Esenzioni, diserzioni e sfiducia, quanti soldati ha davvero Kiev

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Una guerra «fino all’ultimo ucraino». Così, i critici del sostegno occidentale all’Ucraina definiscono la prosecuzione del conflitto, con l’idea che spingere il paese a continuare a combattere porterà la sua popolazione, già duramente provata, a dissanguarsi inutilmente.

Non c’è dubbio che quello in Ucraina è un conflitto tragico e sanguinoso. Secondo le principali stime, almeno mezzo milione di soldati sono rimasti uccisi o feriti in battaglia, soltanto dal lato di Kiev.  Sono cifre inaudite per un paese europeo dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Ma la brutalità del conflitto, la stanchezza di milioni di ucraini, non possono nascondere il fatto che l’Ucraina è ancora ben lontana dall’aver combattuto «fino all’ultimo ucraino». Solo una piccola frazione dei suoi cittadini è stata mobilitata, mentre milioni di persone possono ancora essere impiegate al fronte. La società ucraina, e il suo governo in particolare, non sembrano però disposti a mettere in atto tutte le misure che servirebbero per allargare ancora le sue forze militari.

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L’esercito di Kiev oggi

Secondo le principali stime, al momento ci sono tra uno e 1,3 milioni di soldati che servono sotto le armi, circa 300 mila dei quali impegnati nei combattimenti di prima linea. Di questi, circa un milione, sono soldati mobilitati mentre 300 mila sono volontari o militari di professioni che hanno firmato un contratto prima dell’invasione. 

Sono cifre da prendere con cautela, visto che il governo ucraino non diffonde dati ufficiali. Ricercatori e giornalisti devono basarsi su fonti indirette, dichiarazioni estemporanee e stime. Il presidente Volodymyr Zelensky, ad esempio, ha detto che nel 2024 30mila soldati sono stati mobilitati ogni mese, il che porterebbe il totale delle forze reclutate l’anno scorso a 360mila.

Si tratta di una porzione consistente della popolazione Ucraina. I sondaggi indicano che praticamente ogni famiglia nel paese ha un parente sotto le armi e conosce personalmente qualcuno ucciso o ferito in combattimento. Ma la popolazione ucraina ha spazio per ulteriori incrementi della sua forza militare. Nel paese vivono ancora circa 10 milioni di maschi in età militare, tra i 18-64 anni.

Vari ricercatori hanno cercato di calcolare quanti, tra questi dieci milioni, sono effettivamente reclutabili in base alle attuali leggi. Secondo l’unità di ricerca del Kyiv Independent, circa la metà del totale, cinque milioni di persone, sono esenti per varie ragioni dalla mobilitazione. Di questi un milione, secondo dati ufficiali del governo, son esenti per ragioni temporanee – studenti, accademici, impiegati in aziende “critiche”, caregiver, padri di famiglie numerose. Il resto sono fuggiti all’estero, si trovano nei territori occupati, hanno disabilità permanenti o sono già impiegati nelle forze armate.

A questa riserva della mobilitazione andrebbero poi aggiunti i 18-24enni, attualmente esenti dalla coscrizione che parte dal 25esimo anno di età. Questa coorte d’età è la più piccola del paese  (la crisi della natalità in Ucraina è esplosa subito dopo l’indipendenza, nel 1991) e ammonta probabilmente a poco più di un milione di maschi, di cui circa la metà sono esenti dal servizio (principalmente perché studenti o disabili). Il Kyiv Independent stima in 600mila il bacino di 18-24enni da cui si potrebbe pescare per la mobilitazione. In tutto quindi, l’Ucraina ha probabilmente cinque milioni e mezzo di maschi che è possibile reclutare, oltre il triplo di tutti i soldati impiegati nel conflitto fino a questo momento.

Disertori

Ma questa riserva è del tutto teorica poiché molti di questi ucraini non hanno intenzione di farsi mobilitare. Con la riforma della mobilitazione approvata alla fine della scorsa primavera, il governo ha obbligato tutti i maschi ad aggiornare il proprio status militare presso gli uffici di mobilitazione o su una nuova app appositamente create. Nel giro di pochi mesi, 4,7 milioni di persone si sono registrate e tra queste, ma secondo le stime, meno di 1,5 milioni erano effettivamente mobilitabili. Gli altri si sono registrati allegando vari certificati di esenzione. Questo significa che oltre 3,5 milioni di persone non hanno rispettato l’obbligo di registrazione.

Un altro dato significativo è quello delle diserzioni. Nel solo 2024, i tribunali ucraini hanno aperto circa 60mila casi per abbandono ingiustificato della propria unità. Si stima che in tutto tra i 100 e i 300mila soldati ucraini abbiano disertato in tre anni di guerra. Non tutti hanno abbandonato completamente le forze armate. Molti hanno lasciato le loro unità temporaneamente, si sono trasferiti ad altri reparti e sono tornati a servire dopo l’amnistia per il primo caso di diserzione approvata alla fine del 2024.

I sondaggi, però, confermano che l’entusiasmo per la mobilitazione è poco, con quasi il 50 per cento degli intervistati che dichiara di essere poco o per nulla pronto a servire nelle forze armate se richiamato. Tra le ragioni principali che intimoriscono le potenziali reclute, oltre al rischio di morte e invalidità, ci sono la mancanza di equipaggiamento e addestramento, la mancanza di chiarezza sui termini del servizio e il timore di essere arruolati in una cattiva unità con un comandante incapace.

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Impulso politico

Il governo ucraino, nel frattempo, non sembra intenzionato a forzare più di tanto la sua popolazione o a spendere significativo capitale politico per incentivare il reclutamento. La riforma della mobilitazione l’anno scorso è arrivata dopo quasi sei mesi di rimpallo tra esecutivo e parlamento. Dall’appello alla mobilitazione fatto nelle prima settimane di guerra, seguito dalla dichiarazione che c’erano volontari a sufficienza per difendere il paese, il presidente Zelensky non hai mai utilizzato la sua popolarità a favore del reclutamento, anzi, ha sempre evitato di esporsi sulla questione, secondo molti poiché ritiene la mobilitazione un tema politicamente tossico.

La situazione in Ucraina oggi è quindi sclerotica. Da un lato, lo sforzo di mobilitazione resta parziale, con ampie fasce della popolazione esentate o comunque non attivamente ricercate – tutte le imprese con fatturato superiore a 1,5 milioni di euro hanno diritto ad esentare il 50 per cento dei loro dipendenti. D’altro canto, uffici di mobilitazioni, in particolare nelle aree rurali, utilizzano metodi a volte brutali per reclutare persone trovate per strada senza documentazione regolare – gli ucraini hanno creato un nuovo termine per questa pratica: “busificazione”, per l’abitudine dei reclutatori a caricare a forze le persone su minibus senza insegne.

Allo stesso tempo, il governo non sembra intenzionato ad adottare quelle decisioni burocratiche che potrebbero rendere l’arruolamento più allettante, come meccanismi di alternanza al fronte o un limite al periodo di servizio. Un altro segnale che indica come i primi a non voler combattere letteralmente «fino all’ultimo» sono in realtà proprio gli ucraini.

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