Il commento a Napoli-Fiorentina dei giornalisti Tenerani, Prizio, Giorgetti e dell’avv. Dini
Un primo tempo in balia del Napoli…
Un quarto d’ora buono a inizio ripresa e poi le incertezze difensive precedenti sono riapparse: poca attenzione, poca grinta, poche idee. Francamente ho capito poco anche Pongracic che invece di fare il terzo spesso era davanti alla difesa… ma la cosa piu’ deludente e’ stata il finale quando la Fiorentina non sembrava avesse la forza mentale per arrivare al pari.
Se si contano le parate di De Gea, al netto dell’errore sul gol di Lukaku, sono stati limitati i danni… Crisi di gioco evidente, giovedi’ serve un’impresa. (Mario Tenerani)
Il commento di Angelo Giorgetti:
Non pervenuta nel primo tempo, la Fiorentina chiude con quello che potremmo definire orgoglio contro il Napoli e cerca di spingerlo in area con un 3-4-3 innescato dalla forza nei nervi e un po’ meno su quella del gioco. Partita piena di contraddizioni, con De Gea che salva almeno 5 palle gol ma commette un errore evidente sul vantaggio di Lukaku. Tipico di un gruppo che ancora non riusciamo a definire. Questa Fiorentina vive a strappi, mostra qualità part time e i risultati raccontano della quinta sconfitta nelle ultime sei partite. La classifica è quel che è, il valore della Conference aumenta ogni giorno di più (e chissà se è una buona notizia).
Il commento di Stefano Prizio:
Non coltivavo illusioni particolari, perciò non sono particolarmente deluso: a Napoli si vede la solita squadra lungodegente che lascia i tre punti alla squadra più forte e determinata, ma con un solo gol di scarto, quando le reti di differenza potevano essere di più senza De Gea, il quale dimostra la propria natura umana sbagliando sul primo gol azzurro. Per il resto alcuni soliti tratti irritanti e poche gioie, in perfetto stile nostrano, la classifica poi, complici le altre che accelerano, non è più un rifugio per gli ottimisti come solo alcune settimane fa. Il fatto è che gli impegni in campionato si fanno ardui e sarà bene pensare già al ritorno di coppa giovedì da affrontare senza fantasie o scelte originali e fuori luogo.
Il commento di Giulio Dini:
l Bologna a Verona ci vince e allunga di cinque punti.
Possibile che rallenti ma hai alle costole Milan e Roma.
Addio core!
Parto dalle conclusioni perché da questa partita c’era da aspettarsi ben poco dopo le ultime tre uscite.
Si gioca contro un avversario forte, consapevole e atleticamente superiore. Ancora tre centrali contro una punta centrale (come all’andata).
All’andata si voleva dare alla difesa superiorità di palleggio in uscita e mi chiedo se fosse sensato reiterare l’idea.
Parisi e Dodò a fare i quinti, il primo per stare addosso a Politano.
Ndour a uomo su McTominay.
Puoi cercare di essere pericoloso con Fagioli, Cataldi, il fantasma di Gud e Kean.
Il messaggio è chiaro ed il Napoli non è l’Inter del Franchi.
A me lo schieramento a tre non piace e mi pare non valorizzi i calciatori a disposizione tranne Gosens, che oggi però sta a sedere.
Dominio del Napoli e quando devi costruire la squadra lo fa senza accompagnare.
Il gol nasce da un fallo evidente su Kean e da una cagata di De Gea che respinge sui piedi di Lukaku, che se fosse a Firenze non toccherebbe un pallone.
Napoli che nel primo tempo non tirava così tanto in porta da tre anni (dicono le statistiche) e questo dovrebbe bastare a far capire che anche questa minestra è riuscita male.
Minestra, perché ogni partita si vuole fare il camaleonte ma basterebbe fare la lucertola del solito colore, magari prevedibile ma con le idee chiare nate per sfruttare i punti di forza, che ne hai.
Nel secondo tempo si parte con maggior piglio ed il Napoli a volte si abbassa pure volentieri per ripartire bene per segnare il raddoppio.
Esattamente come al 60’, quando veniamo infilati da una “ripartenza” nella quale centrocampo e difesa continuano a sembrarmi scollati ed in grave difficoltà a trovare e gestire le giuste distanze.
Poi Gud si ricorda di avere dei piedi fuori categoria e infila Meret da 22’ su una bella sponda di Kean.
Palladino ama sostituire i centrali e, dopo Ranieri per Pongracic, ci regala pure Moreno per Comuzzo mantenendo la difesa a tre.
Ora abbiamo noi il possesso palla, il Napoli rincula ed il San Paolo ulula.
Ma quando escono, gli avversari riescono quasi sempre a chiudere l’azione con un tiro.
E l’impostazione dai centrali, Pongracic e Moreno in particolare, crea più problemi che altro.
Il Napoli si arrocca e lo fanno passare per un nostro merito ma è una scelta chiarissima.
Finisce così e io, sulla base di quello che ho visto fino ad oggi, ho smesso di credere.
Troppa confusione, cambi continui di modulo e di interpreti, un’idea di gioco che cerco di comprendere da agosto e che non riesco a vedere.
Il calcio è strano ma per me con questi presupposti non c’è più un futuro coerente con gli sforzi fatti sul mercato.
E se fosse solo una mia impressione, lascio parlare i numeri.
Quelli dicono tutto.
Anche basta.
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