Riccardo Muti inaugura il Ravenna Festival. Tra gli ospiti Zubin Mehta e Daniel Harding, Lakeja, Malika Ayane, Rava, Richter

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Donde hay música no puede haber cosa mala, ovvero “dove c’è musica non ci può essere alcun male”: queste parole dal Don Chisciotte rispecchiano lo spirito di Ravenna Festival, che da sempre trova nella musica e nelle arti performative uno spazio di confronto e dialogo.
Ma la citazione titolo di questa XXXVI edizione offre anche l’occasione per riflettere sul coraggio, dalla tradizione epica al cavaliere errante di Cervantes, fino all’eroismo dei giorni nostri: il coraggio civile e spirituale, il coraggio di ricominciare, creare e sperare. 
Se Riccardo Muti inaugura il Festival il 31 maggio con l’Orchestra Cherubini, fra gli ospiti anche Zubin Mehta, Daniel Harding, Accademia Bizantina, The Tallis Scholars, Uri Caine, Cat Power, Heiner Goebbels, Max Richter, Marco Baliani, Enrico Rava, Stefano Bollani, Malika Ayane, Alessio Boni, Lakecia Benjamin
Sono oltre cento le alzate di sipario e più di mille gli artisti coinvolti in Ravenna Festival 2025 grazie al sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, del partner principale Eni e degli sponsor al fianco della manifestazione.

Eroi per il nuovo millennio
Se il Bhagavadgita, punto di partenza per il Grande Teatro di Lido Adriano, ruota attorno al guerriero Arjuna, nell’Orlando furioso, da cui sono tratti i protagonisti delle opere di Händel in scena per la Trilogia d’Autunno (12-16 novembre), i paladini sono uomini in preda alle passioni.
Il Don Chisciotte ad ardere di Albe/Ravenna Teatro ci chiama a partecipare al sogno del cavaliere errante, mentre Marco Baliani ci invita a contemplare il “coraggio silenzioso”.
Sono quattro i concerti Voci e musiche dalla Palestina, parte anche del Festival delle Culture, e nove gli appuntamenti pomeridiani della rassegna ecosostenibile e diffusa Romagna in fiore (10 maggio-2 giugno), una celebrazione dello spirito di comunità e resilienza dei territori funestati dagli eventi alluvionali. Sono eroine delle idee le donne della Lisistrata di Aristofane in sciopero contro la guerra; Marco Martinelli “rimette in vita” la commedia di Aristofane con gli adolescenti del territorio partenopeo.
Il fil rouge del coraggio civile attraversa l’opera Anita sulla compagna di Garibaldi, The Passion of Octavius Catto di Uri Caine dedicato all’attivista afroamericano assassinato nel 1871 e lo spettacolo di danza Fragolesangue.
Il coraggio di osare è spesso determinante anche nelle arti – si pensi alla “scelta elettrica” di Bob Dylan con il concerto “della Royal Albert Hall” nel 1966 riproposto da Cat Power oppure al rapporto di Ennio Morricone con il cinema (è di CCN/Aterballetto la dedica Notte Morricone).
Musiche
Riccardo Muti è sul podio della sua Orchestra Cherubini per il concerto inaugurale con il violinista Giuseppe Gibboni e un secondo concerto a luglio, ma la sezione sinfonica include Zubin Mehta con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e la violinista Amira Abouzahra e Daniel Harding alla guida dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. 
Vivaldi d’amore è la serata che Accademia Bizantina dedica ai concerti per archi, violino e viola d’amore del Prete Rosso con direttore e solista Alessandro Tampieri.
Sull’orizzonte contemporaneo si stagliano Max Richter con il suo più recente album In A Landscape e le Surrogate Cities di Heiner Goebbels – il compositore curerà anche la mise en espace di quest’imponente ciclo orchestrale nella nuova produzione di Ravenna Festival.
Il Duo Aria rende omaggio a Luciano Berio nel centenario della nascita, mentre sono due gli appuntamenti con la nuova generazione del pianismo, con Pietro Fresa e Alexander Gadjiev. 
Tra le formazioni cameristiche l’eclettico vision string quartet da Berlino, il Trio Orelon per Haydn, Beethoven e Arensky, il Signum Saxophone Quartet che spazia da Grieg a Piazzolla, Marco Albonetti con il FontanaMix Ensemble per musiche dal mondo arrangiate da Fred Sturm e il folk avant-garde del trio sloveno Širom. 
Alla Fattoria Guiccioli, dove Anita Garibaldi morì nel 1849, è in scena l’opera di Gilberto Cappelli a lei dedicata.
La Zawinul Legacy Band 3.0 ripercorre l’odissea musicale del pioniere del jazz fusion e The Wall & Pink Floyd Greatest Hits unisce la MM Dance Company, i Pink Sonic, l’Orchestra Città di Ferrara e il Coro del Teatro Comunale di Ferrara, mentre con Rapsodia fantastica la musica di Giacomo Cuticchio incontra il Teatro dei Pupi del padre Mimmo e Vincenzo Capezzuto e il Motus Mandolin Trio celebrano la canzone napoletana nell’Ottocento.
A Cervia-Milano Marittima, Il Trebbo in musica include l’omaggio di Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello a Pino Daniele, Aldo Cazzullo e Moni Ovadia con Il romanzo della Bibbia, Mario Tozzi e il jazzista Enzo Favata per una disamina geologico-musicale del Mediterraneo, Dardust con il suo Urban Impressionism, una nuova produzione con Carlo Lucarelli, La Traviata sono io con Alessio Boni su testo di Filippo Arriva e la cantante Arooj Aftab con il suo più recente album Night Reign. 
Il tris di concerti al Pavaglione di Lugo si apre con la prima italiana di The Passion of Octavius Catto di Uri Caine, seguita dall’appuntamento con Enrico Rava e Stefano Bollani e quello con Malika Ayane, per la prima volta in “versione sinfonica” con l’Orchestra La Corelli.
Palazzo San Giacomo a Russi è la scenografia di La notte dello Spiritual Jazz con Lakecia Benjamin, Hamid Drake e James Brandon Lewis e La lunga notte irlandese con i Dervish, 
Derek Hickey, Mick O’Brien e Ciara Ní Bhriain e i Birkin Tree.Cantare amantis est
Al centro della rassegna Cantare amantis est, curata da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi, nel 2024 autori della Chiamata alle arti, c’è il canto nella sua dimensione corale.
Domenica 1 e lunedì 2 giugno cori di tutt’Italia prendono parte prove e lezioni su pagine verdiane con la guida di Riccardo Muti, mentre con Another Bach in the Wall saranno presentati i murales alla Mensa di Fraternità della Parrocchia di San Rocco realizzati da artisti della Chiamata alle arti e la Basilica Metropolitana ospiterà un concerto per il Giubileo.
Nelle basiliche
Il Festival ha commissionato una nuova sacra rappresentazione: Rut, raccolti di speranza è stata composta da Marianna Acito su libretto di Francesca Masi. 
Le messe in scena a tema sacro contano anche Membra Jesu Nostri di Dietrich Buxtehude, affidato al Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna, con il visual project dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, mentre l’oratorio San Giovanni Battista composto da Alessandro Stradella per l’anno giubilare 1675 è eseguito dall’Ensemble Mare Nostrum.
I 500 anni dalla nascita di Palestrina sono celebrati a San Vitale dai Tallis Scholars, insieme ai novant’anni di Arvo Pärt, e dall’ensemble vocale Odhecaton. Tallis, Odhecaton e Gruppo Vocale Heinrich-Schütz prenderanno parte anche a In templo Domini.
Un festival che danza
Il ritorno del gala Les étoiles curato da Daniele Cipriani chiude il programma estivo il 13 luglio in una versione pour homme, ma la danza rende tributo a Ennio Morricone con Notte Morricone del Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto (che propone anche le MicroDanze al Museo Classis).
Doppio omaggio a Micha van Hoecke con il riallestimento La dernière danse? ad opera di Miki Matsuse con il Balletto di Roma e la mostra fotografica La vie d’artiste.
In prima anche Fragolesangue di Monica Francia, Ida Malfatti e Zoe Francia Lamattina, un’esperienza collettiva che fa i conti con le narrazioni di un’altra epoca poetico-politica.

