Il governo impugna la legge regionale sul turismo votata a fine dicembre da Pd, Italia Viva e 5 Stelle, ritenendola incostituzionale.
La finalità della legge, votata non solo dalla maggioranza di dem e renziani ma alla quale si erano aggiunti anche i pentastellati con il voto della consigliera regionale Silvia Noferi, che aveva fortemente appoggiato il provvedimento, era in primis quello di consentire ai principali comuni toscani, una novantina, di porre limiti al proliferare di Airbnb e affitti brevi, in assenza di normative nazionali.
Un modo, tra le altre cose, per dare copertura alla volontà del Comune di Firenze – ma non solo, perché anche sindaci di destra avevano guardato con favore alla possibilità di mettere dei limiti, tra questi Michele Conti di Pisa e Mario Pardini di Lucca – di limitare appunto l’esplosione degli affitti brevi a scapito della residenza e con l’effetto di far lievitare i costi degli affitti (ma anche delle compravendite) fino a prezzi da capogiro.
“La proprietà privata è sacra, ognuno con casa proprio fa ciò che vuole”, il messaggio rilanciato a tambur battente dalla destra, in particolare da Forza Italia, che con il consigliere regionale Marco Stella annunciò subito nuovi ricorsi, appoggiando le proteste delle associazioni che curano gli interessi dei grandi proprietari immobiliari e che gestiscono a Firenze anche centinaia di appartamenti.
“Giusta e sacrosanta l’impugnazione da parte del governo della legge della Regione Toscana sul turismo. Le norme riguardanti gli affitti brevi sono palesemente incostituzionali. È una vittoria storica di Forza Italia, che da subito ha condotto una battaglia quasi in solitaria contro questa legge”, dice il consigliere forzista.
“La legge contempla la possibilità per i Comuni a più alta densità turistica di individuare, di concerto con la Regione, zone o aree in cui definire criteri e limiti per lo svolgimento delle attività di locazione breve di immobili per finalità turistiche, e consente ai Comuni di proibire o addirittura limitare nei giorni le locazioni turistiche. Si tratta di una legge contro la proprietà privata, un attacco alla casa e alla libertà individuale, e giustamente il governo l’ha impugnata”, esulta Stella, candidatosi nei giorni scorsi, assieme alla collega di partito e deputata Deborah Bergamini, a candidato presidente della Regione Toscana per Forza Italia in vista delle prossime elezioni regionali di ottobre.
Per il governo guidato da Giorgia Meloni la nuova norma toscana – Testo unico del turismo – è incostituzionale, in particolare perché porrebbe limiti alla libertà di impresa violando gli ambiti di autonomia regionale concessa dalla Costituzione: nel ricorso del governo si parla di violazione degli articoli 3, 41, 42, 117.
In attesa della decisione della suprema corte si fa sentire anche Fratelli d’Italia, con il senatore fiorentino Paolo Marcheschi: “L’impugnazione della legge della Regione Toscana sugli affitti brevi è un atto doveroso contro l’ennesimo tentativo velleitario di farsi le leggi da soli”.
Dall’altra parte, del resto, il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessore regionale al turismo Leonardo Marras si dicono “fiduciosi” sulla prossima pronuncia.
“Eravamo coscienti che il governo avrebbe impugnato la legge. D’altra parte, e mai era successo prima d’ora, ben otto sono stati i ministeri che in queste settimane hanno presentato osservazioni, spesso capziose. Naturalmente siamo convinti di avere ragioni da vendere e dunque la giunta regionale, una volta letto il ricorso, si difenderà e si costituirà in in giudizio presso la Corte costituzionale, partendo innanzitutto dal fatto che il turismo è una materia di competenza della Regione e che abbiamo quindi pieno titolo di legiferare secondo le esigenze del turismo”, rispondono Giani e Marras.
“Ci saremmo aspettati che invece di assumere una posizione pregiudiziale sul piano politico, ci fosse stato un comportamento diverso. La legge regionale toscana innova il sistema turistico e lo colloca su un piano diverso, che guarda al futuro senza posizioni conservative o arrendevoli, come quelle di coloro che sostengono posizioni retrograde e pensano che basti mettere la testa sotto la sabbia per non sottrarsi alla necessità di governare i processi in evoluzione. Il futuro del turismo sarà sempre di più fatto di flussi in aumento, di grande condizionamento della tecnologia, della necessità di professionalizzare veramente, attraverso l’impegno delle imprese, il lavoro che deve essere sempre più sicuro, sempre meno povero, sempre più qualificato. La nostra legge – aggiungono – garantisce tutto questo e ci aspettiamo che anche l’Italia si doti di strumenti di questo genere e che quindi la Consulta faccia giustizia e ci permetta di andare avanti”.
La giunta di Palazzo Vecchio guidata da Sara Funaro ha del resto rinnovato il provvedimento già adottato in passato dall’ex sindaco Nardella per limitare – per molti con grande ritardo, con i buoi già scappati come si suol dire – proprio gli affitti brevi in centro, in area Unesco. Provvedimento in passato già bocciato dalla giustizia amministrativa e sul quale nei prossimi mesi tornerà a pronunciarsi il Tar toscano.
Anche la prima cittadina di Firenze non ha mancato dunque di farsi sentire: “Dal governo ci saremmo aspettati un intervento normativo sul turismo che fornisse strumenti concreti ai Comuni e invece va contro a una legge che dà finalmente le risposte di cui abbiamo bisogno. Noi continueremo ad andare avanti sostenendo la Regione e con le nostre azioni e proseguiremo nel chiedere al governo le risposte necessarie”. Non resta che attendere la sentenza dei giudici (sempre che poi la si accetti anche quando non piace).
Sugli affitti brevi Schmidt vota la proposta del Pd tra le proteste del centrodestra
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