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Roma, 9 marzo 2025 – Ci sono più segnali stradali che italiani, neonati compresi. È la conclusione di Enrico Bonizzoli, esperto di sicurezza, competenza affinata in “32 anni di studio”. La sua stima: “Centosei cartelli a chilometro tra urbano ed extraurbano, naturalmente il numero è riferito al doppio senso di marcia”. Arriviamo così a superare gli 88 milioni di ‘avvisi’ in tutta Italia (se prendiamo come riferimento 832mila km di strade, dato Ansfisa 2024).
Segnaletica stradale in Italia: “Il 60% è irregolare o ridondante”
Bonizzoli, spauracchio di molti assessori al traffico, ci fa da guida nel nostro viaggio tra i segnali che dovrebbero darci sicurezza ma sono invece caotici e spesso incomprensibili. Non ha dubbi: “Tra le città peggiori c’è sicuramente Milano, dove vivo. Parlando in generale del paese: più o meno il 60% dei cartelli stradali sono sbagliati, irregolari o ridondanti. Se togliessimo il 40% dei segnali, l’utente della strada non se ne accorgerebbe neppure. Ho fatto una valutazione a livello nazionale, potremmo risparmiare quasi sei miliardi di euro”.
Il 60% dei segnali stradali in Italia è “sbagliato o ridondante” (foto Enrico Bonizzoli)
La storia per punti
E non si salva neppure il Piazzale di Porta Pia, casa del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, a Roma. Ecco un’istantanea delle irregolarità: “Stato precario della segnaletica, ma soprattutto sia il segnale di precedenza sia quello di stop devono essere sempre posti sopra gli altri. Quindi, la direzione obbligatoria andava sotto”. Ancora: “La dimensione dei cartelli non è conforme. E quello che indica il parcheggio delle bici non può essere usato così, questo veramente è un errore comune a tutta Italia”. “Roma è imbarazzante – è la chiosa della nostra guida –. Un altro esempio, via Roghudi. Lo scandalo è che in questa strada, in un incrocio a T, hanno messo un cartello che obbliga chi deve svoltare a sinistra, a girare intorno a un pino marittimo, a destra. La cosa pazzesca è che in realtà otto anni prima l’intervento era corretto. Poi, nel 2023, hanno aggiunto questi segnali che costringono a seguire un percorso assurdo e rischiano addirittura di provocare incidenti”.
Ma a Milano va anche peggio. Racconta Bonizzoli: “Ho fatto una mappatura su 45 chilometri di strade, è uscita una concentrazione media di un segnale ogni 8 metri”. Sarà un caso, si chiede, che sia “anche la città peggiore per le violazioni al codice della strada?”. Le informazioni caotiche generano incomprensione, indisciplina e quindi insicurezza, questo è un dato accertato da tutti gli studi. Mentre “la segnaletica stradale – sottolinea l’esperto – è quella che ci dovrebbe guidare”. Ma se è ridondante, ottiene l’effetto contrario. Il punto peggiore di Milano? La risposta arriva di spinta: “Piazza della Repubblica. Un giorno mi sono fermato, facendo una rotazione di 360 gradi ho contato oltre 100 pali. Tutto ormai è improntato alla manìa delle ciclabili, che stanno stravolgendo la viabilità ordinaria. Sia chiaro, sono pagato per farle e sono un ciclista. Ma ce l’ho con chi crea problemi e porta a violare il codice della strada, questo è sbagliato. E dà anche una falsa percezione di sicurezza a chi si muove sulle due ruote”.
A proposito di questo e di segnaletica orizzontale. Forse non tutti sanno che in Italia le corsie ciclabili – molto presenti – “non sono a norma”. Diverse dalle piste, per il codice sono quella “parte della carreggiata posta di solito a destra, delimitata da una striscia continua o discontinua bianca”. Ricostruisce l’esperto: “Sono state introdotte nel 2020 con il decreto Rilancio ma non è mai stata apportata la modifica al regolamento. Quindi non sono normate e pertanto violano l’articolo 45, che prevede si possa realizzare solo segnaletica prevista dal codice. La cosa grave è che il ciclista si sente al sicuro ma l’utente della strada può non riconoscere l’elemento. Così, in caso di incidente, l’assicurazione potrebbe anche obiettare, io non ti pago. E questa è una cosa gravissima”.
Non si salva neppure Bologna. Dettagli. Bonizzoli ripesca dai suoi ricordi “una situazione molto ridicola, siamo vicino alla stazione. C’è un preavviso a dir poco assurdo. L’utente non riesce nemmeno a comprendere che cosa indichi davvero questo cartello, che fa riferimento a tutta l’area di sosta della stazione stessa, nella zona antistante possono entrare solo determinate categorie di veicoli”.
Altro problema, in tutta Italia: la segnaletica con i limiti di velocità, che spesso cambiano rapidamente nel raggio di pochi chilometri. “La regola di base – chiarisce l’esperto – è che il gestore della strada mette una soglia per tutelarsi. Questa è l’assurdità. Ricordiamoci che ogni ente installa i propri cartelli. C’è un’unica fonte ministeriale, si chiama codice della strada. Se tutti lo applicassero e lo conoscessero… Invece, ciascuno ragiona a modo proprio”. Ma gli italiani conoscono i cartelli stradali? No, è la conclusione di chi si muove costantemente tra corsi di formazione e convegni. “Chiedo sempre: quanti sono i segnali previsti dal codice della strada? Mi rispondono 100-150. Invece sono quasi 500. E, nonostante questo, ci sono sempre Comuni che riescono a inventare segnaletica nuova”.
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