Dopo settimane di schermaglie e frecciatine a distanza, il tanto atteso via libera è arrivato. La Regione Lazio ha approvato senza riserve la delibera con cui il Comune di Roma ha riscritto le Norme Tecniche di Attuazione (Nta) del piano regolatore, il cuore pulsante della pianificazione urbanistica della Capitale.
Un passo fondamentale per dare nuova linfa alla rigenerazione urbana, snellire la burocrazia e tentare di ripopolare il centro storico, senza compromettere la tutela dell’Agro romano.
Quella che sembrava destinata a diventare una battaglia politica tra centrodestra e centrosinistra si è conclusa in maniera inaspettatamente pacifica. Il “patto di non belligeranza” ha retto, con buona pace di chi – sia in Regione che in Campidoglio – sperava in uno scontro frontale tra il presidente Francesco Rocca e il sindaco Roberto Gualtieri.
Un iter lungo un anno e mezzo
La delibera approvata lo scorso dicembre dall’assemblea capitolina è il frutto di oltre un anno e mezzo di lavoro. Un cantiere normativo portato avanti dall’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, dal Dipartimento Urbanistica e dalla commissione consiliare presieduta dal civico Tommaso Amodeo.
Le modifiche introdotte puntano a semplificare i cambi di destinazione d’uso per favorire la riqualificazione degli edifici esistenti, snellire la burocrazia, incentivare gli interventi di rigenerazione urbana e proteggere l’Agro romano da nuove colate di cemento.
Il via libera della Regione (quasi) a sorpresa
Il passaggio più delicato era proprio quello in Regione. Francesco Rocca aveva mandato segnali ambigui, lasciando intendere che avrebbe valutato con la massima attenzione la delibera comunale e non escludendo un intervento diretto per bloccare l’atto.
«Se non sarò convinto lo farò, con tutti i passi necessari» aveva dichiarato il presidente della Regione il 14 febbraio, proprio mentre il Campidoglio presentava il “patto” con la città sulle nuove regole urbanistiche.
Un messaggio che sembrava preludere a una lunga partita politica. E invece, appena 48 ore dopo aver ricevuto la delibera, la Direzione Urbanistica regionale si è messa al lavoro, dando il via libera con una rapidità che ha sorpreso molti osservatori.
L’ombra delle tensioni politiche
Il via libera della Regione non ha mancato di sollevare qualche malumore. L’ex assessore all’Urbanistica della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, da mesi in prima linea nella battaglia contro le nuove regole, ha parlato apertamente di “aggressione al patrimonio agricolo”.
Anche in Campidoglio, le opposizioni di centrodestra avevano fatto fuoco e fiamme contro le modifiche, accusando Gualtieri e Veloccia di voler aprire la strada alla speculazione edilizia. Ma alla fine, la politica del dialogo ha prevalso.
Cosa cambia davvero per Roma
Con il semaforo verde della Regione, Roma può finalmente avviare una stagione di rigenerazione urbana che potrebbe cambiare volto alla città. Tra le principali novità:
Snellimento delle procedure per i cambi di destinazione d’uso degli immobili esistenti
Incentivi per la rigenerazione di edifici abbandonati o sottoutilizzati
Maggiore tutela dell’Agro romano
Nuove regole per il centro storico, con l’obiettivo di riportare residenti nei quartieri più turistici
Semplificazione delle pratiche edilizie
La partita politica non è finita
Nonostante l’accordo di facciata, i malumori covano ancora sotto la cenere. La sostituzione dell’ex assessore regionale Pasquale Ciacciarelli con il forzista Giuseppe Schiboni potrebbe spostare l’ago della bilancia nei prossimi mesi.
Intanto, Gualtieri e Veloccia incassano un successo politico importante, ma la vera sfida inizierà ora: tradurre le nuove regole in cantieri, interventi concreti e soprattutto risultati visibili per i cittadini.
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