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Da poco è stato il compleanno di una delle grande dive della Hollywood che fu, protagonista di film che sono nella storia del cinema: Kim Novak
La bionda protagonista de La donna che visse due volte, per alcuni il capolavoro di Alfred Hitchcock e coprotagonista con Rita Hayworth di uno dei film più amati dalla sottoscritta, Pal Joey, da anni si è ritirata dalle scene.

Diversamente dalla sua immagine di bambolona bionda, Kim Novak è stata una donna che, per quanto ha potuto, nella Hollywood di quegli anni, ha combattuto per la sua libertà.
Kim Novak e Sammy Davis
Marilyn Pauline Novak è nata a Chicago, Illinois, da genitori di origine ceca. Vinse una borsa di studio al Chicago Art Institute, ma per mantenersi iniziò a fare la modella. Grazie al titolo di “Miss Deepfreeze” ottenuto alla convention di un’azienda di frigoriferi, entrò nel mirino della Columbia Pictures.
Nel 1954 il capo dello studio Harry Cohn tentò di trasformarla nella nuova Marilyn Monroe. Pur accettando il cambio di nome in “Kim”, rifiutò di abbandonare il suo cognome ceco. Ci voleva del fegato per resistere a Cohn.
Nel 1957 incontrò al Chez Paree di Chicago Sammy Davis. Lui era già un artista affermato. Era evidente ci fosse intesa, ma nessuno fece il primo passo.
Facciamo un tuffo nel passato. L’industria dell’intrattenimento americana degli anni Cinquanta osservava un codice razziale non dichiarato ma rigorosamente applicato. Mentre gli artisti neri potevano intrattenere il pubblico bianco, qualsiasi accenno a relazioni intime interrazziali era tabù. Gli studios controllavano l’immagine pubblica delle loro star con il pugno di ferro.
Il ruolo di Cupido spettò alla coppia Tony Curtis e Janet Leigh. Durante una festa a casa loro Davis e Novak furono liberi di parlare e di piacersi.
Ciò che rendeva particolarmente affascinante la loro attrazione era la sua complessità. Per Novak, la relazione era una forma di ribellione al controllo soffocante della Columbia Pictures. Lo studio, e in particolare il suo famigerato capo Harry Cohn, controllava ogni aspetto della sua vita, dal colore dei capelli agli appuntamenti. Davis, nel frattempo, aveva le sue motivazioni. Nei suoi scritti successivi, ammise che uscire con “la ragazza più bianca e famosa del mondo” aveva un certo fascino, era un modo per sfidare il sistema che gli ricordava costantemente il suo posto di intrattenitore nero. Famoso, ricco, ma pur sempre nero.
Ciò che era iniziato come una ribellione si mutò ben presto in qualcosa di più profondo. Novak avrebbe in seguito descritto la “qualità fanciullesca” di Davis che la attirava, mentre Davis trovò in Novak uno spirito affine che comprendeva il peso di essere una “merce” per lo star business.
I loro incontri clandestini richiedevano un’elaborata pianificazione: Davis entrava nella casa di Kim in auto, ma nascondendosi sotto delle coperte, perché la casa era sorvegliata dagli agenti degli studios. Altre volte affittavano appositamente una casa sulla spiaggia.
La relazione sarebbe rimasta privata se non fosse stato per la macchina del gossip hollywoodiana. Qualcuno alla fatidica festa aveva notato la complicità tra i due ed aveva informato Dorothy Kilgallen, editorialista della catena di giornali Hearst. Nella sua rubrica di gossip, la signora pubblicò questo post “muto”: “Which top female movie star (K.N.) is seriously dating which big-name entertainer (S.D.)?”
Inutile dire che i dirigenti della Columbia mangiarono la foglia in un attimo. Harry Cohn, che aveva investito molto nella creazione dell’immagine della Novak, vide la relazione come una minaccia agli interessi finanziari del suo studio.
Cohn, grazie ai suoi contatti con la mafia, avrebbe fatto serie minacce a Davis. L’ultimatum era: sposare una donna nera entro quarantotto ore o subire gravi conseguenze.
Sammy Davis sapeva bene come girava il mondo e decise di sposare Loray White, una cantante abbastanza nota. Il matrimonio fu una farsa: Davis avrebbe bevuto pesantemente durante la cerimonia e tentato il suicidio la sera stessa. Il matrimonio fu annullato nel giro di pochi mesi. L’entertainer continuò la sua carriera, ma portò con sé tutto il dolore di quella storia. Il successivo matrimonio con l’attrice svedese May Britt, nel 1960, lo portò nuovamente a scontrarsi con i benpensanti, anche se, a quel punto, il suo status di membro del Rat Pack gli offrì una certa protezione.
Kim e Sammy si incontrarono due volte dopo la fine della loro storia. La prima nel 1979 in occasione di una festa per gli Oscar, dove furono visti ballare insieme e l’ultima, quando l’attrice visitò il cantante poco prima che morisse, nel 1990.
Il ritiro da Hollywood
Kim Novak arrivò alle vette dello star system, ma l’esperienza vissuta la lasciò disillusa.
Ne 1966 decise di ritirarsi, salvo accettare qualche sporadico ruolo. Sentiva che si stava “perdendo” nei personaggi che le venivano imposti. Riteneva che quello stile di vita era diventato pericoloso per il suo benessere mentale, non voleva affidare la sua identità ai vestiti e ad una certa idea di bellezza.
Negli anni 2000 le fu diagnosticato il disturbo bipolare. Ne parlò apertamente, mostrando di non temere alcun tipo di giudizio.
Ora vive in Oregon, immersa nella natura, dipingendo e prendendosi cura dei suoi animali. Uno stile di vita autentico, un rifugio sicuro lontano dal controllo degli studios.
Antonietta Terraglia – copyright Boomerissimo.it®
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