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Lollobrigida nel 2023 ha dato alla luce il suo primo figlio, Tommaso. Un’atleta professionista ad altissimi livelli se vuole diventare madre ha sicuramente vita più difficile di quella dei suoi colleghi uomini: è un fattore di calcolo e di perfetta organizzazione, soprattutto in ottica Milano Cortina 2026.
“Mi viene da ridere perché la stagione delle scorse Olimpiadi io avevo i miei compagni che erano diventati tutti papà, quindi mi sono dovuta fare tutto l’anno in cui un po’ rosicavo, si può dire, perché dicevo ‘loro possono fare un figlio, diventare genitori. Io devo aspettare’. Questa idea comunque mi ha dato anche la forza di andare avanti perché io avevo le idee ben chiare. Ho detto ‘Un’Olimpiade in Italia, devo provarci‘: io ho iniziato a pattinare dopo Torino 2006, quindi l’idea di poter partecipare a un’Olimpiade in Italia… non potevo sfuggire a questa cosa. Però d’altro canto, vista anche l’età, non volevo dover rinunciare a diventare mamma. Anche perché con mio marito stiamo insieme da una vita. Ci siamo sposati il 3 luglio e il 5 ero già in raduno.
“Abbiamo sempre parlato apertamente di questa idea, perché nel nostro sport io devo stare perennemente fuori, dovevo avere principalmente il benestare di mio marito, perché altrimenti non si sarebbe potuto fare. Ci voleva un’organizzazione meticolosa dietro perché sono ben cosciente di stare più di 260 giorni fuori, da una settimana all’altra cambiamo anche continente, non è semplice”, ammette Lollobrigida.
“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”: questo antico proverbio africano si adatta perfettamente alla vita di un’atleta di eccellenza che oltre alla sua crescita sul ghiaccio deve occuparsi appunto della crescita di un figlio.
“Io sono molto maniacale nell’organizzazione, avevo un piano A, un piano B, un piano C, perché comunque per poter realizzare questa cosa dovevo stare in un arco di tempo oltre il quale sarebbe stato difficile poter conciliare le cose”, conferma la Campionessa azzurra.
“È uno sport di forza, di resistenza, e non è che da un giorno all’altro recupero la condizione. Posso dire che all’inizio, proprio questa pressione l’ho vissuta pesantemente. Dopo la fine della stagione Olimpica magari si dice ‘ok, stai tranquilla’, invece no, perché ti scende tutta l’agitazione che ti sei tenuta dentro. Poi c’è anche il fatto di dover, non dico correre, però di dover cercare di rientrare in breve tempo”.
La “macchina organizzativa” si è attivata proprio nel momento in cui Lollobrigida ha scoperto della sua gravidanza.
“Quando avevo risentito la Federazione per riprendere gli allenamenti, sono rimasta incinta e lì è partito tutto il piano“, prosegue nel racconto Lollobrigida. “Io, essendo anche in aeronautica militare, dovevo prendere la maternità, quindi anche dopo il parto avevo tre mesi dove non potevo partecipare ai raduni. Questo mi ha permesso, stando a casa, di riprendere gradualmente e di dare anche una stabilità a Tommaso. Poi a 3 mesi sono ripartita di nuovo per i raduni, ma devo dire grazie alla Federazione perché ha attuato un piano di supporto e di sostegno. Io avevo intenzione di rimanere fuori semplicemente un anno perché già due sarebbe stato troppo difficile. Quando andavo ai raduni, per tutto l’anno scorso, Tommaso è venuto con me perché io ho allattato fino a 18 mesi, quindi fino a novembre scorso. Avevo anche mia sorella, mio padre, mia madre che venivano con me perché Tommaso doveva avere un collegamento familiare, oltre che sentirsi un po’ sballottato tra Canada, America…
“Quest’anno, col fatto che ha iniziato l’asilo, lo vedo contento e si diverte tantissimo, non voglio essere egoista e portarmelo dietro per avere una tranquillità mia. Ovviamente resta a casa con mio marito, con la nonna, con la zia, quindi so che è in buone mani. All’inizio non è stato semplice: ho smesso di allattare perché siamo andati in trasferta in Cina e Giappone e non potevo portarmelo, quindi ho detto ‘va bene è arrivato il momento’”.
E proprio questo è stato il momento più difficile: il primo grande cambiamento nel rapporto tra madre e figlio.
“È stato quando ho smesso di allattare che il mio fisico ci ha messo un bel po’ – conferma –. Quando ho ripreso l’attività continuavo ad allattare e il latte non mi è mai diminuito perché almeno fino a nove-dieci mesi gli ho dato esclusivamente il mio. Posso anche sfatare quel mito che se una riprende l’attività non può allattare o finisce il latte. Ci ho messo un po’ ad adattarmi. Avevo un cambiamento secondo me a livello ormonale, perché facevo gli allenamenti però il rendimento non era il solito. Poi a livello mentale: era la prima volta che stavo venti giorni senza Tommaso ed è stato un po’ pesante.
“Ho dovuto comunque lavorare anche a livello psicologico: sto più tranquilla concentrandomi su quello che devo fare e lui a sua volta è tranquillo a casa. So che la mia priorità è lui, però a differenza di prima, quando ho quelle ore da dedicarmi all’allenamento, mi concentro, se negli anni passati era al cento percento, ora proprio al duecento percento, perché dopo tutte le mie energie sono rivolte a lui. Questo secondo me mi ha dato anche quel tassello, quella forza in più per ritornare a fare risultati. Anzi, posso dire molto di più della stagione precedente”.
Davvero un’ottima annata quella di Lollobrigida: “Appena sono ritornata in forma, la preparazione è stata quella di sempre, quella che fanno anche i miei compagni. La parte critica, più complicata e più delicata, è stata il ritornare dopo un parto e prendersi il tempo giusto, il non affrettare le cose. Io ho indossato i pattini a rotelle fino al mercoledì e il venerdì ho partorito, quindi si può dire che non ho mai perso contatto. È ovvio che ho dovuto rispettare delle tabelle, adesso sto migliorando di volta in volta. Secondo me a livello psicologico e soprattutto fisicamente, a parte quel momento dopo lo stop con l’allattamento, mi sento molto più preparata rispetto a prima di diventare mamma. Forse perché ho un approccio un po’ diverso durante l’allenamento, ma non perché io abbia cambiato completamente qualcosa nella preparazione”.
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