Guerra Ucraina, Musk: «Dovremmo uscire dalla Nato, non ha senso pagare per Ue». Russia avanza nel Kursk: presi altri 3 villaggi

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Russia rivendica avanzata nel Kursk, riconquistati 3 villaggi

La Russia ha rivendicato la riconquista di tre villaggi nella regione di Kursk, sottratti alle truppe ucraine, un nuovo ostacolo per Kiev in un momento in cui le prospettive di colloqui sembrano rafforzarsi.

Contemporaneamente, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto nuove sanzioni contro Mosca, dopo una nuova notte di attacchi che hanno causato circa quindici morti nel suo Paese.

Kiev spera di usare il suo controllo su alcune centinaia di chilometri quadrati della regione russa di Kursk come merce di scambio in potenziali colloqui. Ma secondo gli osservatori, la situazione dei suoi soldati è peggiorata nelle ultime settimane dopo lo sfondamento dell’esercito di Mosca. A dimostrazione di queste difficoltà, le truppe russe hanno riconquistato i villaggi di Viktorovka, Nikolayevka e Staraya Sorotchina, secondo quanto ha affermato il ministero della Difesa russo in una nota. Secondo il blog militare DeepState, vicino all’esercito ucraino, si è verificata una “breccia” nelle difese ucraine a sud della cittadina di Suzhda, occupata dalle forze di Kiev. L’esercito russo potrebbe riuscire a colpire le rotte utilizzate per i rifornimenti ai soldati ucraini.

L’esercito ucraino non ha ancora rilasciato dichiarazioni, ma la Russia ha già riconquistato più di due terzi dei territori inizialmente conquistati da Kiev nella regione di Kursk.

Musk: dovremmo uscire dalla Nato, non senso pagare per Ue

 «Dovremmo proprio farlo, Non ha senso che l’America paghi per la difesa dell’Europa». Così su X Elon Musk rispondendo a un utente che chiedeva l’uscita dalla Nato.

Von der Leyen: «Non escludo sussidi per la difesa Ue»

«Nulla è escluso, fuori dal tavolo, per quanto riguarda la difesa».

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Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen nel corso della conferenza stampa per i 100 giorni d’insediamento rispondendo ad una domanda se la Commissione sia disponibile ad esplorare l’ipotesi di sussidi invece di prestiti. «Ora però la priorità è concretizzare le proposte del piano ReArm, che già è abbastanza, possiamo esplorare idee degli Stati membri in seguito».

Musk: se spengo il mio Starlink collassa l’intera linea del fronte

 «L’intera linea del fronte ucraina collassa se spengo il mio Starlink, che è lo scheletro delle forze militari di Kiev», ha scritto Elon Musk su X, dopo che gli Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti militari e la condivisione di informazioni di intelligence con Kiev. «Ho letteralmente sfidato Putin a un combattimento di persona sull’Ucraina», ha aggiunto, precisando di «non poterne più di questi anni di massacro in uno stallo che l’Ucraina inevitabilmente perderà”. «Chiunque abbia davvero a cuore questa situazione, chiunque pensa e capisce vuole che cessi il tritarcarne», ha spiegato, dopo che è stata diffusa la notizia sui media occidentali del discutibile regalo offerto in una cittadina di Murmansk alle madri dei caduti. Musk sostiene anche che «la chiave per risolvere il puzzle» è quella di introdurre sanzioni contro i primi dieci oligarchi ucraini, «in particolare quelli con residenze a Monaco», e la guerra si fermerà «immediatamente».

Kiev: sabotata ferrovia di rifornimento russa in Crimea

Il gruppo partigiano Atesh in Crimea ha sabotato una linea ferroviaria usata dai russi per rifornire il fronte ucraino nella regione di Zaporizhzhia, interrompendo così la logistica militare: lo rivendica lo stesso gruppo su Telegram, citato dal Kyiv Independent, che no ha però potuto verificare l’accaduto in modo indipendente. Per causare l’interruzione è stato l’incendio di una centralina. 



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Guerra ucraina, gli aggiornamenti in diretta. Le forze armate ucraine in prima linea sono “al buio”: i soldati assegnati ai sistemi Himars non ricevono più dagli Stati Uniti le coordinate per colpire dietro le linee russe, mentre i piloti dei droni non hanno più le mappe satellitari per attaccare gli obiettivi nemici. E’ questo l’effetto immediato dello stop alla condivisione dei dati di intelligence e alla fornitura del servizio commerciale di immagini satellitari targato Maxar deciso dalla Casa Bianca nelle ultime ore. Secondo alcune fonti americane, Washington continua a garantire informazioni cruciali per la difesa antimissilistica ucraina. Per ora da Kiev non ci sono smentite, e i missili russi abbattuti sembrerebbero confermarlo.

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Usa, stop alle esercitazioni in Europa: soldati spostati in Ungheria. Il piano di trasferire 35 mila uomini dalla Germania

La mappa del conflitto

Gli occhi dei satelliti e dei sistemi radar americani consentono infatti di tracciare il lancio di un missile o oppure il decollo di un bombardiere molto in profondità nel territorio russo.

In prima linea invece la decisione Usa si fa sentire eccome: alcuni ufficiali ucraini hanno riferito di non ricevere «dal 3 marzo» i dati fondamentali per colpire a ridosso del confine, soprattutto centri di comando e linee di rifornimento. Fino a ieri erano stati utilizzati con successo i missili a medio raggio Atacms, lanciati dai sistemi Himars, che hanno costretto le forze di Mosca ad arretrare considerevolmente il posizionamento di pezzi d’artiglieria e carri armati. Da alcuni giorni invece è ripresa l’avanzata, soprattutto nel Kursk teatro dell’offensiva per riconquistare il territorio ceduto nell’attacco ucraino della scorsa estate.

Ancora più complicata la situazione per i droni d’assalto: l’Ucraina è il primo Paese al mondo ad aver creato un’unità specializzata in questo tipo di armi, decisive nel conflitto contro i russi. Si stima che in alcune fasi della guerra quasi l’80% delle perdite inflitte a Mosca siano da imputare all’attacco con droni, terreno sul quale anche la Russia ha fatto presto leva grazie ai micidiali Shaeed di fabbricazione iraniana.

Esercito ucraino “al buio”

Oggi, senza le immagini satellitari di Maxar per i piloti ucraini è difficile portare a termine missioni, determinare le rotte per colpire i bersagli o anche solo scorgerli oltre le linee nemiche. Il sistema Gps viene infatti oscurato sul campo di battaglia, e gli operatori possono guidare i droni solo grazie al mix di immagini delle videocamere installate e delle mappe fornite dai satelliti. Resta poi da capire cosa stia accadendo a un altro segmento di intelligence decisivo per Kiev: i dati forniti da una decina di bunker allestiti lungo il confine dalla Cia, come rivelato dal New York Times, dai quali è possibile «tracciare i satelliti spia russi e intercettare le comunicazioni russe». Una rete per la quale nel 2016 venne addestrata una unità speciale denominata «2445», e di cui faceva parte l’attuale capo dell’intelligence militare di Kiev, Kyrylo Budanov.

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