per un’università transfemminista e intersezionale

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(English version below)

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, 8 marzo 2025, l’ADI aderisce con convinzione allo sciopero transfemminista promosso dal collettivo Non Una di Meno, e allo sciopero indetto da FLC nei settori scuola, università, ricerca, formazione professionale e AFAM. Nella giornata di sciopero le Sedi e lɜ sociɜ parteciperanno secondo le proprie possibilità, quelle che il lavoro di ricerca spesso poco riconosciuto e le forme para-contrattuali ibride e precarie consentono, sospendendo, rallentando o differendo le attività lavorative e/o di cura per l’intera giornata e supportando e partecipando a manifestazioni, iniziative e attività di formazione/informazione e sensibilizzazione legate ai temi dello sciopero.

Anche quest’anno, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, non c’è nulla da festeggiare. Il femminicidio continua ad essere un’emergenza, sottovalutata dalla politica e dalle istituzioni. Per il 2024, il sito femminicidioitalia.info riporta 34 vittime di femminicidio su 107 donne uccise. Per quanto riguarda la parità di genere, l’Italia è 87a (lo scorso anno risultava al 79° posto, il precedente al 63°) su 146 paesi, secondo il Global Gender Gap Index 2024 del World Economic Forum.

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In ambito accademico, la segregazione verticale e orizzontale nelle Università si presenta ancora a livelli inaccettabili. L’analisi di genere del rapporto Anvur 2023 rileva ancora una volta un divario di genere significativo che aumenta con la progressione di carriera (le donne sono il 42,3% delle associate, il 27% delle ordinarie, il 12,1 % delle rettrici), una sproporzione che è ben evidente anche nella composizione delle commissioni per l’ASN (le commissarie donne sono solo il 22,9%) e dei Nuclei di Valutazione (qui le donne sono il 36,5% dellɜ componenti).

Anche l’ultima indagine ADI (XI Indagine – Psicopatologia del Dottorato di Ricerca), che si è concentrata sulla salute mentale e sulle condizioni di lavoro dellɜ dottorandɜ di ricerca, ha confermato, anche in tal senso, una evidente disparità di genere, rilevando come le donne siano più esposte a discriminazioni e soffrano di un gap salariale anche nell’ambito del dottorato, con effetti particolarmente importanti su ansia e stress.

Infine, i dati relativi alle persone transgender e gender non-conforming sono pressoché irreperibili e le carriere alias ancora poco diffuse nelle nostre università, impedendo il monitoraggio della situazione e ostacolando politiche mirate e rivendicazioni, causando un clima ulteriormente difficile e discriminante.

Per un’università transfemminista e intersezionale.

ADI joins the transfeminist strike: for a transfeminist and intersectional university

On the occasion of the International Women’s Rights Day, 8 March 2025, ADI joins with conviction the transfeminist strike promoted by the collective Non Una di Meno, and the strike called by FLC in the school, university, research, vocational training and AFAM sectors. On the day of the strike, the Local Branches and the members will participate according to their possibilities, those that the often poorly recognised research work and the hybrid and precarious contractual forms allow, by suspending, slowing down or postponing work and/or care activities for the whole day and supporting and participating in demonstrations, initiatives and training/information and awareness-raising activities related to the strike themes.

Once again this year, on International Women’s Rights Day, there is nothing to celebrate. Femicide continues to be an emergency, underestimated by politics and institutions. For 2024, the website femminicidioitalia.info reports 34 victims of femicide out of 107 women killed. As far as gender equality is concerned, Italy is 87th (last year it was 79th, the previous year 63rd) out of 146 countries, according to the World Economic Forum’s Global Gender Gap Index 2024.

In Academia, vertical and horizontal segregation in universities is still at unacceptable levels. The gender analysis of Anvur (2023 report) once again reveals a significant gender gap that increases with career progression (women make up 42.3% of associates, 27% of ordinaries, and 12.1% of deans), a disproportion that is also clearly evident in the composition of commissions for the ASN – National Scientific Habilitation – (female members are only 22.9%) and of the Evaluation Boards – Nuclei di Valutazione – (here women are 36.5% of the members).

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The most recent ADI survey (XI Survey – Psychopathology of the PhD), which focused on the mental health and working conditions of PhDs, also confirmed a clear gender inequality in this respect, noting that women are more exposed to discrimination and suffer from a salary gap even in the PhD field, with particularly significant effects on anxiety and stress.

Finally, data on transgender and gender nonconforming people are almost unavailable and alias careers are still uncommon in our universities, preventing monitoring of the situation and hindering targeted policies and claims, causing a further difficult and discriminatory climate.

For a transfeminist and intersectional university.

 



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