La profezia dei semi dei cachi non si realizza, è stato un altro inverno anonimo. E stanno scomparendo i pupazzi di neve

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Si è vista la neve, ma solo ad alta quota e neanche con abbondanza e frequenza rispetto al passato. Il grafico che mostra il trend della temperatura media invernale è eloquente: dal 2014 in avanti sempre in rosso, con il record della stagione 2023-2024, chiusa con un’anomalia di +3,4° rispetto alla media 1981-2010. Anche l’inverno meteorologico 2024-2025, iniziato il primo dicembre e conclusosi il 29 febbraio, è la fotografia del cambiamento climatico in atto. Classificandosi come il sesto più caldo dell’ultimo secolo. Insomma, la profezia dei semi dei cachi che annunciava un inverno freddo e nevoso non si è concretizzata. Come aveva previsto del resto Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti).

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Randi, come possiamo giudicare questo inverno? Anonimo?

“Direi che anonimo esprime bene l’andamento della stagione 2024-2025, con una stagione che è sfilata senza particolari eventi freddi se non molto brevi e poco consistenti nonostante non siano mancati numerosi sistemi depressionari in transito sulla Penisola. Gli unici periodi leggermente freddi si sono avuti verso fine anno e nella seconda decade di gennaio, ma con anomalie negative molto deboli che non sono state minimamente in grado di sovvertire quelle ampiamente positive che hanno dominato nel trimestre”.

Abbonati alla sezione di inchieste Dossier di ForlìToday

Messaggio d’allarme: sono tre anni che non nevica in pianura. Meno disagi penserà qualcuno, eppure non è per niente un bel segno…

“Infatti è un dato molto negativo. La neve rappresenta una forma di precipitazione essenziale poiché fonde con gradualità consentendo un’adeguata infiltrazione dell’acqua nel suolo riducendo al minimo il ruscellamento e il dilavamento. Ovviamente in questo momento la disponibilità di acqua è elevata dopo le abbondanti precipitazioni del 2024, ma l’assenza di neve è un segnale che va di pari passo con l’aumento delle temperature medie. In questo inverno non sono mancate le precipitazioni, ma sono state liquide fino a quote elevate (salvo casi isolati) proprio per le temperature eccessivamente elevate”.

Leggi le notizie di ForlìToday su WhatsApp: iscriviti al canale

Prendiamo l’esempio di Forlì: quanti centimetri medi sta perdendo?

“Forlì è passata da una nevosità media annua di 27,6 centimetri nel periodo 1961-1990 a soli 20,3 centimetri nel trentennio successivo (1991-2020), con un calo di ben il 26,5% nonostante il ‘nevone’ del febbraio 2012 i cui apporti hanno inciso molto sulle medie di quel trentennio. Ma se consideriamo gli ultimi 10 inverni la media scende vertiginosamente ad appena 3,3 centimetri, e solo nella stagione 2017-2018 sono stati toccati i 20 centimetri, peraltro tra fine febbraio e inizio marzo 2018. In pratica, il fenomeno neve in pianura sta quasi scomparendo”.

Si è vista la neve in Appennino, ma gli accumuli più consistenti solo in quota e neanche paragonabili rispetto al passato….

“A quote medio-basse, specie sotto i 1500 metri circa, il deficit nevoso è considerevole (al 28 febbraio 2025), con una notevole riduzione dell’accumulo di neve rispetto alle medie storiche. In questa fascia altimetrica, le temperature costantemente elevate e superiori alla norma, unitamente a un livello dello zero termico troppo alto, hanno favorito la fusione precoce (quando è nevicato) e trasformato molte precipitazioni potenzialmente nevose in pioggia, impedendo la formazione di un manto nevoso stabile. Peraltro, notiamo come già nel periodo climatico che va dal 1951 al 2001 sulle stazioni collocate al di sopra dei 1000 metri sul livello del mare, si era già manifestata una riduzione significativa sia nel numero dei giorni con copertura nevosa che con precipitazione solida. Si tratta di circa 3.2 giorni di riduzione di copertura nevosa ogni 10 anni, mentre per quel che riguarda i giorni con nevicate si è osservata una riduzione di 1.6 giorni con precipitazione solida ogni 10 anni. Insomma, non solo nevica di meno alle quote medio-basse appenniniche, ma soprattutto, nelle poche occasioni in cui lo fa, la neve rimane al suolo per pochissimo tempo a causa delle temperature eccessivamente miti”.

