I pm: ‘Oscura gestione dell’urbanistica del centro di Milano’  – Notizie

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Accertamenti che si concentrano su un “altro oscuro capitolo della gestione urbanistica negli uffici del Comune di Milano”, quello che riguarda due aree del “centro storico”.

 

Un’intercettazione in cui un’architetta riporta l’idea dell’attuale presidente della Commissione paesaggio: fare i palazzi più bassi e poi alzarli una volta ottenuta la cosiddetta Salva Milano. E ancora la stessa commissione che viene gestita come “un organo” indispensabile per “garantire l’approvazione” di pratiche edili di progettisti e imprese di una cerchia ristretta. Sono nuovi dettagli riportati negli atti allegati alla richiesta e all’ordinanza che hanno portato, il 5 marzo, ai domiciliari l’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni, presunto “grande manovratore” del “sistema” di “speculazione edilizia selvaggia” a favore degli interessi dei costruttori. Di fronte alle accuse di corruzione, depistaggio e falso e davanti al gip Mattia Fiorentini, ha scelto di non rispondere, in attesa di studiare le carte e semmai presentare una memoria o dichiarazioni. Sicuramente, poi, come ha spiegato l’avvocato Giovanni Brambilla Pisoni, farà istanza al giudice di revoca della misura. Si dichiara “estraneo a questi discorsi, come configurati dai pm”, ha chiarito il difensore. “Quella sul ‘sistema’ – ha aggiunto – è una dichiarazione dei pm che, ovviamente, non viene per nulla condivisa”. E lui “non sta bene, è molto depresso”.

Contabilità

Buste paga

 

 

Dalle conversazioni che si trovano in un’informativa del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf risulta che Oggioni, pure poco prima che si insediasse l’ultima Commissione paesaggio a dicembre, si sarebbe fatto “promotore” di “una sorta di ‘accordo’ fra associazioni di categoria e Ordine degli architetti” per perorare “le candidature” di professionisti “graditi”. Anche perché c’erano “timori e preoccupazioni” sul nuovo regolamento comunale di ottobre che, proprio alla luce delle indagini in corso, aveva imposto “il vincolo, per oltre la metà dei commissari, di non svolgere la professione di architetto o urbanista in città nel corso del mandato”. La Gdf, intanto, ha portato via dal Comune le carte sulle dichiarazioni obbligatorie sui conflitti di interesse di una sessantina di professionisti che negli ultimi 10 anni sono stati in commissione. Mentre nel pacchetto di inchieste su abusi edilizi e falsi, con ormai decine di indagati, coordinate dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, l’ultimo focus è su via Zecca Vecchia, a due passi dalla Pinacoteca Ambrosiana, non lontano dal Duomo, e su via Anfiteatro, nel quartiere Brera. Due zone con palazzi di pregio che prima appartenevano all’amministrazione. Aree, in gergo tecnico chiamate “ex B2”, poi cedute con gare ai privati e, infine, messe all’asta per nuovi interventi immobiliari. Fino al progetto di “realizzazione”, nel caso “più macroscopico” di via Zecca Vecchia, “di un albergo con 199 camere”, con aumento delle volumetrie in violazione delle normative, senza piani attuativi e con atti “falsi”. Sempre con “l’avallo” della Commissione paesaggio.

 

Oggioni e Marco Cerri, anche lui architetto, ex componente della commissione e indagato con richiesta di interdittiva, come si legge sempre nelle carte, erano “preoccupati” nei dialoghi intercettati per “l’attenzione” dei pm “sugli interventi da loro autorizzati sulle zone del centro storico”. Intanto, in piazzale Libia, area verde su cui si affacciano palazzi storici, pur di ottenere il via libera all’intervento che prevedeva un edificio più alto dei 25 metri sopra i quali è necessario un piano attuativo, si era pensato di presentare un progetto con un palazzo più basso per poi alzarlo, quando si sarebbe sistemato tutto con la Salva Milano.

Tajani: ‘Avanti sul salva Milano, non si speculi’

 “Noi andiamo avanti perché (il salva Milano, ndr) l’abbiamo sempre sostenuto. Quindi andiamo avanti nel sostenerlo, perché non si possono fare i provvedimenti in base a una vicenda giudiziaria che riguarda una persona”. Così il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, a una domanda sull’iter della cosiddetta norma salva Milano all’esame della commissione Ambiente del Senato e a rischio stop, dopo che il sindaco di Milano e il Pd si sono sfilati dall’ok al provvedimento e i dubbi che covano in una parte del centrodestra se proseguire o meno. Tajani l’ha detto in una conferenza stampa a Montecitorio. 

E ha aggiunto: “Noi siamo favorevoli al salva Milano, indipendentemente dalle posizioni giudiziarie, anche perché noi siamo sempre garantisti, a differenza di altri.

