La dottrina economica del futuro

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In questi nni tutti sembrano avere ragione: le grandi imprese sono “troppo grandi per fallire” perché sembra non se ne possa fare a meno; il sindacato muore ogni giorno di più ma è sempre là, i governi asseriscono che si debba fare debiti per sostenere la spesa pubblica se non il reddito delle famiglie non è sufficiente ad arrivare alla fine del mese, un guazzabuglio senza capo né coda dalla cui soluzione dipende il futuro di ognuno di noi. Ci si chiede come funziona l’economia di oggi e quindi come potrebbe funzionare quella del futuro; ci può essere un sistema con delle regole non fatte da nessuno (e quindi spontanee) che regolano il suo funzionamento; è il sistema liberale; oppure ci può essere la forza di qualcuno che impone quello che si può o non si può fare e siamo nel sistema sovietico o comunque autoritario. il fulcro della attuale dottrina economica liberale è il prezzo di mercato. Tutto si basa su quell’assunto che dice che il mercato (del petrolio come dei pomodori, delle valute come delle case) stabilisce super partes un prezzo e quello è valido per forti e piccoli, efficienti e inefficienti, vecchi e giovani, stati e privati. Il mercato è più grande e più giusto di tutti perché è impersonale e quindi sistema tutto con una mano invisibile che tutto sa e tutto accomoda. L’azienda più grande e più efficiente avrà più utili e quindi pagherà più tasse a fronte di maggiori soddisfazioni, mentre i meno efficienti soffriranno meno utili e pagheranno meno tasse. Quindi, si dice, si tratta di un sistema “giusto” e quindi i liberali dicono che non è non migliorabile. Da ciò discende l’idea dell’economia liberale (infatti tutti si professano tali perché tutti ritengono di volere un sistema giusto), discende anche la legge scritta, il fisco, ecc. ecc.

 A ben guardare le cose non stanno proprio così. Per certi soggetti il prezzo non è imposto da altri e più precisamente dal mercato, ma scelto da loro stessi. Se vendi acqua in regime di monopolio magari garantito dalla legge puoi scegliere il prezzo che più ti aggrada; se hai una tecnica o un software che non ha nessun altro puoi venderla al prezzo che vuoi; se gestisci un’autostrada nessuno tratterà l’importo del pedaggio puoi solo dire o si e quindi usi l’autostrada o no e ne rimani fuori; se vendi pomodori con una certa confezione o etichetta puoi scegliere il prezzo e traslare sul consumatore i costi che hai sopportato per sostenere quella immagine; se sei amico del governo puoi farti pagare gli impianti nuovi mentre il tuo concorrente più piccolo senza santi in paradiso deve pagare delle tasse per fornire a te l’impianto nuovo e deve subire la tua concorrenza in termini di prezzo;……cioè chi è più forte è in grado di trasferire su altri i propri costi imponendo un prezzo del proprio prodotto che spontaneamente non si sarebbe formato. Non si tratta di eccezioni ma è la vera regola dappertutto nel mondo specie delle imprese maggiori e strutturate. Ed è tutto “legale” cioè voluto espressamente dallo stato. Mentre il salumiere di quartiere deve pagare le tasse con i propri soldi la banca paga da sempre le proprie tasse addebitandole al proprio conto economico cioè le trasferisce sugli stakeholder: azionisti, clienti, dipendenti, fornitori,…. Né può fare diversamente. Questo significa che l’attuale dottrina è stata pensata per un mondo che non c’è o, meglio, esiste in un piccolo angolo. Anche in agricoltura ove gli operatori sono numerosi e quindi nessuno può imporre un prezzo per il proprio prodotto, imperversano le grandi imprese che fanno razzie di eventuali profitti dei contadini che quindi vanno in pensione senza ricambio. Lo stesso nell’artigianato come nel commercio,…né si può credere di creare un mondo di forti che si impongono a vicenda le condizioni che si vogliono. Questo significa che tutta la dottrina economica e specie quella ispirata dal liberalesimo dovrà essere rivista e ci si dovrebbe domandare come si possa chiedere al salumiere di pagare tasse sul suo reddito se paga già le tasse che formalmente vengono applicate ai dipendenti pubblici e al presidente della mega banca continentale o della società elettrica…cioè di quelli che dispongono del potere di trasferire o traslare i propri costi e tasse su altri. Non potrà farcela mai se non aumentando i prezzi di molte volte (come peraltro sta già accadendo). L’idea che il mondo del futuro sarà fatto solo di grandi compagnie (che magari saccheggiano ambiente e lavoro nel terzo mondo) non ha nessuna possibilità di essere realizzata concretamente nel lungo periodo; cioè non sarà mai un sistema che si possa sostenere senza una forma almeno velata di autoritarismo; come già è nella maggior parte dell’economia! Sistema illiberale e autoritario che pur in crescita comunque finirà perchè servirà per definizione qualcuno cui scaricare i propri costi e il terzo mondo non potrà mai farcela. Oltre alla questione giustizia v’è una questione di convenienza: se è vero che sono i deboli che pagano tutto, conviene prima di ogni altra cosa che siano questi ad essere ricchi e volenterosi lavoratori; potrebbero infatti trovare maggiore soddisfazione a fare il povero e non il borghese specie se, pur lavorando, non arrivano a fine mese oppure, ancora peggio, se, dopo aver lavorato, si vedono perseguitare dal fisco (ormai va usato il plurale perché ve ne sono tanti!!), previdenza, burocrazia, ecc. ecc.. che gli sottraggono il frutto del proprio lavoro. Il trasferimento di ricchezza da chi la crea a chi ha la forza di prendersela e la dilapida non solo non è giusto ma non si regge: se non si retribuisce correttamente il creatore di ricchezza, se questi non partecipa di fatto alla formazione delle politiche economiche, se viene premiato colui che si arricchisce sulla finanza o comunque sulla propria forza contrattuale, se va avanti il corruttore a scapito del merito… esci da un “sistema” automatico e quindi impersonale e “giusto” come sarebbe quello liberale fondato sul prezzo di mercato ed entri in un sistema discrezionale dove qualcuno costringe qualcun altro a spossessarsi dei propri averi. La questione è fondante del futuro di ognuno e di tutti noi. La questione è stata più volte sollevata da queste colonne ma ancora non sembra che nessuno voglia farsi carico di una cosa di queste dimensioni….è forse più comodo fare i liberali old style volendo credere che il mercato risolva tutto mentre loro guardano la televisione e commentano le quasi-verità che gli raccontano.

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