Veniamo ai numeri: dal punto di vista delle temperature come si colloca questo inverno?

“Certamente non si è trattato dell’inverno più caldo in assoluto dal 1900 (fu quello del 2023-2024), ma comunque è stato assai mite, con un’anomalia di temperatura media che in Romagna è risultata di +2,2°C rispetto alla norma del trentennio 1981-2010, dato che colloca la stagione al sesto posto tra i più miti degli ultimi 100 anni. In particolare, molto mite è stato il mese di gennaio 2025 con un’anomalia di 3°C; un po’ meno dicembre 2024 e febbraio 2025. Nel corso dell’intero inverno la temperatura minima assoluta in pianura non è arrivata a -5°C in nessuna località, nemmeno in quelle tradizionalmente più fredde e più soggette agli effetti delle inversioni termiche. Solo 10-15 anni fa, raggiungere almeno una volta i -5°C di temperatura minima invernale era la norma, e accadeva in ben più di un’occasione nel corso della stessa stagione. Oggi, simili valori stanno diventando una rarità”.

Sul fronte delle precipitazioni come è andata?

“L’inverno è stato pochissimo nevoso ma molto piovoso, con quasi il 50% in più di precipitazioni (rispetto allo stesso trentennio di riferimento), vale a dire il più piovoso degli ultimi 7 anni e il secondo più piovoso degli ultimi 10 dopo quello del 2017-2018. Se andiamo un po’ più indietro nel tempo troviamo il 2014-2015 che ebbe precipitazioni ancora più abbondanti e doppie rispetto alla norma. Quindi un inverno 2024-2025 sicuramente piovoso ma non estremo. Piogge molto consistenti si sono registrate in dicembre 2024, con molte località anche in pianura sopra i 100 millimetri cumulati, mentre in gennaio e febbraio 2025 le anomalie, pur positive, sono state più attenuate”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Un’analisi di febbraio invece?

“Mese alquanto mite con un’anomalia di temperatura media che in Romagna è stata di +2,3°C che però non è ai primissimi posti tra i più caldi; basti pensare che il febbraio dello scorso anno chiuse con un’anomalia doppia (+4,6°C, il più caldo dal 1900). In tal senso, la mitezza del mese da poco concluso non è da considerarsi estrema. Il mese è stato anche piuttosto piovoso con un’anomalia di +42,2% sebbene con i massimi concentrati sul ravennate; meno sul comparto forlivese-cesenate e riminese laddove alcune stazioni sono rimaste sotto i 50 millimetri di pioggia cumulata”.

La stagione ha seguito l’andamento previsto nelle linee di tendenza?

“Sotto il profilo termico la corrispondenza è stata praticamente perfetta, con scenari che apparivano alquanto miti e con temperature medie oltre la norma ma non in forma estrema. Meno sul fronte delle precipitazioni, poiché si partiva da uno scenario con piovosità leggermente inferiore alla norma mentre essa è stata superiore. Ciò conferma come le previsioni stagionali (o climatologiche) siano più affidabili sul lato termico rispetto a quello pluviometrico. Del resto è normale che sia così, dal momento che le precipitazioni sono soggette a variabilità fino a vistosa anche in aree relativamente ristrette, poiché in esse incidono fattori alla mesoscala, ovvero con estensione limitata, e per le quali la forzante orografica è determinante, aspetto non sempre simulato alla perfezione da modelli numerici di questo tipo che hanno una risoluzione meno accurata rispetto a quelli puramente meteorologici”.

E’ iniziata la primavera meteorologica. Non è che ci giocherà qualche scherzetto?

“Potrebbe essere sempre in agguato. Al momento non si notano scenari particolarmente freddi fino al medio termine, ma la stagione è appena cominciata e la recente esperienza ci indica come brevi ma intensi ritorni di freddo possano avvenire anche a fine marzo o inizio aprile, con tutte le conseguenze del caso. Quindi, mai dire mai anche se auspichiamo che ciò non avvenga”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Prestito personale

Delibera veloce

 

Source link