REGIONE: CENTROSINISTRA IN CONCLAVE A CAPESTRANO, “CERCASI UNIONE”, IN BALLO LEADERSHIP D’AMICO | Notizie di cronaca

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L’AQUILA – Ad un anno dalle elezioni regionali, il campo largo del centrosinistra e Movimento 5 stelle abruzzese va in conclave per “trovare un assetto più coeso e una azione più efficace di opposizione alla maggioranza di centrodestra” a Capestrano, lì dove nacque San Giovanni, grande diplomatico e predicatore francescano, eroe della battaglia di Belgrado, dove l’Europa cristiana fermò miracolosamente l’avanzata e la conquista del terribile Maometto II.

L’appuntamento è per lunedì prossimo, nell’agriturismo di Alfonso D’Alfonso, ex manager pubblico ed esponente della Dc, oggi  imprenditore agricolo di Capestrano e coordinatore del movimento progressista e cattolico Demos, che ha partecipato alle elezioni del marzo 2024 nella lista “Alleanza verdi e sinistra – Abruzzo progressista e solidale”.

E l’arte della diplomazia e il carisma militare che fu di San Giovanni sarà prezioso: l’obiettivo è quello di trovare una quadra, una spinta propulsiva, un cambio di passo, da parte di una opposizione in consiglio regionale al centrodestra di Marco Marsilio di Fdi, confermato a marzo 2024 per un secondo mandato.

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Nella consapevolezza che ci sono molte cose da chiarire e rivedere all’interno della compagine, visto che l’azione messa in campo finora appare finora poco efficace, poco premiante in termini di  consenso, da una parte della base degli elettori, ma anche tra gli stessi consiglieri regionali  e nei vertici e articolazione periferiche dei partiti. E soprattutto nella base dei partiti dove non si fa più mistero della insoddisfazione per un campo largo che non riesce a convincere.

Il chiarimento interno che si prevede anche con toni accesi parte da quello che è considerato esiziale: il ruolo da leader delle opposizioni in Emiciclo ricoperto da Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo ed ex presidente della Tua, la società del trasporto regionale, candidato presidente del Patto dell’Abruzzo un anno fa.

Stimato docente ed economista, certo, ma il cui operato politico trova sempre maggiori perplessità dentro l’opposizione: i mal di pancia dapprima celati e rimasti sommersi, ora sono usciti fuori con interventi pubblici, anche da parte di pezzo da novanta, in particolare da uno degli oppositori più attivi, il consigliere regionale del Pd Sandro Mariani, proprio colui che insieme ad Alfonso D’Alfonso ha voluto più di tutti la candidatura alla presidenza del professore alle elezioni del marzo scorso. E le critici sono molteplici.

Da una parte infatti il professore ha lanciato una crociata, coerentemente con il programma con cui si era candidato alla guida dell’Abruzzo, contro le “leggi mancia” o “fondi a pioggia”, distribuiti a discrezione da consiglieri ed assessori, dall’altro invece ha creato maretta dicendosi d’accordo, pur a titolo personale, ma senza condivisione, con Marsilio nel merito a due norme bandiera della legislatura del centrodestra, la prima quella della Asl unica, la seconda quella del collegio unico regionale, al posto dei quattro provinciali, con la riforma della legge elettorale.

Posizionamenti non condivisi che hanno sempre più isolato D’Amico, tenuto anche conto che la forza traino dell’opposizione, il Pd, che ha preso oltre il 20% e ha eletto 6 consiglieri su 13, vive con sempre maggiore disagio il dover stare a traino di un civico, outsider della politica partitica come D’Amico, anche in vista delle prossime scadenze elettorali. E da questo punto di vista più passano i mesi, più ad emergere come primo e dichiarato antagonista di D’Amico, è il tre volte consigliere del Pd Mariani, senz’altro il più esuberante in aula nel cannoneggiare la maggioranza, in particolare lo stesso Marsilio e il presidente del Consiglio, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia.

Entrando ancor più nel merito: D’Amico avrebbe voluto abolire, anche retroattivamente, le leggi mancia, trovando però forti resistenze anche tra i suoi, che sempre più definiscono questa posizione “propagandistica” e poco remunerativa dal punto di vista del consenso.

