Parchi, “declino e stallo insostenibile”

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Impegno Comune: “Se vogliamo salvare Parchi, è necessario rilanciare un dibattito serio sulla sua funzione e sul modello gestionale”

CAMPIGLIA MARITTIMA — Il gruppo Impegno Comune è intervenuto in merito alla questione della Parchi Val di Cornia. 

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“Nasce come esempio virtuoso di sovracomunalità a servizio del territorio e in pochi anni riesce a restituire alla Val di Cornia un patrimonio culturale inestimabile, grazie a una visione innovativa che coniugava la valorizzazione del territorio con lo sviluppo di reti culturali connesse, seppur limitate, con le attività commerciali e turistiche. Un vero volano di attrattività turistica, in grado di auto sostenersi con un impegno minimo da parte dei Comuni soci. – hanno ricordato – Oggi, purtroppo, assistiamo a un declino che ha portato la Società Parchi ormai in uno stato di stallo insostenibile; a nostro avviso questo è frutto di vari fattori, di una gestione miope e priva di prospettive, di un CdA nominato senza una reale condivisione tra i Comuni e composto da membri privi di competenze specifiche, fattori che hanno reso evidente la crisi identitaria della società. L’isolamento istituzionale e la mancanza di strategie hanno trasformato Parchi in un organismo che ormai si limita a gestire l’ordinario, sostenuto solo dalla dedizione dei lavoratori, costretti tra l’altro ad operare in un clima di frustrazione e incertezza”.

“Ad uno strumento che non può prescindere dalla visione della sovracomunalità, che era l’essenza fondativa di un modello di gestione condivisa capace di tutelare le ricchezze ambientali e storiche del territorio e preservare quelle culturali e naturalistiche, si sommano oggi importanti difficoltà economiche, con un ultimo deficit di bilancio che si aggira intorno a 1.2 milioni di euro, altro elemento di tensione per il funzionamento della stessa. – hanno aggiunto – La gestione frammentata delle entrate provenienti dai parchi di Sterpaia, Baratti e Rimigliano, che alcuni Comuni hanno deciso di amministrare autonomamente, ha ridotto le risorse destinate alla società fino a farlo diventare un problema strutturale. L’assenza di una visione di sviluppo da parte dei soci, in particolare del socio di maggioranza, sta ulteriormente spingendo la società verso il collasso finanziario. La proroga tecnica del contratto di servizio, derivante da un impoverimento della società, ha diretti riflessi sulla programmazione della stagione 2025. Se già un tempo la formula di ripartizione delle quote, indici che tenevano di conto delle presenze turistiche, del numero di abitanti e dei centri di costo, non è stato elemento di equilibrio, a maggior ragione in un sistema di governance complesso come quello della Spa, non si può prescindere dal non utilizzare la progressività delle entrate derivanti dalla stagione turistica come indice per il sostentamento della società. Oggi, ad esempio, anche la sola quota relativa all’aumento del costo dei parcheggi, decisa unilateralmente dal Comune di Piombino, sarebbe sufficiente a far tornare in pareggio i conti della Società. Lo spacchettamento delle quote per Comune non sarebbe una soluzione, ma anzi un errore strategico ed economico, perché Parchi, oltre a rappresentare una società innovativa dal punto di vista dell’offerta, si regge proprio sull’economia di scala derivante da una gestione unitaria del patrimonio diffuso su tutta la Val di Cornia. Il problema di fondo è la totale assenza, nelle agende politiche locali, di una strategia per la cultura e le aree protette, nonché la cancellazione delle politiche sovracomunali, soffocate nel tempo dalle difficoltà finanziarie degli enti pubblici e mai più integrate nell’agenda politica del territorio”.

Per Impegno Comune, “se vogliamo salvare Parchi, è necessario rilanciare un dibattito serio sulla sua funzione e sul modello gestionale”

“In tutto questo contesto fa eccezione il Comune di Campiglia, che anche se tra mille difficoltà in quanto socio di minoranza, è l’unico che si differenzia e cerca un rilancio; prove tangibili ne sono la proposizione in CDA di un membro con competenze specifiche, l’organizzazione di tavoli di confronto e di incontri qualificati sul tema, fino alla posizione forte del voto contrario all’approvazione del bilancio nell’ultima assemblea dei soci. – hanno sottolineato – Servono quindi coraggio, condivisione e capacità politica. Ma, al momento, gli altri soci della Parchi sembrano assistere passivamente al collasso della società, senza proporre alcuna alternativa credibile. È tempo di un cambio di mentalità deciso, prima che sia troppo tardi”.





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