la piccola tribù del ferro e del fuoco

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Come un pellegrinaggio. Le auto vanno e vengono di continuo. C’è chi si presenta con i figli, chi si porta il cane. Tutti desiderosi di conoscere e fotografare la ‘tribù’ del ferro e del fuoco che rischia l’estinzione. Perché i Mutoid, a 35 anni dal loro arrivo a Santarcangelo, rischiano (ancora una volta) lo sfratto. Da quando i giudici del Consiglio di Stato hanno stabilito che le case degli artisti – ricavate da vecchi camion, roulotte e container – sono abusive e vanno demolite, i visitatori al campo di Mutonia si sono moltiplicati.

Nell’ultimo mese centinaia di persone sono arrivate da tutta Italia per conoscerli, per ammirare le loro opere realizzate con rottami, le loro macchine che sembrano uscite dal film Mad Max. Il via vai nel villaggio dei Mutoid è stato continuo. Anche nell’ultima domenica. Gente arrivata da Bologna, da Ferrara, da Pesaro, perfino da Roma. “Non era mai stata qui, è una meraviglia – dice Alessia, partita da Ferrara con il figlio e il compagno – E sarebbe un peccato se i Mutoid fossero costretti ad andare via”. Mentre si aggira per il campo scattando foto, Alessia confida: “Sono venuta dopo aver saputo che gli artisti rischiano lo sfratto. Non conosco la vicenda nei dettagli, ma spero si trovi una soluzione”. Alessandro a Mutonia c’era già stato altre volte, ma è partito da Bologna con alcuni amici per far conoscere loro la comunità. “Siamo venuti a manifestare la nostra solidarietà. Mutonia è un’esperienza unica in Italia: insegna a rispettare l’ambiente, a riciclare, a combattere contro il consumismo. Sono pionieri: davvero vogliamo privarci di una realtà così importante?”.

La gente sta con i Mutoid. Santarcangelo sta con i Mutoid. La città li ha adottati fin dall’estate 1990, quando la comunità di artisti, nata negli anni ’80 in Inghilterra e costretta a lasciare il Regno Unito per le continue azioni della polizia, arrivò qui per esibirsi al Festival del teatro in piazza. Doveva essere una toccata e fuga. E invece no. Da quell’ex cava vicino al fiume Marecchia non si sono più mossi. I Mutoid hanno messo le radici. C’è chi ha fatto figli e li ha cresciuti nel campo, chi è diventato nonno. Talmente legati alla città da ricevere, nel 2020, l’Arcangelo d’oro, massima onorificenza cittadina.

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La comunità, negli anni, è cresciuta e si è ampliata. Alcuni Mutoid giunti nel 1990 sono morti, altri sono andati altrove e altri sono arrivati a Santarcangelo. Ma l’anima è rimasta quella di allora, nonostante i capelli grigi e i tatuaggi sbiaditi. E loro non hanno intenzione di andarsene. “Non si può cancellare una storia così. Abbiamo realizzato tante opere. Il nostro non è un campo abusivo: è un parco artistico aperto a tutti. Non diamo fastidio a nessuno”, dice Lyle ‘Doghead’ Rowell. Canadese, è qui dal 1995. Le macchine di ‘Doghead’ sono famose in tutto il mondo: macchine costruite con pezzi di auto, lavatrici e altri rottami che sputano fuoco e si muovono come creature fantascientifiche. Lyle è tra gli artisti che abitano stabilmente a Santarcangelo. Oggi vivono al campo una ventina di persone. Tra loro anche famiglie con bambini. “Siamo una grande famiglia. Abbiamo messo tanta energia, tanto impegno in questo luogo. L’abbiamo reso unico. Siamo disperati al pensiero di rischiare lo sfratto. C’è tanta tristezza, non sappiamo che fare…”, allarga le braccia Nikki ‘Rifiutile’ Rodgerson. Scozzese, lei è qui dal 1991. Le sue opere sono esposte ovunque. Una delle ultime, un gigantesco gallo che regge tra le zampe una caveja (simbolo della Romagna), è esposta in una rotatoria all’ingresso di Santarcangelo. L’arte dei Mutoid ha conquistato strade e piazze, con le opere di Lupan, Wrekon, Strapper, Nikki, Doghead, Su E Side. E poi c’è Andy Macfarlane, cantante e musicista, che porta il suo rock nel campo e nei club di tutta Italia.

A Mutonia vive anche Pamela Fussi, ex vicesindaca di Santarcangelo. È arrivata al campo per amore e non si è più mossa. Davide Bortot, cresciuto in Trentino, vive con i Mutoid da 4 anni. Lui porta in giro il suo cinema ambulante, ricavato da un vecchio camion. “Da anni collaboravo con i Mutoid e alla fine ho deciso di trasferirmi. Questo è un luogo di libertà, arte, cultura, rispetto per l’ambiente. La sentenza mi ha scioccato. Come si può cancellare un luogo così?”.

È il rischio che corre Mutonia, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso di un vicino di casa contro gli artisti e il Comune. Il contenzioso si trascina dal 2013. Pareva tutto risolto nel 2014, quando il Comune – con l’ok di Regione e Soprintendenza – approvò uno speciale piano urbanistico che sanciva l’unicità del campo del Mutoid e ne garantiva la permanenza. Il vicino di casa ha fatto ricorso al Tar, che l’ha respinto. Sembrava finita, invece la vicenda è arrivata al Consiglio di Stato, che ha stabilito che le case degli artisti sono abusive. E ora la tribù del ferro e del fuoco rischia l’estinzione da Santarcangelo.



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