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Il teatro specchio del mondo

Con Lisistrata Marco Martinelli “rimette in vita” Aristofane nell’ambito del dialogo tra Ravenna e Parco Archeologico di Pompei. Se Lisistrata rappresenta l’impegno civile e pacifista, il ritratto dell’eroe moderno include Don Chisciotte ad ardere di Albe/Ravenna Teatro con i cittadini della Chiamata Pubblica; le tre ante del progetto (compresa l’inedita terza parte) saranno in scena fra Palazzo Malagola, Palazzo di Teodorico e Teatro Rasi. Il Grande Teatro di Lido Adriano si confronta invece con il Bhagavadgita, riletto con il coinvolgimento di decine di giovani e adulti della cosmopolita località della riviera. Le variazioni sul tema si completano con Del coraggio silenzioso, uno spettacolo di e con Marco Baliani. La sezione teatro include anche la prima di Ghosts di Fanny & Alexander, basato su racconti di fantasmi di Edith Wharton, e Finale di partita di Beckett secondo Nerval Teatro.

Trilogia d’Autunno
Intitolata L’invisibil fa vedere Amore, quest’anno la Trilogia d’Autunno (12-16 novembre) rinnova il dialogo fra Pier Luigi Pizzi e Accademia Bizantina e Ottavio Dantone ed è interamente dedicata a Händel, con due nuovi allestimenti di Orlando e Alcina, a cui si aggiunge l’esecuzione del Messiah, in questo caso con Dantone alla guida dell’Orchestra Cherubini e il Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”.





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