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L’architettura del disarmo e della non proliferazione delle armi di distruzione di massa, edificata ottant’anni fa grazie alla preziosa testimonianza dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari, “appare minata da irresponsabili retoriche di conflitto, quando non dai conflitti in atto”. E’ il monito rivolto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’incontro a Hiroshima con i membri della Nihon Hidankyo, l’associazione dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari, insignita lo scorso anno del premio Nobel per la Pace. “A ottant’anni dai bombardamenti atomici occorre interrogarsi”, ha detto Mattarella. “Il dramma che si è consumato a Hiroshima e Nagasaki, suona a sufficienza quale richiamo alle coscienze sulla capacità autodistruttiva che l’umanità ha generato? A ottant’anni di distanza, quei due lampi accecanti, quelle due onde d’urto inimmaginabili, costituiscono ancor oggi un monito intangibile, il fulcro di una avvertita coscienza?”.
Il presidente della Repubblica ha deposto una corona di fiori al Monumento del Parco memoriale della pace di Hiroshima, dedicato alle vittime del bombardamento atomico del 6 agosto 1945. A dispetto di quella immane tragedia, ha detto Mattarella oggigiorno “minacce di ricorso agli ordigni nucleari sono pronunciate con sconsideratezza inquietante”. Trattati fondamentali – ha aggiunto il presidente della Repubblica – sono ostacolati o abbandonati. “Si vagheggia persino di ‘armare’ lo spazio extra atmosferico, sottraendolo a una cooperazione pacifica a beneficio di tutti”. Il tabù nucleare, ha avvertito Mattarella, “viene eroso, pubblicizzando l’esistenza di armamenti atomici di cui si sottolinea la portata ‘limitata’, controllabile, asseritamente circoscritta a singoli teatri di operazioni e, dunque, implicitamente suggerendo la loro accettabilità nell’ambito di guerre che si pretenderebbero locali”.
La Russia, nell’ambito del conflitto di aggressione all’Ucraina e delle conseguenti tensioni con l’Occidente, “si è fatta promotrice di una pericolosa narrativa nucleare”. Ottant’anni dopo la tragedia dei bombardamenti atomici, ha detto Mattarella, “trattati fondamentali sono ostacolati o abbandonati. Il tabù nucleare – pilastro nei rapporti internazionali per decenni – viene eroso, pubblicizzando l’esistenza di armamenti atomici di cui si sottolinea la portata ‘limitata’, controllabile, asseritamente circoscritta a singoli teatri di operazioni e, dunque, implicitamente suggerendo la loro accettabilità nell’ambito di guerre che si pretenderebbero locali. La Federazione Russa, in particolare si è fatta promotrice di una rinnovata e pericolosa narrativa nucleare, a cui si aggiungono il blocco dei lavori del Trattato di Non Proliferazione, il ritiro dalla ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e le minacce rivolte all’Ucraina. Tutte iniziative – ha avvertito Mattarella – “tese a instillare l’inaccettabile idea che ordigni nucleari possano divenire strumento ordinario nella gestione dei conflitti, come se non conducessero inevitabilmente alla distruzione totale”. La Repubblica Italiana – ha detto il presidente della Repubblica – “condanna fermamente queste pericolose derive”.
L’attuale contesto globale, segnato da gravi conflitti, instabilità e tensione, impone agli attori responsabili della comunità internazionale “di ribadire, con determinazione inequivocabile, che una guerra nucleare non può essere vinta da alcuno e non deve mai essere combattuta” ha aggiunto. “Le potenze nucleari, soprattutto quelle che siedono quali membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, non possono esimersi dal rispettare gli obblighi che hanno concorso a definire”, ha detto il presidente della Repubblica. “Il dialogo strategico ha, sin qui, evitato un nuovo olocausto nucleare. Occorre impedire che la logica dello scontro porti a imboccare sentieri forieri soltanto di indicibili sofferenze, lutti e distruzione”.
“L’Italia abbraccia con convinzione tale percorso e rinnova il suo impegno nella piena realizzazione dell’Articolo VI del Trattato di Non Proliferazione. Roma riconosce l’urgenza di un’azione condivisa che coinvolga necessariamente tutte le potenze nucleari, e continua a sostenere “i processi e le attività delle organizzazioni internazionali – consessi, per quanto imperfetti, imprescindibili – di dialogo e confronto, convinti come siamo che un multilateralismo efficace sia il miglior presidio per la pace”. Tale impegno, ha sottolineato Mattarella, “non è – come qualcuno vorrebbe pretendere – un confronto tra illuse anime ‘belle’ e ‘realisti’, bensì tra le ragioni della vita e le ragioni della morte. Tra le ragioni della pace e quelle dello scontro. Tra le ragioni che hanno dato vita a ordinamenti internazionali in cui gli Stati si sono impegnati al rispetto di norme che non contraddicano mai la dignità degli esseri umani e i diritti inviolabili della persona, e le ricorrenti tentazioni di assumere, dall’altra parte, comportamenti che le smentiscano nei fatti”.
A proposito di Corea del Nord ha concluso “deve abbandonare immediatamente il proprio programma atomico e missilistico, e impegnarsi nel percorso della denuclearizzazione della Penisola coreana- In un’area del globo che ha così sofferto, la condotta di Pyongyang appare “imperdonabile”. Il presidente della Repubblica ha rivolto un monito in merito alla crescente volatilità dello scenario globale, dove le minacce “si vanno moltiplicando, con lo sviluppo di arsenali la cui unica giustificazione appare quella dell’aggressione e della dominazione e non della difesa”.
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