Anche perché a novembre con il centrosinistra sull’Aventino, per seguire la linea dettata da D’Amico e non mettere tra tanti malumori, in scena una spaccatura, il centrodestra in splendida solitudine ha distribuito a ben 1.749 beneficiari circa 14,4 milioni di euro, senza lasciare neanche le briciole all’opposizione, salvo qualche eccezione, quando era sempre accaduto che si arrivava ad un accordo e ad una spartizione della torta, seppure con fette disuguali. Fondi con cui anche quelli della minoranza potevano dare risposte alle richieste provenienti dal territorio, dalle varie associazioni culturali, sportive, di protezione civile, da parte dei Comuni, il che non significa necessariamente sperperare soldi pubblici per fare “marchette”.

In questo modo il centrodestra ha monopolizzato il consenso che da queste erogazioni poi arriverà alle urne.

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Una linea contestata esplicitamente da Mariani che, come detto, pure era stato colui che aveva proposto assieme allo stesso Alfonso D’Alfonso con maggiore convinzione la candidatura di D’Amico, pupillo dell’ex presidente di Regione, ora deputato, Luciano D’Alfonso, dopo che i tavoli del centrosinistra per tutta l’estate del 2023 si erano risolti con ripetuti nulla di fatto.

E lo stesso dicasi per coloro che pure si erano candidati nella lista del presidente, Abruzzo insieme, ovvero Giovanni Cavallari Vincenzo Menna, e per Enio Pavone di Azione. Almeno a parole, quelli che ancora giurano fedeltà a D’Amico sono Francesco Taglieri del M5S e Alessio Monaco di Alleanza verdi e sinistra – Abruzzo progressista e solidale.

Non è un caso che Mariani, come pure il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, non si sono schierati nei loro interventi come un sol uomo al fianco di D’Amico, marcando dunque di fatto una diversità di vedute, quando Marsilio lo ha pesantemente attaccato in aula a novembre, proprio sulla legge mancia, con lo stesso D’Amico che ha avuto una reazione molto timida, invece di azzannare l’avversario. In particolare Mariani ha tenuto a precisare che “non ho mai parlato di legge mancia, e non mi scandalizza nulla”, limitandosi ad evidenziare che occorre fissare solo dei criteri e principi sul come ripartire i fondi, in base alle priorità.

Qualcosa di simile è avvenuto il 30 dicembre, nella seduta di approvazione della legge finanziaria, quando un esuberante assessore regionale al Bilancio, Mario Quaglieri, di Fratelli d’Italia, il più votato alle regionali di marzo con quasi 12mila preferenze, di solito silente, prima in commissione aveva detto a D’Amico che “se i festival ci fanno vincere le elezioni a noi, e le fanno perdere a voi, ben vengano”. Risposta ritenuta “offensiva e vergognosa” da parte di D’Amico che aveva invitato i consiglieri di opposizione ad abbandonare la commissione, ma nessuno lo ha seguito. Poi in aula Quaglieri ha rincarato la dose, ricordando appunto a D’Amico di essere “un uomo solo al comando”. E anche qui timide reazioni.

Per quanto riguarda poi il collegio unico elettorale e la Asl unica, entrambe le misure sono guardate con il fumo negli occhi dalla stragrande maggioranza degli esponenti di opposizione, e anche da più di un esponente del centrodestra, tanto che il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci ha detto chiaro e tondo a proposito del collegio unico, che esso favorirà i candidati delle più popolosa costa, e i candidati che hanno maggiori disponibilità economiche necessarie a fare campagna elettorale su tutto il territorio regionale.

In un’intervista ad Abruzzoweb, anche Alfonso D’Alfonso, l’esponente politico più fedele e solidale con D’Amico, si è detto contrario al collegio unico elettorale. Ha poi difeso il professore evidenziando che “ci sono dei compagni di avventura che è meglio perderli che trovarli, ci sono dei consiglieri regionali che hanno fatto tre legislature e bisogna pensare al ricambio, perché altrimenti non si va da nessuna parte. Ci sono consiglieri che remano contro, e lo fanno senza metterci la faccia, sotto la superficie dell’acqua, contro chi invece la barca prova a mandarla avanti”, ovvero lo stesso D’Amico.

Parole anche queste che non possono certo far piacere ai decani del Pd e del centrosinistra, per i quali la politica è una onorata professione.

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Oltre ai consiglieri citati saranno domani a Capestrano per il Pd, Dino Pepe, Antonio Blasioli, e Antonio Di Marco e per M5s Erika Alessandrini.

 

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