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Gli Stati Uniti stanno cercando di staccare la Russia dalla sfera di influenza della Cina. Un’impresa rischiosa che potrebbe dividere l’Occidente.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Trump starebbe perseguendo una strategia per sganciare la Russia dall’alleanza con la Cina e spostare l’equilibrio geopolitico.
- I critici avvertono che il piano potrebbe fallire e dividere ulteriormente l’Occidente.
- Gli esperti vedono pochi incentivi per Vladimir Putin a prendere le distanze da Xi Jinping, dal momento che l’alleanza è strategicamente consolidata.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta puntando su una svolta radicale in politica estera: vuole avvicinare la Russia agli Stati Uniti e quindi staccarla dalla partnership strategica con la Cina.
L’idea di fondo è questa: un’alleanza indebolita tra Mosca e Pechino sposterebbe l’equilibrio di potere globale a favore degli Stati Uniti. Secondo diverse fonti, Trump lo starebbe rivelando dietro le quinte.
Ma gli esperti avvertono che questo piano potrebbe fallire e dividere invece l’Occidente.
Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia è fortemente legata alla Cina. Alla luce delle sanzioni occidentali, Pechino è diventata economicamente indispensabile per Mosca. I due Paesi stanno anche cooperando militarmente più strettamente che mai.
Indebolire l’asse Mosca-Pechino
Gli Stati Uniti guardano a questa alleanza con crescente preoccupazione: c’è la minaccia di un’asse che potrebbe addirittura sfidare Washington. Secondo un articolo del Wall Street Journal, Trump sta cercando di rompere questo blocco.
Una rapida fine della guerra in Ucraina potrebbe giocare un ruolo decisivo. Secondo i rappresentanti del governo statunitense, il tycoon è intenzionato a porre fine all’invasione russa dell’Ucraina il più rapidamente possibile per indebolire l’asse Mosca-Pechino.
In questo contesto, sarebbero già avvenuti colloqui con rappresentanti russi di alto livello. Il Segretario di Stato di Trump, Marco Rubio, ha dichiarato che ci sono «incredibili opportunità per una partnership geopolitica con la Russia».
Trump vuole relazioni più strette con Putin
Anche questo aspetto potrebbe aver giocato un ruolo nello scontro che ha scioccato il mondo occidentale intero tra Volodymyr Zelensky e Trump di venerdì 28 febbraio nello Studio Ovale.
Il presidente a stelle e strisce ha messo in discussione la cooperazione con Kiev e ha lasciato intendere che in futuro gli Stati Uniti potrebbero concentrarsi maggiormente sui propri interessi economici.
John Bolton, ex consigliere dell’attuale presidente statunitense per la sicurezza, ha riassunto il problema in poche parole: «Se a Trump piace qualcuno, allora abbiamo buone relazioni. Se qualcuno non gli piace, non ne abbiamo».
Già durante la campagna elettorale, il tycoon non ha fatto mistero di voler coltivare nuovamente relazioni più strette con la Russia. Qualche giorno fa, il presidente americano ha poi parlato direttamente al Cremlino al telefono – senza coinvolgere Kiev – proprio sulla guerra in Ucraina.
«La probabilità di successo è prossima allo zero»
Ma quanto è realistico questo piano dell’amministrazione Trump?
I critici fanno un parallelo con la strategia cinese di Richard Nixon negli anni ’70, quando gli Stati Uniti capitalizzarono deliberatamente la divisione tra la Cina e l’Unione Sovietica dell’epoca.
Oggi, tuttavia, la situazione è diversa.
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Mosca e Pechino hanno dichiarato un’ «amicizia senza confini» e i loro interessi economici, militari e politici sono strettamente intrecciati.
La Russia dipende dalla Cina sotto molti aspetti, ad esempio in termini di tecnologia e relazioni commerciali.
L’ex ambasciatore ed esperto di sicurezza Wolfgang Ischinger ha espresso il suo scetticismo alla Bild: «Certamente è un’idea allettante quella di creare un cuneo tra Cina e Russia. Ma le probabilità di successo sono prossime allo zero».
L’esperto di Cina della CDU Johannes Volkmann è dello stesso parere: «L’idea di conquistare la Russia come partner degli Stati Uniti contro la Cina mi sembra un pio desiderio».
Si tratta di un’avanzata puramente tattica?
Un ulteriore rischio: mentre Trump si concentra su un riavvicinamento con Putin, questo potrebbe mettere a dura prova le relazioni degli Stati Uniti con i suoi alleati europei.
Dopo lo scandalo della fine di febbraio nello Studio Ovale e tutto quello che è successo dopo, sono già emerse delle crepe e l’Europa sta inviando un chiaro segnale agli Stati Uniti con il suo vertice di pace nel Regno Unito che lo scorso fine settimana e con il piano di riarmo voluto da Ursula von der Leyen e dall’UE.
I capi di Stato europei temono che un atteggiamento troppo accomodante nei confronti della Russia possa indebolire l’alleanza occidentale.
Ma, come scrive l’analista militare australiano Mick Ryan nella sua ultima analisi: «Si può solo sperare che questo non diventi un’altra chiacchierata europea e che segua un’azione reale».
Alla fine Putin potrebbe accettare le avances di Trump per ragioni puramente tattiche, senza tagliare i suoi stretti legami con la Cina.
Il presidente russo potrebbe cercare di assicurarsi vantaggi economici e politici senza alienarsi il suo partner più importante.
Come sottolinea l’esperto di Russia Alexander Gabuev alla Bild: «La Russia sa che la Cina è un suo vicino – e che il Partito Comunista rimarrà al potere ancora a lungo. Un’alleanza permanente con gli Stati Uniti non è un’opzione realistica per Putin».
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