il comitato invia una diffida stragiudiziale

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Una diffida stragiudiziale “agli enti di indirizzo, ciascuno per le rispettive competenze a non disporre, neppure provvisoriamente (…), il transito degli autobus all’interno della Strada parco” dato che allo stato attuale vi sarebbero ragioni di illegittimità sia in termini autorizzativi e quindi anche di sicurezza.

È quella che ha inviato il comitato Strada parco bene comune insieme all’atto di significazione e la contestuale informativa ai sensi del regolamento Cipess, per chiedere in sostanza di fermare tutto e aprire un confronto su quei profili di illegittimità di cui chiede di dare contezza riservandosi, nel caso in cui si dovesse procedere e una volta letta quella autorizzazione a far passare sull’ex tracciato filoviario gli autobus in attesa della filovia, di ricorrere nuovamente al Tar (Tribunale amministrativo regionale). Cosa cui, sottolinea il presidente del comitato Ivano Angiolelli, “auspichiamo di non dover arrivare come abbiamo sempre auspicato trovandoci però sempre davanti a un muro”. Una diffida stragiudiziale dunque inviata, come si legge nella stessa “in omaggio allo spirito di leale cooperazione e collaborazione che ha sempre contraddistinto l’operato dello stesso comitato”.

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A scriverlo l’atto è stato l’ufficio legale Di Tonno che il comitato lo assiste da tempo ed è un atto in cui si denuncia in sostanza il fatto che il cambio di mezzi destinato alla Strada parco non avrebbe i titoli autorizzativi e che la scelta fatta da Tua con sostegno di Regione e Comune, sarebbe in contrasto con le prescrizioni ministeriali impartite in materia di sicurezza. Una scelta che, se fosse portata avanti, si tradurrebbe nella “elusione delle indicazioni fornite dal ministero in tema di pubblica incolumità, in “uno sviluppo anomalo e non coerente dell’iter autorizzativo” e che si configurerebbe in “palese violazione della normativa di settore”. Rilievi che prendono le mosse dalla comunicazione Tua in cui si legge che “nelle more del perfezionamento dell’istruttoria di messa in esercizio filoviario e del rilascio dell’autorizzazione”, si consente “l’utilizzo su tale percorso filoviario dei citati veicoli (autobus a trazione elettrica autonoma)” cioè degli autobus “già utilizzati per ordinaria attività di trasporto urbano”. “La comunicazione Tua – rileva lo studio Di Tonno – non tiene conto dei profili autorizzativi di vincolo di destinazione d’uso dell’opera pubblica sia in termini strutturali che funzionali e della destinazione alla stessa impressa da atti pianificatori”.

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La domanda che il comitato si pone è: come possono gli autobus elettrici passare su un tracciato destinato e autorizzato per un progetto, quello della filovia, essere ora occupato dai bus elettrici portando contemporaneamente avanti i collaudi Anfsisa per il filobus? O l’una o l’altra insomma dato che, rimarca Angiolelli, i collaudi si dovrebbero fare mentre i bus fanno le loro 180 corse.

Senza quei collaudi tra l’altro, si chiede, i bus possono passare? Ci sono le autorizzazioni? E chi le ha date? Se le ha date la Regione come sembra, sono sufficienti? Per il comitato no dato che tutto il progetto che ricade sulla strada parco fa capo al ministero che ha rilasciato autorizzazioni, nulla-osta e prescrizioni. Con la diffida dunque non si vuole solo denunciare un possibile, anzi più d’uno, di illegittimità, ma anche tutelare gli enti dato che si rischierebbe di configurare una responsabilità personale (ex art.28 della costituzione) di fronte a un potenziale danno o incidente secondo lo stesso comitato.

Soprattutto l’autorizzazione chi l’ha data? Si parla di autorizzazione arrivata dalla Regione, ma, si chiede ancora il comitato, è sufficiente? Non ci vorrebbe quella ministeriale? Queste le domande che si pone Angiolelli con il comitato. Sarà dunque una volta letta quell’autorizzazione che ci si riserverà di procedere, eventualmente e qualora i profili di illegittimità contenuti nella diffida si confermassero, di procedere per via giudiziaria.

Si parla quindi di attivazione delle procedure di immissione in servizio del tracciato ferroviario, ma su questo, rileva ancora l’esposto, non sarebbe dato conto in merito allo sviluppo del procedimento né degli esisti delle prove e delle verifiche.

