Un incubatore di idee, un luogo dove imprenditori, designer, sviluppatori e creativi possono collaborare per dare vita a progetti unici. In un mondo in continua evoluzione, l’innovazione è fondamentale per rimanere competitivi. E la missione di 012factory Spa, un innovation hub certificato e incubatore di startup e Pmi innovative (Mimit), è accompagnare le imprese nel loro percorso di nascita, crescita e consolidamento della posizione sui mercati. Guidato dal Ceo Sebastian Caputo, l’azienda conta 52 startup e Pmi innovative incubate e sostiene 11 associazioni che lavorano su temi cruciali come diritti civili, disturbi del comportamento alimentare, cooperazione internazionale, benessere degli animali ed educazione. Nel corso degli anni, l’incubatore con sede in viale Carlo III di Borbone a Caserta ha visto nascere numerosi progetti di successo che hanno saputo conquistare il mercato. Startup che operano nei settori della tecnologia, del design, della sostenibilità e dell’arte hanno trovato in 012factory un alleato prezioso per la loro crescita.
Alla 012factory ha trovato il suo trampolino di lancio anche il team di Alessandro Franzese, 32enne nato a San Giuseppe Vesuviano, vissuto a Palma Campania, militare alla Nunziatella, laurea triennale a Salerno e specialistica alla Bocconi di Milano. Quindi un percorso di formazione e lavoro in una startup che lo ha portato in Sud Africa, poi nelle Filippine e a Londra per rientrare in Italia, a Carpi, dove si è tuffato nel fashion sector lavorando, per acquisire i rudimenti del mestiere, nel settore della produzione di abiti da donna. A questo punto, la svolta: l’incontro con l’incubatore casertano e il salto nel futuro con un sogno che diventa realtà. L’idea? Dare alle donne un guardaroba infinito. Un’intuizione che arriva quando Alessandro sente la sua compagna dire per l’ennesima volta «non ho niente da mettere, dopo aver rovistato in due armadi pieni di vestiti». Questo per Franzese, che dal 2020 lavora gomito a gomito con Raffaele Solaro e Antonio Carmine Napolitano, è l’incipit di un viaggio che ha portato alla costituzione di Pac, una startup del fashion tech che, attraverso la piattaforma The Paac, utilizza un algoritmo supportato dall’intelligenza artificiale per offrire agli utenti un servizio di leasing di abbigliamento sostenibile e smart. «È il Netflix dell’abbigliamento, un servizio che consente di ricevere a casa o in un punto di ritiro, i capi richiesti – compresi accessori, a eccezione di scarpe e intimo – per la durata di due o quattro settimane, a seconda del pacchetto che si sceglie. Allo scadere del tempo, il pacco viene ritirato e contestualmente viene consegnata un’altra box con altri capi scelti sempre dalla cliente che ha, comunque, la possibilità di acquistarli, usufruendo di uno sconto del 25%», racconta il Ceo. C’è poi una terza opzione: ordinare abiti e accessori solo per un’occasione speciale. In questo caso, i vestiti «che possono essere nuovi o usati, ma pronti per l’utilizzo, sono consegnati per l’evento giornaliero».
Startup di Caserta e Pmi innovative: vincono in Terra di lavoro
Questo il servizio offerto da Pac che ha anche la possibilità «di confezionare per la cliente già delle box ad hoc, che possono – spiega ancora Franzese – essere scelte per il noleggio oppure declinate». Un suggerimento, dunque, che può più o meno essere colto. Anche perché di capi di abbigliamento e di accessori ce ne sono tanti nella vetrina del sito, per tutti i gusti e tutte le tasche. «Collaboriamo con più di venti brand per consentire di noleggiare abiti, contrastando quindi il fast fashion e garantendo una maggiore sostenibilità ambientale. Da un lato permette alle donne di poter cambiare look a seconda del momento e dall’altro evita lo spreco», dice Franzese. Ma Pac fornisce anche servizi di setup leasing, rental e resale di abbigliamento per altri brand. «Effettuiamo un’azione di coordinamento con i nostri partner e creiamo e gestiamo piattaforme di rental di alcuni brand – conclude il Ceo -. Ad esempio abbiamo realizzato il progetto Pinko Play e Pinko Outlet». Un nuovo modo di fare moda, una diversa definizione del lusso, un’insolita customer journey, hanno portato The Paac sul podio dell’Htsi luxury start up award dove ha ricevuto il premio nella categoria Start up customer-oriented, riconoscimento dedicato alle start-up che stanno rivoluzionando il mondo del lusso attraverso innovazione, sostenibilità e visione.
E la sua storia ha attratto anche l’attenzione del programma tv «Linea Verde» che nella puntata in onda il 15 marzo parlerà dei giovani rivoluzionari della moda contemporanea che hanno dato un nuovo valore ai vestiti.
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