Friedrich Merz, leader dell’Unione cristiano democratica di Germania (CDU) ha riferito che i conservatori del suo partito e dell’alleato bavarese dell’Unione cristiano-sociale (CSU) e il Partito socialdemocratico (SPD) hanno raggiunto un accordo di principio per formare un governo che intende investire massicciamente per rilanciare e riarmare la più grande economia europea.
“Abbiamo redatto un documento congiunto e abbiamo raggiunto un accordo su tutta una serie di questioni”, ha dichiarato alla stampa il futuro cancelliere conservatore, aggiungendo che probabilmente la prossima settimana i partner inizieranno i negoziati dettagliati che porteranno alla formazione di un nuovo esecutivo. “Siamo tutti convinti di avere un grande compito davanti a noi” di fronte alle “sfide che l’Europa intera deve affrontare”, ha dichiarato Merz.
Nel dettaglio, i due partiti sono riusciti a superare le loro differenze in materia di migrazione, ha dichiarato Merz. L’SPD ha accettato una controversa proposta dei conservatori di rafforzare i controlli alle frontiere “in accordo con i partner europei” e di respingere gli stranieri privi di documenti. I socialdemocratici, dal canto loro, hanno imposto la loro richiesta di aumentare il salario minimo a 15 euro, ha dichiarato Klingbeil.
La stretta all’immigrazione prevede un massiccio controllo ai confini, l’espulsione dei criminali, ma soprattutto l’eliminazione dei ricongiungimenti familiari e la fine di programmi speciali di accoglienza come quello di cui hanno beneficiato i profughi afghani. Per Merz si tratta di punti fondamentali perché molti nel suo partito hanno considerato l’accordo sul piano di investimenti per 500 miliardi di euro (478 miliardi di franchi al cambio attuale) nelle infrastrutture, già annunciato in settimana, un cedimento eccessivo all’SPD e almeno sull’immigrazione vogliono vedere un cambio di passo radicale. Merz ha parlato comunque di “iniziative concordate con i vicini europei e di misure costituzionali per ridurre e non solo gestire l’immigrazione irregolare”. Lars Klingbeil, copresidente dell’SPD, ha chiosato: “Ventuno milioni di tedeschi hanno una storia migrante, per le giovani generazioni la percentuale è addirittura del 40%”, sottolineando che la legge per l’accesso semplificato alla cittadinanza, realizzata da SPD, Verdi e Partito liberale democratico (FDP), non verrà toccata.
Per quanto riguarda l’economia e il mercato del lavoro, Merz e Markus Söder della CSU possono annunciare quello che il loro elettorato chiedeva: la riforma del reddito di cittadinanza. Chi non accetterà le offerte di lavoro, perderà completamente i benefici. La socialdemocrazia ottiene l’accordo per rafforzare i contratti collettivi, il salario minimo a quindici euro per il 2026 e l’abbassamento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) per il settore della gastronomia, come ribadito dalla copresidente Saskia Esken. C’è l’intesa anche per una riforma delle pensioni.
All’inizio della settimana, i partner si sono accordati su un gigantesco programma di investimenti di diverse centinaia di miliardi di euro per il riarmo e le infrastrutture. Merz aveva già annunciato che per la difesa non si baderà a spese. Il documento ribadisce che proseguirà l’impegno tedesco al fianco dell’Ucraina. Oltre al fondo miliardario per le infrastrutture, i socialdemocratici hanno ottenuto una riforma del freno al debito: verrà istituita una commissione che elabori una proposta concreta.
Merz vuole che la Germania “resti un paese industriale”, e la prima misura è abbassare i costi dell’energia. Il futuro cancelliere annuncia che al centro dell’attività di governo ci sarà la ricerca lo sviluppo e di voler “vedere in Germania il primo reattore nucleare a fusione al mondo”.
In parallelo a queste consultazioni, Merz prepara la sessione del “vecchio” parlamento (13 e il 18 marzo) per approvare le riforme costituzionali necessarie a far partire piani di investimento per la difesa e le infrastrutture. Ha detto di non temere i ricorsi costituzionali per fermare la convocazione e ha anche annunciato di aver già parlato con i Verdi per ottenere il loro consenso.
Dopodomani si ricomincia: i vertici dei partiti come pure i gruppi parlamentari daranno l’ok all’avvio delle trattative vere e proprie per definire il patto di governo per i prossimi quattro anni. Che per i conservatori dovrà essere approvato da un congresso del partito, mentre l’SPD ricorrerà al voto degli iscritti. Poi arriverà il governo, possibilmente per Pasqua.
Le discussioni per la creazione di un nuovo governo sono seguite molto da vicino dai vicini europei, questi ultimi si aspettano che la Germania, sotto l’ala degli USA dal dopoguerra, svolga un ruolo maggiore nella sicurezza e nella difesa, in un momento in cui il continente si sta mobilitando per ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti del presidente Donald Trump.
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