Catania, i beni confiscati alla mafia al servizio della città: parla l’assessore Viviana Lombardo

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Sono oltre 140, attualmente, i beni confiscati alla criminalità organizzata nella disponibilità del comune di Catania, un numero cospicuo destinato a crescere. L’amministrazione Trantino si sta dimostrando molto attiva a riguardo destinando i beni perlopiù ad uso sociale, culturale ed educativo, e per ultimo lavorando sul nuovo regolamento per l’affidamento dei beni confiscati alla criminalità organizzata, approvato all’unanimità dal consiglio comunale, volto alla trasparenza della gestione e alla legalità.

Ne parliamo con l’assessore al ramo Viviana Lombardo, partendo dall’iter che porta all’acquisizione dei beni sino ad arrivare al nuovo regolamento emanato.

Quando l’ANBSC (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) sequestra i beni alla criminalità organizzata, dopo averli acquisiti li mette a bando e successivamente l’osservatorio che si riunisce in prefettura convoca gli enti locali per comprendere chi sia interessato all’acquisizione di tali bene“, spiega l’assessore Lombardo.

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Generalmente quando questi beni insistono nel territorio del comune di Catania, partecipiamo e ce li aggiudichiamo, ma quasi sempre il decreto di trasferimento con cui l’agenzia trasferisce l’immobile al comune, e quindi lo trasferisce al nostro patrimonio indisponibile, impone quelle che sono le finalità di utilizzo dell’immobile. Quindi in alcun casi viene indicato genericamente che sia desinato ad un utilizzo sociale, culturale o aggregativo, in altri casi, come ad esempio è avvenuto con l’ex discoteca “Empire”, è stato espressamente indicato che bisognava creare un centro di impulso giovanile dove i giovani musicisti potessero esprimersi nell’ambito coreutico o musicale curriculare o extracurriculare. Quindi in quel caso non avevamo un’ampia platea di scelta, e abbiamo deciso di realizzare la casa della musica in convenzione con il conservatorio “Vincenzo Bellini“.

Ma non tutti gli immobili godono di importanti metrature, e in questo caso, “il decreto di trasferimento impone di utilizzarle per l’emergenza abitativa, ad esempio quattro di questi immobili, dopo lo scoppio e il crollo della palazzina avvenuto a San Giovanni Galermo, sono stati destinati alle famiglie provvisoriamente sprovviste di abitazione“.

In base al tipo di immobile – continua – e alla sua caratteristica strutturale, decidiamo quale sia l’inclinazione e la destinazione che vogliamo che il bene abbia. Il linea di massima deve essere realizzato qualcosa per la città, senza scopo di lucro, e quello che cerchiamo di fare è fornirle anche a delle associazioni che hanno uno scopo sociale, per esempio abbiamo degli immobili che sono adibiti ad help desk per le donne vittime di violenza. Queste associazioni spesso per motivi di carattere economico non avevano delle sedi dove riunirsi fisicamente, delle sedi dove avere al loro interno lo psicologo che si occupasse dello sportello apposito, la possibilità per le donne di rifugiarsi quando scappano dai propri carnefici, quindi noi con questa concessione pluriennale dell’immobile diamo appunto loro la possibilità di averne una“.

Ma, di contro, fin troppo spesso gli immobili vengono consegnati in condizioni disastrose:Questi immobili la gran parte delle volte ci vengono consegnati totalmente vandalizzati o perché quando l’ANBSC ce li consegna dopo anni da quando sono state sottratte e quindi o per deperimento naturale o perché sono state occupate abusivamente vengono distrutte, oppure altre volte succede che le famiglie a cui vengono sottratti gli immobili sapendo che lo stanno perdendo lo vandalizzano appositamente. Quindi molto spesso li troviamo in pessime condizioni“.

