cibi bio e meno sprechi, più attenzione a tavola

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Mezzogiorno promosso in “ambiente”. Rispetto dell’habitat, attenzione al cibo che si porta in tavola, comportamenti virtuosi nel consumo dell’acqua. I cittadini delle regioni meridionali dimostrano una forte coscienza green. Ancora una volta i logori stereotipi vengono messi in discussione dai numeri.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

A farlo è il report dell’Istat sulle preoccupazioni ambientali degli italiani che ne delinea i comportamenti nei confronti dell’uso dei beni primari. Dove si legge di più l’etichettadeglialimenti a conferma di una decisa attenzione verso prodotti sani e garantiti? Nelle regioni del Mezzogiorno che con il 36,6% superano il Nord (36,3%) e il Centro (35,9%). Anche per l’acquisto di alimenti biologici Sud e Centro sono al 14,9%, il Nord si ferma al 13,2%. Le due aree sono anche le prime della classe nella produzione di alimenti green. E ancora, i cittadinimeridionali sprecanomeno acqua, forse anche perché più colpiti dalla siccità e dunque più abituati a risparmiare un bene raroeprezioso.

GREEN

Anche sul chilometro zero il Mezzogiorno stacca e di molto con il 29,8% Centro (21,8%) e Nord (19,8%). Sitratta di un comportamento che valorizza le produzioni territoriali e favorisce il mantenimento di un ambiente sano perché il cibo non subisce lunghi viaggi e così si riduce l’inquinamento. I consumatori meridionali sono favoriti anche dall’ampia varietà di eccellenze, dalla pasta all’olio alle conserve di pomodoro, ma anche frutta e ortaggi. È ricca infatti la gamma di Dop e Igp (due giorni fa il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare ha riconosciuto ufficialmente il Consorzio di Tutela del Cavolfiore della Piana del Sele Igp) e di prodotti tradizionali di cui la Campania, in particolare, con oltre 600 varietà ha il primato assoluto. La consapevolezza di poter portare in tavola prodotti di prima qualità è forse anche il motivo che spinge nel Mezzogiorno a prestare più attenzione alle etichette per evitare inganni con indicazioni poco chiare. Un’ulteriore conferma della posizione top conquistata dalla cucina del Sud. Lo hanno evidenziato numerosi studi anche internazionali che hanno assegnato alla Campania la palma della buona tavola. Secondo la classifica stilata da TasteAtlas la Campania è infatti il primo posto nel mondo per eccellenze enogastronomiche. Un risultato incassato grazie ai piatti simbolo della tradizione regionale, dalla pizza agli gnocchi alla sorrentina, passando per la mozzarella di Bufala e il limoncello. L’enogastronomia oggi incarna anche valorilegati strettamente all’ambiente, alla salute e all’etica. Ecco perché il rapporto con il cibo, particolarmente curato nel Sud, fa guadagnare punti nella classifica ambientale delle aree italiane.

Zes, a Ostuni c’è Four Season 2025: record di investimenti

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

ECOCOMPATIBILI

L’analisi dei comportamenti ecocompatibili- recita il rapporto dell’Istituto di Statistica – è di grande interesse per capire come i cittadini si rapportino all’ambiente. I residenti nel Mezzogiorno si distinguono per l’elevata frequenza di acquisto di alimenti locali e per il minor uso di prodotti usa e getta e quindi più inquinanti (li evita il 24,1% nel Sud a fronte del17,6% nel Nord). L’analisi Istat ha registrato, nel complesso, una crescente sensibilità alle problematiche legate ai cambiamenti climatici, alla qualità dell’aria, al dissesto idrogeologico, all’inquinamento.

Un tema caldo è lo spreco dell’energia e dell’acqua che ha indotto a maggiore attenzione rispettivamente il 71,4% e il 68,8% degli italiani. In primo piano anche il dissestodeiterritori acuitodopogli eventi che hanno colpito l’Emilia Romagna e il Nord in generale. Un altro elemento che emerge è la promozione a pieni voti delle donne. Leggono di più le etichette degli ingredienti (41,6% a fronte del 30,8% degli uomini), privilegiano prodotti bio (15,9% contro 12,3%) e a chilometro zero (25,2% rispetto a 21,8%) e poi sono più accorte nell’utilizzo di acqua (71,5% contro 65,9% degli uomini) ed energia (73,6% a 68,9%). Una sorpresa invece sono i giovani che, nonostante si dichiarino attenti alla tutela della biodiversità e al mantenimento delle foreste, non lo dimostrano nei fatti. Nello spreco dell’acqua, per esempio, gli over 55 sono più virtuosi (74,7%) rispetto agli individui in età compresa tra 14 e 24 anni (51,6%). Gli under 24 sono però più propensi all’uso di mezzi di trasporto alternativi a quelli privati. Un fattore che favorisce atteggiamenti ecocompatibili è il titolo di studio. Tra i laureati e chi ha al massimo la licenza media il report segnala una differenza di 20 punti nella lettura delle etichette, del 12,5% nella spesa bio, dell’8% negli acquisti a km0. Lo stesso gap si riscontratradirigenti e impiegati.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Source link