento dimostrato alla maglia in un momento drammatico della sua esistenza, illuminato dal “San Vito-Marulla” con una commovente standing ovation. Sono loro tre i protagonisti di questo tentativo di rinascita del Cosenza calcio, i tre volti nuovi di un mercato di riparazione da cui ci si sarebbe aspettati molto di più. All’aspetto umano, come scritto sopra, sembrerebbe essersi (ri)aggiunto anche quello relativo alla buona sorte, marchio di fabbrica del calcio rossoblù nelle ultime 14 stagioni: quel palo clamoroso colpito dal granata Vergara nel secondo tempo della partita di venerdì scorso, ha fatto inevitabilmente rivolgere sguardo e pensieri verso l’uomo più criticato del momento a cui a inizio gara la curva Nord ha dedicato 10 minuti di cori tutt’altro che amichevoli.
Amarezza: se da un lato in casa rossoblù si può timidamente pensare positivo per aver trovato (in tempo o troppo tardi?) un attaccante che vede la porta come Artistico, dall’altro ci si deprime subito perché proprio Artistico nel derby non sarà in campo per squalifica. Lui no e Iemmello sì. Il capitano del Catanzaro ha preferito, infatti, saltare, sempre per squalifica, la trasferta di Cremona pur di esserci contro i Lupi. A questo punto spetterà al quarto ed ultimo acquisto del calciomercato (Cruz: non male il suo ingresso in campo venerdì sera) far capire se almeno sul campo il vento è realmente cambiato. (f.veltri@corrierecal.it)

Luca Garritano durante Cosenza-Reggiana (foto Andrea Rosito)

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