E noi lo siamo anche quando si tratta di amministrazioni di sinistra” precisando che sull’amministrazione di Milano “il nostro giudizio è assolutamente negativo”, ma sottolineando: “Non speculiamo sulle vicende giudiziarie, se ci sono persone che hanno sbagliato, è giusto che paghino”. 

 

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Pm di Milano: ‘Oscura la gestione urbanistica del centro storico’

C’è un “altro oscuro capitolo della gestione urbanistica negli Uffici del Comune di Milano” su cui la Procura sta indagando e riguarda, al momento, due zone del “centro storico” con palazzi di pregio che prima appartenevano all’amministrazione. Aree poi cedute ai privati e, infine, messe all’asta per nuovi interventi immobiliari. Fino alla “realizzazione”, in un caso, “di un albergo con 199 camere”, con aumento delle volumetrie in violazione delle normative, senza piani attuativi e con atti “falsi”. E sempre con “l’avallo” della Commissione paesaggio.

Come scrivono i pm di Milano Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, che coordinano le inchieste del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, il “più macroscopico” caso, su cui si stanno concentrando gli accertamenti, è quello di via Zecca Vecchia, a due passi dalla Pinacoteca Ambrosiana, non lontano dal Duomo. In questo capitolo è indagato, tra gli altri, sempre Giovanni Oggioni, l’ex direttore dello Sportello unico edilizia ed ex vicepresidente della Commissione paesaggio, ai domiciliari da due giorni.

Negli atti, ad esempio, c’è un’intercettazione del 18 ottobre scorso tra Oggioni e Andrea Viaroli, anche lui ex dirigente dello Sportello unico edilizia, che si dicono “preoccupati – riassumono i pm – dell’attenzione della Procura sugli interventi edilizi da loro autorizzati nelle zone definite” dal Piano di governo del territorio “ex B2”, ossia quelle del centro storico, e parlano delle due aree di via Anfiteatro, in zona Brera, e via Zecca Vecchia. Dicono che devono “recuperare” dall’ex dirigente Pino Bellinetti, anche lui indagato, “informazioni e probabilmente anche documentazione relativa” a quelle zone.

E Viaroli, poi, spiega anche che vuole andare a parlare con Bellinetti “perché è curioso di vedere come hanno fatto le gare” su quelle aree. 

Sul caso di via Zecca Vecchia, con imputazione che va dal 2019 al 2023, Oggioni è accusato di aver contribuito a dare “parere favorevole” all’intervento, “avallando la violazione dell’indice massimo di edificabilità” di “mq 2.550”. E’ indagato coi componenti della “commissione presieduta da Prusicki”, col “dirigente Pino Bellinetti”, Viaroli, la “progettista Barbara Pighi della società Rimond” e i “responsabili della società operatrice C.Thorr”. Venne dato l’ok ad un intervento “in quel lotto del centro storico di circa 3.100 mq”.
Dagli atti risulta che Franco Zinna, ex responsabile della Direzione Urbanistica milanese e indagato, lo scorso anno è stato “remunerato – scrivono i pm – da un gruppo di tre o quattro società che fanno capo allo stesso imprenditore” e “da un quarto soggetto, la Rimond, società di progettazione”, incaricata “dei progetti concernenti l’intervento di via della Zecca Vecchia”.

Sul caso di via Anfiteatro, poi, il progettista è Marco Cerri, indagato e strettamente legato ad Oggioni. Anche loro due, intercettati, “sono preoccupati” per “l’attenzione dei pubblici ministeri sugli interventi da loro autorizzati sulle zone del centro storico” chiamate “Milano ‘B2′”. Cerri al telefono “fa riferimento all’indagine su via Anfiteatro” più volte. E lo stesso progettista, anche lui ex componente della Commissione paesaggio, “nel 2016, su incarico della Bnp Paribas, aveva presentato un Piano Integrato di Intervento, sottoposto alla commissione per il paesaggio”.
Su quelle aree “B2”, tra il 2007 e il 2008, furono indette gare dal Comune, “inserite nei Piani di Alienazione e Valorizzazione Immobili”. Furono, poi, “messe all’asta e aggiudicate alla banca Paribas Bnp, la quale – scrivono i pm – a sua volta, dopo essersi fatta rilasciare dei pareri dalla commissione per il paesaggio relativi agli interventi edilizi ipotizzati, le metteva all’asta”. L’asta “dell’area di via Anfiteatro – si legge ancora – col progetto con parere favorevole dell’architetto Cerri, veniva aggiudicata alla società di Carlo e Stefano Rusconi, che sceglieva come suo progettista lo stesso Marco Cerri”. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link