Peli e capelli: questi i dettagli che potrebbero far riavvolgere il nastro agli inquirenti che lavorano sul caso Liliana Resinovich, commutato da suicidio a omicidio alla luce della nuova super perizia condotta sul cadavere della 63enne rinvenuta cadavere a Trieste. Sul corpo e sui sacchetti che lo avvolgevano, infatti, sarebbero state rinvenute tracce che potrebbero portare all’identità del presunto assassino.
I peli e capelli sul cadavere
Si parla proprio di “elementi piliferi” che sarebbero presenti sugli “indumenti”, sui “sacchetti che avvolgevano il capo” e sui “peli pubici”. È quanto emerge nelle 235 pagine compilate dall’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo nella super perizia depositata venerdì 28 febbraio.
In questi elementi potrebbe essere presente un Dna esterno che potrebbe condurre all’identità del presunto assassino di Liliana Resinovich, la 63enne trovata priva di vita il 5 gennaio 2022 a Trieste.
Il 5 gennaio 2022 fu trovato il corpo di Liliana Resinovich. Secondo la nuova super perizia si tratterebbe di un caso di omicidio
Proprio per questo il procuratore Federico Frezza, comunicando coi media, ha annunciato la disposizione di “approfondimenti genetici a mezzo di nuove tecnologie”.
Gli “elementi piliferi” e altre lesioni riscontrate sulla salma della donna, quindi, potrebbero sconfessare l’ipotesi del suicidio e aprire le porte a un’indagine per omicidio. In poche parole, si riparte da capo con i nuovi riscontri documentati dalla dottoressa Cattaneo insieme a Stefano Vanin, Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone.
Da suicidio a omicidio
Secondo le conclusioni presenti nelle pagine ora sul tavolo della Procura di Trieste, la morte di Liliana Resinovich sarebbe stata cagionata da “asfissia meccanica esterna contestuale o immediatamente successiva” a lesioni “di natura contusiva certamente al capo, alla mano destra e molto probabilmente ad altre sedi del corpo (torace e arti)”. Lo riporta Ansa.
In poche parole la morte di Liliana Resinovich non fu il drammatico esito di un suicidio, bensì la conseguenza di “una dinamica omicidiaria“. Tuttavia, nonostante le numerose ipotesi sulla conservazione del corpo e sul suo spostamento da altra sede al luogo del ritrovamento, secondo gli esperti il cadavere “è sempre rimasto nello stesso posto in cui è stato trovato”.
La data della morte di Liliana Resinovich
Sciolto, inoltre, il dubbio sulla data in cui Liliana Resinovich avrebbe incontrato la morte. Secondo le prime indagini il decesso sarebbe avvenuto pochi giorni prima del ritrovamento del corpo, almeno nelle 48 ore precedenti.
Secondo il nuovo studio, invece, la 63enne sarebbe morta il 14 dicembre 2021, ovvero il giorno della scomparsa.
Le nuove indagini
La nuova titolare dell’inchiesta è il pubblico ministero Ilaria Iozzi che ora – come riporta Adnkronos – dovrà conferire nuovi incarichi per ulteriori accertamenti, specialmente per tracciare il profilo della persona titolare del Dna.
Nella super perizia si legge, del resto, che Liliana Resinovich avrebbe lottato con il suo assassino, il quale l’avrebbe afferrata e presa a pugni per poi accanirsi sul suo volto e sulla sua testa, dove l’autopsia ha individuato “riscontri microscopici di plurime contusioni cerebrali“.
Fonte foto: Facebook Sebastiano Visintin / ANSA
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