Periferie, “Suburbe”: il viaggio fotografico nei luoghi dove vivono gli “invisibili” della capitale”

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ROMA – La Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto (una delle sedi della Camera dei Deputati) ha ospitato la presentazione ufficiale di SuburbeViaggio nelle periferie invisibili della capitale. E’ un progetto multimediale curato dall’Associazione Giovanile Next Generation, con fotografie, testi e video di Arianna Massimi.

Le aree difficili di Roma protagoniste del racconto. Nel corso della presentazione è stato molto interessante ascoltare due testimonianze, tutte e due assai pertinenti con il tema della nuova fisiologia sociale delle periferie della capitale. Nel lavoro di Arianna Massimi sono state individuate alcune aree nei quartieri di Montespaccato, Pietralata, Furio Camillo, Villa Gordiani, Laurentino 38, Colli Albani e Rebibbia.

Quell’indicatore di vulnerabilità materiale che non funziona. Vincenzo Smaldore, responsabile editoriale della Fondazione Openpolis, ha messo in evidenza, tra l’altro, l’inadeguatezza dell’indicatore di vulnerabilità materiale, nelle valutazioni necessarie per l’uso dei fondi del PNRR. “Si osserva, ad esempio, il tasso di analfabetismo degli anziani, e non quello dei giovani. Il capitolo ‘Educazione’ non ne tiene conto. E poi – ha aggiunto – l’osservazione dei territori deve essere continua, così come aveva chiesto l’Istat, e non lo è.

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Municipi popolatissimi, come città italiane medio-grandi. “Nelle periferie romane, in alcuni Municipi ci possono vivere fino a 160mila cittadini residenti: numeri simili a città italiane medio-grandi. Dunque – ha detto ancora Smaldone – siamo di fronte a enormi complessità che hanno bisogno di processi di partecipazione dal basso, per quanto riguarda la scuola, i servizi sociali, i trasporti, cercando di tenere assieme tutti i livelli istituzionali coinvolti, evitando divisioni”.

Il racconto di Irene, 23 anni, da Villa Gordiani. L’altro intervento, che forse ha rappresentato di più con i suoi accenti emozionanti il senso del lavoro di Arianna Massimi, è stato quello di Irene Licastro, 23 anni, residente a Villa Gordiani. “Chi nasce in posti come questo dove sono cresciuta io – ha detto la giovane – non ha diritto a realizzare le sue ambizioni. Lo si può solo sognare. Le difficoltà economiche che tu avverti in famiglia, fin da piccola, ti abituano all’idea che tutto quello che pensi di fare nella vita, man mano che cresci te lo devi scordare. Il giorno più triste che ricordo – ha detto ancora Irene – è stato quello in cui ho smesso di suonare il violino. Studiare musica qui è un lusso. E mi accorgo anche, frequentando i miei amici, che si preclude a lungo andare anche il desiderio di impegnarci sul piano civile. Non ci viene proprio in mente”.

Il Bando Vitamina G. “Suburbe” è dunque un progetto che nasce per dare voce alle periferie meno raccontate di Roma, attraverso – appunto – le testimonianze di giovani sotto i 30 anni, come Irene, provenienti da quartieri come Torrevecchia, Montespaccato, Villa Gordiani, Pietralata, Rebibbia, Torraccia, Colli Aniene e Laurentino 38. Grazie alla vittoria nella seconda edizione del bando Vitamina G della Regione Lazio, Suburbe ha preso forma concreta in un libro fotografico e in una serie di podcast. In programma anche la produzione di un lungometraggio documentario.

La sfida ai pregiudizi. L’obiettivo del progetto è quello di sfidare i pregiudizi e rivelare la complessità delle periferie romane, andando oltre la narrazione dominante che spesso le dipinge esclusivamente come luoghi di marginalità e degrado. Suburbe è un viaggio nei quartieri invisibili della città, per esplorarne le sfide e le risorse, raccontando esperienze di solidarietà, mutualismo e resistenza quotidiana.

Un’indagine visiva e narrativa sulle periferie. Suburbe utilizza strumenti espressivi diversi – fotografie, testi, video e podcast – per documentare la vita nei quartieri periferici di Roma. Il progetto non si limita ad evidenziare le difficoltà economiche e sociali, ma valorizza le storie di inclusione e cooperazione che nascono in questi luoghi. Il lavoro di Arianna Massimi, fotografa e filmmaker, con un forte impegno nel Terzo Settore, si concentra sull’importanza di restituire un’immagine autentica e complessa di queste realtà.

I podcast. Sono stati realizzati da Kim Valerie Calingasan Vilale, giovane autrice che si dedica in particolare ai temi legati alle esperienze dei giovani che hanno un passato migratorio, diretto o che ha riguardato i genitori. Ed è un’ulteriore prospettiva per osservare da vicino la vita delle periferie romane.





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