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Il percorso verso l’Agenda Urbana 2050, presentata ufficialmente a febbraio, è già iniziato; ieri la Loggia ha dato ufficialmente avvio all’iter suo complementare, quello per costruire la nuova variante al Piano di Governo del territorio (PGT). Due strade e due strumenti che serviranno a intrecciare visione e azione, per raggiungere lo scopo auspicato dall’amministrazione Castelletti trasformare la città in un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e integrato, che faccia di Brescia davvero una “città europea”.
La quinta variante al Pgt
La delibera che apre al lavoro per la nuova variante approderà in commissione Urbanistica il prossimo lunedì. Un passo decisivo per ridefinire lo sviluppo urbano della città: evoluzione della variante generale del 2016, introduce una visione ambiziosa per rispondere alle sfide attuali e future della città. A cominciare dal recupero di aree dismesse e del patrimonio edilizio obsoleto, che dovranno diventare spazi moderni e funzionali per i cittadini. La sostenibilità ambientale è al centro di questa strategia: il piano prevede interventi mirati per bonificare aree inquinate e adattare la città ai cambiamenti climatici, integrandosi con il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Questo dovrebbe tradursi anche un impegno per una mobilità più verde, con l’espansione di piste ciclabili, il potenziamento dei trasporti pubblici e una progressiva riduzione della dipendenza dall’auto privata.
Un altro pilastro della variante è l’adesione al modello della “città dei 15 minuti”, in cui servizi essenziali come scuole, negozi, ambulatori e spazi ricreativi risultano accessibili a piedi o in bicicletta entro un quarto d’ora da qualsiasi punto della città: un approccio che punta a rendere la città più vivibile e inclusiva, alla portata di una popolazione che invecchia. Ma si guarda anche al futuro e all’obiettivo di attrarre nuovi abitanti, ottimizzando lo spazio urbanizzato per garantire competitività a livello europeo: in questa direzione, l’impegno della Loggia attraverso il PGT sarà quello di rafforzare il ruolo della città come polo attrattivo, sostenendo servizi sovracomunali come sanità e università e promuovendo programmi innovativi di edilizia residenziale e sociale.
Di sostenibilità si parla anche dal punto di vista economico: la nuova variante, annuncia l’amministrazione, valorizzerà in particolare il commercio di vicinato, considerato vitale per le comunità locali. Ma anche il turismo: il futuro immaginato in questo frangente dalla delibera che avvia il percorso del PGT è quello di una “città dell’accoglienza”; futuro da perseguire immaginando interventi architettonici di alto livello che incentivino la sperimentazione e il coinvolgimento di talenti emergenti. Questo sforzo si accompagna alla volontà di garantire un’equa accessibilità ai servizi, potenziando le comunità e immaginando una città che sia all’altezza delle sfide contemporanee.
L’Agenda Urbana 2050 per una visione a lungo termine
A completare questa strategia è l’Agenda Urbana 2050, uno strumento di coordinamento delle politiche urbane pensato per costruire una visione della città orientata allo sviluppo sostenibile. Ufficialmente lanciato all’inizio di febbraio con un evento al Teatro Borsoni, il percorso per costruirla è stato illustrato nell’ultima commissione Urbanistica dall’architetto Valerio Barberis, chiamato dalla Loggia a seguirne lo sviluppo. Urbanista di spicco e docente al Politecnico di Milano, Barberis è noto per il suo approccio integrato alla pianificazione sostenibile: “L’Agenda non ha una scadenza”, spiega, e, se costruita con cittadini e stakeholder, “diventa uno strumento molto condiviso le cui scelte strategiche sono supportate da una condivisione di intenti”.
Le città, ha ricordato l’architetto, sono al centro di dinamiche complesse: in Europa oltre il 73% della popolazione vive in aree urbane, dove si concentrano opportunità di lavoro, innovazione e cultura. Tuttavia, queste stesse aree sono responsabili di oltre il 75% delle emissioni climalteranti, contribuendo all’emergenza climatica e subendone gli effetti. “Brescia, con la sua agenda urbana, si propone di affrontare queste sfide, intrecciandola con iniziative come il Piano del Clima e il Piano Strategico della Cultura. A differenza di città come Torino, che ha puntato sulla cultura per superare una crisi post-industriale, o Bilbao, rinata dopo declino e alluvioni, sceglie di agire in un momento di stabilità, mostrando una lungimiranza proattiva”.
Gli asset territoriali
Un aspetto cruciale del percorso, che è già iniziato, sarà rappresentato “dagli asset territoriali, elementi che definiscono l’identità unica di Brescia”, ha puntualizzato Barberis. Un esempio concreto è il distretto siderurgico bresciano, frutto di una combinazione di posizione geografica strategica, tradizione industriale e competenze locali. “Un settore che non poteva che nascere qui”. Questi asset, che includono anche il patrimonio culturale e la vocazione manifatturiera, sono il cuore della strategia: non si tratta di copiare modelli altrui, ma di valorizzare ciò che appartiene a Brescia. Il posizionamento strategico della città dovrà guardare a come questi punti di forza si collocano in un mondo globale, attraversato da investimenti come la TAV e da rivoluzioni come l’intelligenza artificiale e la robotica. Così da rispondere alle sfide del futuro – clima, innovazione, inclusione – senza perdere di vista ciò che rende Brescia una “locomotiva” del Paese, pronta a restare competitiva e sostenibile.
La prima fase dell’iter che dovrebbe arrivare a questo esito si concluderà entro giugno 2025: il focus, al momento, è sulla mappatura delle attività esistenti e sull’ascolto della comunità, coinvolgendo anche le giovani generazioni. Nel secondo semestre dell’anno si passerà alla stesura vera e propria del documento: un lavoro dinamico destinato a integrarsi con altre pianificazioni, come la variante al PGT. “La stesura sarà l’inizio di un lavoro, non la conclusione”, precisa Barberis. “E questa fase iniziale di ascolto è essenziale: solo così costruiremo politiche che siano comprese e fatte proprie dalla città”.
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