Dalle diocesi, le attività in attesa del Consiglio permanente della CEI

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Si aprirà con l’adorazione eucaristica, lunedì pomeriggio, la sessione periodica del Consiglio Episcopale Permanente della Cei durante la quale si pregherà in particolare per la salute di Papa Francesco ricoverato, per una polmonite bilaterale al Gemelli di Roma. Ad aprire poi l’incontro una introduzione dal presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi. Durante i lavori ci si soffermerà sul tema principale dell’Assemblea Generale che si terrà dal 26 al 29 maggio e verrà presentato il Documento per la Seconda Assemblea Sinodale, in programma a Roma dal 31 marzo al 3 aprile, insieme ad alcuni aggiornamenti riguardanti questo appuntamento.

Intanto nelle diocesi sono molti i vescovi che hanno voluto indirizzare un messaggio per la Quaresima iniziata lo scorso mercoledì (ne abbiamo dato qualche accenno la scorsa settimana, ndr) e in tante si continua a pregare incessantemente per la salute del Papa.

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A Cesena-Sarsina oggi il vescovo, Douglas Regattieri saluta la comunità diocesana che si prepara ad accogliere, domenica 16 marzo il nuovo vescovo, Giuseppe Caiazzo che lascia le diocesi di Matera-Irsina e Tricarico.

In questa settimana non sono mancati alcuni vescovi hanno anche inviato ai fedeli la loro lettera pastorale come il vescovo di Tivoli e Palestrina, Mauro Parmeggiani. La lettera porta la data del 5marzo, Mercoledì delle Ceneri, inizio del Cammino quaresimale ed ha come titolo “Noi pietre vive”. La lettera ha l’intento di preparare le comunità ed i fedeli alla celebrazione del Convegno ecclesiale diocesano che avrà luogo presso il Santuario di N.S.di Fatima in San Vittorino Romano nel pomeriggio di domenica 15 giugno 2025. Il testo si apre con un brano biblico tratto dalla Prima Lettera di Pietro 2,4-9. Segue poi un raccordo con quanto la diocesi ha riflettuto negli scorsi anni per tornare alle sorgenti della fede ravvivando il senso della spiritualità. È quindi spiegata – si legge in una nota – la scelta compiuta e perché “pare essere una urgenza pastorale per la Chiesa di Tivoli e di Palestrina puntare l’attenzione sul Battesimo che rende figli di Dio, è ingresso nella comunità cristiana e motiva tutto ciò che siamo chiamati ad essere e compiere come cristiani”. La breve Lettera, da leggersi “con spirito sinodale” nelle comunità ecclesiali della diocesi, si conclude con alcuni passaggi circa il metodo di lavoro per prepararsi al Convegno diocesano del prossimo giugno. “Questa riflessione – scrive Parmeggiani –  desidererei stimolasse tutti a comprendere come nella Chiesa tutti i battezzati sono chiamati a essere pietre vive di un edificio spirituale che deve aprirsi agli uomini e alle donne di ogni tempo per dar loro rifugio, speranza, significato alla vita”.

La realtà è superiore dall’idea” è il titolo della lettera del vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi scritta per l’inizio della Quaresima dell’Anno Santo e redatta a conclusione della Visita Pastorale nelle parrocchie. Durante la presentazione il presule ha detto che “Dio e i Santi hanno scritto una storia di bene che ci ha condotto a quella Chiesa locale che oggi realmente siamo, questa Chiesa locale ha, come è logico, luci ed ombre. Per dirla con il Beato Antonio Rosmini è una Chiesa che ha piaghe e punti di forza”. In tal senso, la Visita Pastorale di mons. Marconi, iniziata prima della pandemia ha indicato “5 piaghe da sanare e curare” e “10 punti di forza su cui far leva per camminare verso il futuro”. Le cinque piaghe sono rappresentate dal guardare solo al proprio ambito particolare non vedendo interazioni e possibili collaborazioni; non vedere le risorse e le strutture ecclesiali come a servizio di un intero territorio e non di una singola parrocchia o gruppo; avere una pastorale che punta più sull’abitudine, che sulle motivazioni e sulla convinzione per cui si fanno le cose; avere ancora una Chiesa molto centrata sulla figura del prete, che tutto anima e tutto decide, senza cui niente si può muovere; pensare e realizzare la formazione alla fede come il trasmettere la modalità solita di fare le cose, invece che insegnare a capire la realtà e adattare creativamente le scelte pastorali ad un mondo che cambia. “Dobbiamo tutti impegnarci con convinzione per superare questi cinque limiti della nostra Chiesa” ha detto il presule aggiungendo che “tuttavia, un segno di speranza, il tema di questo giubileo, è però che possiamo indicare ben 10 punti di forza che durante la Visita Pastorale ho riconosciuto presenti in quasi tutte le nostre Unità Pastorali”. In sintesi questi sono rappresentanti da una fede popolare che non sia solo devozione; dal diffuso desiderio di pregare della nostra gente; dalla vitalità delle Aggregazioni laicali e della Pastorale familiare; dalla presenza degli Oratori e l’azione della Pastorale giovanile; dalle molte associazioni di volontariato e di protezione civile, socio-assistenziali e sociosanitarie, che spesso collaborano con le nostre parrocchie; dalla crescita in numero e qualità dei diaconi permanenti; dal potenziamento e la messa in rete dei mezzi di comunicazione diocesani; dalla vita comunitaria del nostro clero e la sua sensibilità missionaria; dalla diffusa e crescente attenzione e passione dei laici per la lettura, lo studio e la preghiera con la Parola di Dio; e, non ultimo, dal lavoro fatto da Caritas diocesana e da tante parrocchie con i loro volontari, che attua un salto di qualità nel passare: da una generica beneficenza ad una vera azione caritativa, sapiente, incisiva ed integrata. “La Speranza, tema di questo Giubileo, che per noi è già un po’ certezza – ha concluso il vescovo Marconi –, non solo di essere una Chiesa sopravvissuta alla pandemia, ma una Chiesa locale che da questa ed altre sfide si è lasciata interrogare e ne è uscita più consapevole, più motivata, meglio integrata nelle sue componenti”. Il “sogno di una Chiesa risorta e non solo sopravvissuta” alla pandemia “si è già in parte avverato e se continueremo su questo buon cammino, potrà rafforzarsi e consolidarsi anche per la grazia speciale di questo Giubileo appena iniziato”, scrive il presule nella lettera.





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