Purtroppo il comune di Catania – aggiunge – è in dissesto e con esigue risorse anche di personale, e non sempre abbiamo la possibilità di occuparci della manutenzione ordinaria e straordinaria. Proprio per questo sin dal 2021 ci siamo accaparrati delle risorse del PNRR che sono mirate proprio alla ristrutturazione di questi immobili. Per esempio, un immobile in via monte S. Agata, una traversa di via Etnea, è stato ristrutturato con le risorse del PNRR. L’immobile è già pronto (manca solamente il collaudo) e probabilmente lo inaugureremo nei prossimi giorni, e lì abbiamo creato il primo sportello per i beni confiscati. Un ufficio, è il primo caso nella provincia di Catania, dove le associazioni, gli enti del terzo settore che sono interessati ad avere in concessione un bene confiscato possono rivolgersi.  Sempre con fondi PNRR, in una villetta a mare confiscata a Vaccarizzo, abbiamo pensato di realizzare una colonia marina. I lavori  sono già stati aggiudicati e procedono speditamente. In un altro caso, sempre con fondi PNRR, abbiamo acquisito un chiosco bar di Librino, lo stiamo ristrutturando, probabilmente ce lo consegneranno tra un mese e mezzo – due circa, dove sorgerà un centro aggregativo contro la dispersione scolastica perché Librino è uno dei quartieri con una delle percentuali più alte di dispersione“.

In anteprima l’assessore Lombardo ci confida che “di recente, un mese fa circa, ci è stato consegnato un’enorme terreno nella zona industriale confiscato ad una società collegata alla mafia, all’interno del quale abbiamo immaginato di realizzare il primo canile comunale – l’assessore possiede anche la delega agli animali – considerato che è un terreno che si presta e soprattutto perché come comune non abbiamo un canile di proprietà ma solo convenzioni con canili privati“.

Sulla dicotomia città Metropolitana – comune di Catania riguardo l’acquisizione dei beni precisa che “accade che quando ci riuniamo davanti all’osservatorio per capire a chi deve essere assegnato l’immobile spesso concorrono sia la città Metropolitana che il comune di Catania, ed è cura di chi presiede l’osservatorio a chi affidare l’immobile. Per esempio nel caso dell’ex discoteca “Empire”, nella scorsa legislatura in cui non ero assessore, dalla documentazione che ho analizzato ho notato che con il progetto della casa della musica abbiamo battuto proprio la concorrenza della città Metropolitana che in quel caso avevano proposto di realizzare un archivio. Fondamentalmente avviene questo“.

Infine, sul nuovo regolamento per l’affidamento dei beni confiscati alla criminalità organizzata esprime tutta la sua soddisfazione:È un regolamento che è stato approvato all’unanimità dopo aver passato tutto l’iter delle commissioni. Il testo, e non è solo merito mio ma anche dei colleghi consiglieri che hanno presentato i propri emendamenti, è stato condiviso dall’intera città ed è la cosa che mi interessava di più, che potesse mettere d’accordo tutti. Ovviamente ci siamo fatti coadiuvare nella stesura di questo regolamento anche dall’Università e dall’ANBSC perché quando avevamo dei dubbi mandavamo dei quesiti proprio per essere sicuri che il nostro regolamento fosse in linea. E poi sono molto soddisfatta perché è stato approvato dopo dieci anni dal precedente regolamento, in cui la normativa nazionale era tanto cambiata ma quella comunale era rimasta bloccata“.

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Gli elementi di novità sono tanti – conclude – ma quello di maggiore importanza è la costituzione di un osservatorio. Abbiamo previsto in questo regolamento che una volta ogni sei mesi si riunisca un osservatorio che è composto dai presidenti di tutte le associazioni del settore che ne facciano richiesta. Tutte le associazione che siano o meno iscritte al RUNS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) e quindi tutti coloro che non solo vogliono prendere in gestione un bene ma anche che vogliono semplicemente vigilare sull’assegnazione. Questa secondo noi è una grande garanzia di trasparenza. Ogni sei mesi si riunisce l’osservatorio e l’amministrazione comunale rendiconta quelle che sono state le assegnazioni dell’ultimo semestre, quindi si fa sia una scrematura a monte perché magari possono sorgere dei dubbi o delle osservazioni, appunto l’osservatorio serve proprio a questo e poi soprattutto si fa un controllo a posteriori perché il compito dell’osservatorio è anche quello di segnalare eventuali usi difformi da parte di coloro che sono risultati assegnatari. Cadenzare l’osservatorio come obbligatorio ogni sei mesi è sintomo di garanzia e trasparenza“.



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