Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
«È una gioia pura poter offrire a Roma e all’Italia una mostra epocale, per le novità, gli studi e le ricerche che la caratterizzano», afferma Thomas Clement Salomon, curatore e direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Palazzo Barberini-Galleria Corsini di Roma, in occasione della conferenza stampa il 6 marzo 2025.
L’esposizione include ventiquattro capolavori da collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali. In più, l’unico dipinto murale di Caravaggio, che si trova nel casino dell’Aurora. «È la più grande concentrazione di dipinti di Caravaggio. Qualcosa di non replicabile, non nei prossimi anni, ma nei prossimi decenni», commenta Salomon.
«La mostra è molto scientifica e sappiamo già che solleverà dibattiti», spiega Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese e curatrice. «Lo scopo è quello di fare il punto su quello che sappiamo adesso su questo grande maestro. Il catalogo, edito da Marsilio, e un programma di conferenze renderanno conto di tutti gli studi fatti», aggiunge la curatrice e storica dell’arte Maria Cristina Terzaghi.
Un successo annunciato, con già sessantamila biglietti venduti, ancor prima dell’inaugurazione.
Novità e prestiti eccezionali
«La mostra ha richiesto un grandissimo impegno. Non sarebbero bastati tre anni di lavoro, noi ci siamo riusciti in un anno», commenta Solomon.
Opere appartenenti a collezioni private, raramente visibili, sono restituite al pubblico. È il caso dell’Ecce homo, riscoperto a Madrid nel 2021, che torna per la prima volta in Italia dopo quattro secoli. In mostra anche il ritratto di Maffeo Barberini, recentemente svelato. Pubblicato da Roberto Longhi nel 1963, il dipinto non era mai stato esposto fino a pochi mesi fa, proprio a Palazzo Barberini. È inclusa anche la Conversione di Saulo della Cappella Cerasi, di proprietà della famiglia romana Odescalchi.
«Chiedere in prestito un Caravaggio è come chiedere un’estradizione», spiega Salomon. Grazie alla collaborazione con grandi musei internazionali, importanti opere tornano a Roma. Tra queste, i Musici dal Metropolitan Museum di New York e i Bari dal Kimbell Art Museum di Fort Worth. La Santa Caterina da Siena, che fa da locandina all’esposizione, torna a Palazzo dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
La Galleria Borghese di Roma ha contribuito con dei quadri «fondamentali per comprendere l’evoluzione artistica di Caravaggio». Nella prima sala si trova il Bacchino malato, «che testimonia il periodo in cui l’artista è appena arrivato a Roma in un ambiente come quello botteghe, dove lavora all’inizio, e in un mercato pieno di dinamismo e rivalità», spiega Cappelletti. Il Davide con la testa di Golia «è stato datato intorno al 1607, ma sappiamo già che non tutti sono concordi. Chissà, magari alla fine della mostra lo sposteremo nell’ultima sala», commenta con un sorriso.
Il percorso espositivo
Quattro sezioni racchiudono un racconto cronologico, che segue gli snodi della biografia dell’artista: dall’arrivo a Roma nel 1595 alla morte a Porto Ercole nel 1610. «Ma c’è anche la possibilità di seguire percorsi più trasversali, quelli della committenza, grazie alle didascalie ragionate, in cui abbiamo messo in evidenza la provenienza dei dipinti», spiega Terzaghi.
«Uno degli scopi è quello di dare la possibilità, sia al pubblico che agli studiosi, di fare dei confronti». È il caso dei tre dipinti Marta e Maria Maddalena, Giuditta decapita Oloferne e Santa Caterina d’Alessandria, che vedono come protagonista una bellissima modella, forse identificabile con la cortigiana Fillide Melandroni. «Caravaggio si comporta come un regista e le fa vestire i panni ogni volta di un’attrice diversa, la illumina di una luce diversa», commenta la storica dell’arte.
A chiudere la mostra è la Sant’Orsola, l’ultima opera realizzata da Caravaggio, concessa in prestito dal partner ufficiale Intesa San Paolo. «Negli ultimi mesi il dipinto è stato oggetto di un restauro straordinario, che ha coinvolto quaranta esperti, i migliori in Italia», spiega Marco Coppola, Direttore Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Direttore Generale delle Gallerie d’Italia.
Per l’occasione, una cornice coeva in legno di pioppo, delimitata da fasci di 23 centimetri, impreziosisce il dipinto. «Per proteggere l’opera da umidità e sbalzi termici, abbiamo predisposto un sistema di isolamento e una nuova cassa di alluminio, materiale che viene usato per le navicelle spaziali. Sembra assurdo, ma fa capire l’importanza di quest’opera d’arte, un patrimonio dell’umanità», conclude Coppola.
Caravaggio 2025: nuove iniziative di inclusività
«Da questa grande mostra parte una sperimentazione per rendere la visita accessibile a tutti i tipi di pubblico», spiega Letizia Casuccio, direttrice del partner tecnico Coop Culture. Sono previste visite guidate speciali con esperti LIS (Lingua dei Segni Italiana) e CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), per persone con disabilità sensoriali e comunicative, e visite laboratorio con supporti tattili per visitatori con disabilità visive.
Oltre a questo, una serie di materiali gratuiti accessibili a tutti: guide “easy to read”, con linguaggio semplice e immagini chiare per chi ha difficoltà di lettura o cognitive, e una FamilyMap per i bambini, per esplorare giocando in autonomia la mostra.
Per maggiori informazioni sulla mostra si può visitare il sito di Palazzo Barberini, nella sezione Caravaggio 2025 a questo link.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link