Meteo e variazioni climatiche sembrano dominare la scena in EUROPA a partire da domenica 9 marzo, quando una serie di perturbazioni ha iniziato a trasformare radicalmente questa prima fase di primavera. Basse pressioni e masse d’aria fredda stanno rimpiazzando l’alta pressione che aveva regalato temperature straordinariamente elevate per il mese di marzo, cancellando di fatto ogni residuo effetto invernale. Il vortice polare, in versione troposferica, si sta portando su latitudini più adatte alla stagione, favorendo l’ingresso di impulsi perturbati a ripetizione. Questo meccanismo rientra nell’effetto chiamato fiume atmosferico, ossia un flusso di correnti che dall’OCEANO ATLANTICO convoglia grandi quantità di umidità fin verso il continente europeo.
Il cambio di circolazione è avvenuto sul finire di febbraio, quando si è verificato un brusco mutamento atmosferico. Da quel momento, una serie di ondate di maltempo – con cui stiamo quasi perdendo il conto – si è susseguita, coinvolgendo diverse zone della ITALIA. Se nei mesi precedenti il clima fosse stato più bilanciato, ora staremmo forse auspicando qualche giorno di sole dopo un lungo periodo di piogge. Invece la situazione è profondamente diversa, e la prospettiva è quella di ulteriori ripetuti peggioramenti. L’inizio di marzo, già dietro le spalle, ha portato condizioni instabili in varie regioni, incluse le due ISOLE Maggiori, ma non si è trattato che di un assaggio. Nelle prossime ore, un nuovo fronte freddo di origine nord-atlantica si abbatterà su diverse aree della Penisola, riportando PRECIPITAZIONI di forte intensità.
Il vero nodo cruciale, tuttavia, non è tanto il numero delle perturbazioni, quanto l’insieme delle conseguenze sul quadro climatico nazionale. La primavera meteorologica è appena iniziata e sembra determinata a ristabilire condizioni più in linea con le medie stagionali. L’acqua mancata durante l’inverno non può certo essere recuperata in pochi giorni, ma almeno si sta osservando un rinnovamento significativo. La ITALIA resta dunque al centro di una fase turbolenta, che potrebbe rivelarsi preziosa per contrastare la siccità in vista dell’estate. I prossimi giorni saranno determinanti per capire se questa tendenza proseguirà o se l’alta pressione si riprenderà la scena, restituendo stabilità atmosferica. Per ora, tuttavia, le prospettive meteo sono ancora rivolte verso scenari instabili.
Il fiume atmosferico rappresenta un flusso di correnti estremamente umide che si origina nel OCEANO ATLANTICO. Queste correnti vengono spinte verso l’EUROPA da profondi vortici depressionari, apportando ingenti quantità d’acqua che possono generare precipitazioni estese. Quando l’aria fredda di origine artica interagisce con queste masse umide, si producono vortici ciclonici secondari in grado di causare piogge intense, venti sostenuti e persino nevicate a quote relativamente basse. Questa condizione è particolarmente sensibile nel MEDITERRANEO, dove il contrasto tra l’aria mite superficiale e l’aria fredda in quota genera instabilità accentuata.
Un evento di rilievo che coinvolge gli strati superiori dell’atmosfera è il final warming, fenomeno associato alla chiusura del vortice polare stratosferico e al passaggio della stratosfera in “modalità estiva”. In modo anomalo, quest’anno si prevede un final warming anticipato attorno alla metà di marzo, con un improvviso e intenso riscaldamento stratosferico sull’ARTICO. Le temperature in quota potrebbero aumentare di decine di gradi Celsius in pochissimi giorni, attivando una catena di reazioni che può influenzare perfino la troposfera, cioè la regione in cui avvengono i fenomeni meteorologici. A volte il vortice polare può dislocarsi o addirittura spezzarsi in più porzioni (split), le quali possono spingersi a latitudini più basse, dando luogo a possibili ondate di freddo tardive in EUROPA e nello Stivale. Se questo scenario si concretizzasse, non è escluso che si verifichino gelate primaverili o colpi di coda invernali.
È difficile stabilire con precisione cosa potrebbe succedere. Le fluttuazioni in atto lasciano spazio a diverse ipotesi, da ulteriori incursioni fredde a sorprendenti richiami caldi di matrice subtropicale. In questo periodo, infatti, non è raro imbattersi in CALDO improvviso, benché siano ancora possibili cali termici marcati. Proprio nei prossimi giorni, un’ondata calda proveniente dalle regioni subtropicali potrebbe far schizzare i termometri fin quasi a 30 °C in SICILIA e nell’estremo sud della ITALIA. Nonostante ciò, il contrasto con l’aria fredda in arrivo dal Nord del continente contribuirà a generare nuove perturbazioni e temporali diffusi in altre aree della Penisola.
Un ulteriore effetto di queste condizioni meteo turbolente è il richiamo di masse d’aria cariche di sabbia dal SAHARA. Un profondo ciclone in formazione tra la Penisola Iberica e la Francia spingerà venti meridionali verso il MEDITERRANEO, sollevando grandi quantità di polvere desertica. Tale particolato resterà in sospensione, colorando i cieli di tinte giallastre e rossastre, prima di depositarsi al suolo con le precipitazioni. Le regioni più colpite da questo fenomeno di “pioggia sporca” saranno quelle settentrionali e tirreniche, con particolare attenzione a VALLE D’AOSTA, PIEMONTE, LIGURIA e TOSCANA, dove si potranno verificare piogge abbondanti e locali eventi temporaleschi. L’apice del trasporto di sabbia si è già manifestato domenica 10 marzo, ma ulteriori accumuli potrebbero verificarsi anche nei giorni successivi.
Il futuro meteo delle prossime settimane si prospetta estremamente dinamico e intriso di sorprese, con l’ITALIA che rischia di essere attraversata da ondate di maltempo alternate a parentesi di clima caldo, talvolta persino anomalo per marzo. L’eventuale propagazione del final warming alla troposfera potrebbe introdurre nuove svolte, causando fasi di freddo tardivo o rapide impennate termiche. È innegabile che l’attuale instabilità aiuti a colmare parte del deficit idrico accumulato nella stagione invernale, ma resta l’incognita sugli sviluppi futuri, quando l’estate busserà alle porte. In definitiva, è plausibile attendersi un proseguimento turbolento e variabile, nel quale il termine meteo resterà una costante imprescindibile per comprendere e anticipare i capricci della natura.
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