Reti bucate e sotto pressione, i calabresi lamentano rubinetti a secco e bollette onerose

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COSENZA «A causa di una rottura della condotta si è provveduto ad interrompere l’erogazione idrica. Il servizio riprenderà ad ultimazione lavori». E’ il classico avviso che compare ormai quasi quotidianamente sulle bacheche facebook dei calabresi costretti a fare i conti con perdite di acqua da record e rubinetti a secco ormai all’ordine del giorno. Solo qualche mese fa, avevamo raccolto lo sfogo di una avvocata residente a Cosenza, in piazza Salvatore Spiriti, alle prese con i quotidiani disagi legati all’atavica assenza della risorsa idrica. «Se una sera faccio più tardi al lavoro, rischio di non lavarmi…». Ogni sera in via Popilia (periferia in questo simile ad altre zone di Cosenza, anche del centro) l’erogazione idrica viene sospesa a partire dalle 20:00 e sino alle 6:30 del mattino seguente «e nelle ore precedenti alle 20:00 abbiamo un depotenziamento del flusso» denuncia Valentina Moretti. Pranzi, cene e docce organizzate, orologio in mano, per i calabresi privi di autoclave.
E se l’assenza di acqua nella città dei bruzi è diventata ormai satira di costume, anche nel resto della regione si segnalano disagi e disservizi. Sorical, la società che gestisce la risorsa idrica calabrese, riempie la propria bacheca su Meta di avvisi relativi a lavori di intervento. «Acquedotto Savuto, ramo nord, lavori ultimati, il servizio riprenderà in modo graduale. Nelle prossime ore e nella mattinata di domani probabili disservizi nelle zone collinari di Lamezia» e «Reggio Calabria, rottura elettropompa impianto Pettogallico per serbatoio Sambatello. Disservizio per l’intera giornata di domani 4 marzo su Sambatello, Diminniti e San Giovanni di Sambatello», per citare due degli ultimi avvisi.

La dispersione

Criticità diffuse a macchia d’olio in tutto il territorio calabrese, ma in Italia – come riporta Istat in un dettagliato report riferito ai dati del 2022 – l’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile (pari al 42%) soddisferebbe le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno. Una volta immessa in rete, la distribuzione dell’acqua avviene convogliando la risorsa in tubazioni progressivamente più piccole per arrivare agli utenti finali (abitazioni, negozi, uffici). Lungo questo percorso la dispersione si accentua, la colpa è della vetustà delle reti di distribuzione (perdite fisiche, o reali, dovute alla mancata tenuta dei giunti, usura e rottura delle tubazioni), e per una quota minima (circa 3%), delle cosiddette “perdite apparenti”: acqua distribuita e non effettivamente contabilizzata a causa di allacci abusivi ed errori di misura dei contatori.
Ai dati riportati in un report di Cittadinanzattiva, si aggiunge quello della Calabria dove, nel 2020, «il 45% di acqua immessa nelle tubature e non è stata erogata». Secondo Istat, invece, nel 2022 la quota di famiglie che lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle loro abitazioni è pari al 9,7% (era il 9,4% nel 2021), dato stabile nell’ultimo triennio. Il disservizio investe, pur in percentuali molto diverse, tutte le regioni. Tra queste, circa il 70% è residente nel Mezzogiorno (1,7 milioni di famiglie), con Calabria e Sicilia le più esposte ai problemi di erogazione dell’acqua nelle abitazioni.

La spesa

Reti bucate, acqua a singhiozzo e portafoglio vuoto. E’ stata di 349 euro la cifra spesa per la bolletta idrica da una famiglia calabrese nel 2023 (la media nazionale è pari a 478 euro), con un aumento del 4% rispetto al 2022 e del 17,7% negli ultimi 5 anni. In più di due terzi dei capoluoghi di provincia italiani le tariffe sono aumentate e l’incremento maggiore, rispetto all’anno precedente, si registra a Vibo Valentia con il 16%. Sono alcuni dati emersi dal XIX Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.
Rispetto al 2022 le principali variazioni in aumento sono avvenute nell’area meridionale (+4,3%), segue l’area settentrionale (+4,0) e quindi quella centrale (+3,8%). Notevoli le differenze tariffarie anche fra i singoli capoluoghi di provincia della stessa regione: in Calabria si va dai 449 euro di Crotone ai 184 di Cosenza passando per i 427 di Reggio Calabria, i 410 di Vibo e i 276 di Catanzaro. (f.benincasa@corrierecal.it)

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