Padre e figlio, di 50 e 25 anni, sono stati fermati con l’accusa del tentato omicidio del 44enne Piero Rapisarda avvenuto domenica sera a Catania, in via Sabato Martelli Castaldi. Una sparatoria di cui i due uomini sono gravemente indiziati, in concorso tra loro, anche se con differenti gradi di coinvolgimento. A entrambi viene contestato il reato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e anche di detenzione e porto in luogo pubblico di un’arma da fuoco e di detenzione illegale e ricettazione di un’arma clandestina.
Le indagini sono partite dopo una sequela di chiamate arrivate al numero unico per le emergenze nelle quali veniva segnalata una persona ferita, attinta da colpi di arma da fuoco, davanti a un centro scommesse nel quartiere Cibali del capoluogo etneo. L’analisi delle immagini registrate dal sistema di video e audio sorveglianza del centro scommesse ha permesso di raccogliere nei confronti dei due indagati. Filmati che hanno consentito anche di ricostruire le fasi antecedenti, concomitanti e successive al tentato omicidio che sarebbe stato commesso, sparando a distanza ravvicinata sei colpi di pistola in rapida sequenza.
Stando a quanto è stato ricostruito finora nel corso delle indagini, a sparare sarebbe stato il 50enne dopo un acceso litigio, dovuto a pregressi screzi di natura personale intercorsi tra i due fermati e la vittima. Secondo quanto emerso, il movente sarebbero stati dei comportamenti inopportuni posti in essere da parte del 44enne nei confronti di una donna, in passato a lui legata sentimentalmente, ma ancor prima ex compagna del 50enne e madre del 25enne. Dopo la sparatoria, entrambi si sono allontanati dal quartiere e si sono resi irreperibili. Nel corso di una perquisizione, a casa del 25enne è stata trovata una pistola revolver clandestina (priva di marca e di matricola) nascosta dentro l’armadio della camera da letto.
Il giovane è stato rintracciato la notte del 5 marzo in un bed & breakfast; nel pomeriggio dello stesso giorno poi il padre si è costituito negli uffici della squadra mobile. Entrambi sono stati portati nella casa circondariale di piazza Lanza a Catania. Il giudice per le indagini preliminari ha poi disposto, in esito all’udienza, l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link