Scrive lo studio Di Tonno nella diffida, quello che si sta attuando è “un atto arbitrario ed elusivo delle stesse prescrizioni ministeriali nella misura in cui Tua stessa intenderebbe porre in essere un sistema trasportistico analogo a quello oggetto del procedimento ministeriale senza tuttavia dar conto dell’avvenuto adeguamento delle stesse prescrizioni che sarebbero quindi – si ribadisce eluse e arbitrariamente aggirate”. L’atto rileva quindi, oltre a una “palese carenza di potere”, anche “deficit autorizzativi in tema di sicurezza” per cui si ipotizza, anche in questo caso, che non ci sarebbero tutte le autorizzazioni necessarie chiedendo quindi a Tua di mostrare, tra le altre cose, anche la dichiarazione di ultimazione e regolare esecuzione delle opere, il certificato relativo al collaudo statico delle eventuali opere civili e la documentazione probatoria rilasciata dal costruttore oltre che “di mostrare le verifiche fatte con le prove funzionali per accertare l’idoneità del percorso e le sue eventuali variazioni”.

Quindi il fatto che l’arrivo dei bus elettrici sarebbe in “contrasto con la destinazione del tracciato elettrificato” autorizzato dal ministero con apposita legge nel 1992, la “illegittima modifica (ancorché temporanea) del mezzo di trasporto” e il contrasto sia con la destinazione urbanistica della strada parco che con il Pums (Piano urbano mobilità sostenibile) del Comune. Di fronte alle norme, questo quanto si rileva dunque, non esiste il “silenzio-assenso”, ma servono gli atti. Quelli su cui ora il comitato intende fare le sue valutazioni a tutela di persone e, rimarca, degli enti stessi visto il rischio di responsabilità personale. 

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“La legge – conclude Angiolelli – non è un orpello, ma serve per garantire la sicurezza e va rispettata per questo o, come a volte capita, poi si rischia di trovarsi di fronte alle tragedie”.

La nota del comitato

“Lo studio legale Di Tonno, nell’interesse del Comitato Strada parco bene comune’, ha notificato stamani agli enti competenti e al cipess l’atto di significazione e diffida stragiudiziale in epigrafe.

Come noto, all’esito della conferenza stampa del 3 febbraio, la società di trasporto unico abruzzese Tua ha divulgato l’intento di impiegare sulla Strada parco, entro il mese di marzo, bus elettrici a trazione autonoma in modalità Brt (Bus rapid transit), quali autobus asseritamente già impiegati per l’ordinaria attività di trasporto urbano cittadino: tutto ciò nelle more dei collaudi Ansfisa propedeutici al conseguimento del regolare esercizio della Filovia annunciato per la prossima estate”.

“La scelta adottata da Tua su iniziativa del sindaco di Pescara Carlo Masci, ancorché temporanea, risulta pregiudizievole degli interessi di rango costituzionale di cui è portatore il Comitato, orientati alla tutela dei beni comuni e dell’unica ‘Social Street’ della città di Pescara – scrive quindi Angiolelli nella nota con cui dà notizia della diffida inviata -. Generalmente apprezzata da cittadini, turisti e visitatori occasionali nonché, dal 1997, formidabile acceleratore della mobilità dolce davvero sostenibile da promuovere e incentivare”.

“Un corridoio verde decorosamente alberato (in queste ore oggetto di potature squilibrate a grave nocumento della salute e della stabilità delle piante), trasformato indebitamente in ‘Linea Filobus’ ad elevato rischio di incidentalità, finanche gravato di barriere architettoniche insuperabili che discriminano l’utenza debole dalla fruizione del servizio, non potrà mai vantare l’enfasi mediatica della svolta ‘epocale” evocata in pompa magna da Carlo Masci e Lorenzo Sospiri”,

“L’atto – fa quindi sapere – è stato inviato anche al ‘Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile’, quale informativa ai sensi del regolamento interno Cipess per l’avvio del procedimento di vigilanza e monitoraggio sull’opera e sul corretto impiego del finanziamento pubblico complessivamente accordato”.

“È stato segnalato che la pretesa di impiegare sulla Strada parco un sistema di trasporto dichiarato omogeneo ed ‘equivalente’ a quello filoviario, che si avvarrebbe di un’infrastruttura mai collaudata dall’autorità competente, a sua volta ostacolata a eseguirli dall’instradamento contestuale dei bus elettrici in modalità Brt, determinerebbe – scrive ancora il comitato – un evidente quanto inescusabile elusione delle indicazioni fornite dal Ministero in tema di pubblica incolumità; uno sviluppo anomalo e non coerente dell’iter autorizzativo; una palese violazione della normativa di settore”.

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“La comunicazione in parola, inviata con lo spirito della migliore collaborazione spontanea che il Comitato ha sempre perseguito nel rapporto con tutte le Istituzioni responsabili del procedimento, è da ritenersi formulata nello stesso interesse degli Enti interpellati. Altrimenti esposti all’istituto – conclude la nota – della ‘Responsabilità di tipo personale del singolo funzionario’, ex art. 28 della Costituzione”.



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