Il cinema e l’incontrollato aumento dei budget dei film – Foscolo Vox

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Negli ultimi anni è riscontrabile un trend piuttosto comune nell’industria cinematografica, ovvero
un generale lievitare dei costi di produzione dei film da parte delle grandi case. Il prezzo medio per
la produzione di un film è andato incrementando lentamente sin dagli anni 90, raggiungendo però
picchi vertiginosi nell’ultimo periodo. Basti pensare che quasi 70 dei 100 film più costosi mai
prodotti sono usciti nell’ultimo decennio. Il problema principale di questo fenomeno sono le
conseguenze di tipo economico che ha sull’intera industria.
Un film, in generale, per pareggiare il proprio budget di produzione, escludendo costi di marketing,
distribuzione e proiezione, deve incassare almeno il doppio di tale valore, molto di più per essere
reputato un successo. Gli incassi necessari diventano il triplo qualora si tenga conto dei costi
precedentemente esclusi. Più aumentano i budget quindi, più diventa difficile ottenere un profitto.
Un film di 300 milioni di dollari per poter avere successo deve incassarne quasi un miliardo, e sono
solo 55 i film che, non tenendo conto dell’inflazione, possono vantarsi di avere ottenuto introiti
simili.
Uno degli esempi più recenti ed evidenti di questo aumento è senza ombra di dubbio “Uno Rosso”,
commedia natalizia dal budget di 250 milioni di dollari con la partecipazione di stelle del cinema
quali Dwayne “The Rock” Johnson, Chris Evans e J.K. Simmons. Questo film ha infatti debuttato al
botteghino con un incasso di circa 34 milioni di dollari, una percentuale atrocemente bassa. Nel
2023 Disney ha perso in totale più di 700 milioni di dollari con le sue uscite cinematografiche pur
potendo vantare di franchise già ben noti al pubblico come Indiana Jones e l’MCU.
Vi sono anche però numerosi esempi di film recenti, spesso prodotti da studi di piccole dimensioni
ma non solo, che hanno fatto enormi profitti con basse spese. “Godzilla Minus One”, uscito nel
2023 con dietro un budget di soli 15 milioni di dollari, incassò a livello mondiale ben 160 milioni.
“A Quiet Place”, del 2018, addirittura ha incassato 341 milioni pur essendo stato prodotto
esclusivamente con 17 milioni. “Oppenheimer”, prodotto dalla Universal Pictures, nel 2023, incassò
quasi 10 volte il suo budget iniziale di 100 milioni. Per quale motivo questi film hanno avuto
successo e tanti altri, con patrimoni ben più grandi alle spalle, hanno fallito?
Budget elevati comportano rischi maggiori, orientando gli studi cinematografici a scegliere le strade
più battute e sicure e uccidendo ogni forma di sperimentazione. Ciò porta a film con strutture,
humor e soluzioni narrative simili, ripetitive e che molto spesso si scontrano con le stesse tematiche
del film, nel tentativo di emulare ciò che ha avuto successo in passato. Molti film d’azione non
riescono a prendersi seriamente in quanto disperati nell’imitare l’umorismo dei film della Marvel,
che, per quanto rivoluzionari e amatissimi, hanno portato ad un senso di fatica generale nei
confronti dei film sui supereroi a partire dalla Quarta Fase dell’universo cinematografico.
Un’altra conseguenza degli elevati rischi derivanti da alti budget è una maggiore intromissione degli
studi stessi nel processo creativo dei registi, forzandoli a riscrivere e a riregistrare intere sezioni,
anche in fasi molto avanzate della produzione, nel tentativo di fare appello ad una demografica più
ampia. Queste decisioni molto spesso hanno conseguenze disastrose sulla qualità e sull’identità del
film e incrementano notevolmente i costi già elevati, senza contare il fatto che riducono
notevolmente le libertà creative dei registi stessi.
Per cercare di migliorare le proprie possibilità di successo, molti studi puntano a produrre sequel di
franchise già esistenti e noti al pubblico o ad assumere attori ricercati solo per le loro potenzialità di
marketing. Riprendendo l’esempio sopra fatto, un quinto dell’intero budget di Uno Rosso è stato
dedicato esclusivamente a stipendiare Dwayne Johnson (non tenendo conto delle ulteriori spese che

lo studio ha dovuto compiere per rimediare alla sua negligenza nel seguire gli orari di
registrazione). È opportuno anche sottolineare che questo aumento dei budget è anche dovuto, in
certi casi, al riciclaggio di denaro e all’intascarsi di fondi da parte di direttori e altri membri
importanti delle équipe cinematografiche. Ma queste, per quanto comunque rilevanti, sono cause
che hanno più a che fare con la corruzione all’interno del mondo del cinema, soprattutto
hollywoodiano, che con lo stato dell’industria in sé e per sé.
Questi problemi potrebbero essere mitigati se, invece di rischiare tutto il loro denaro in enormi
progetti che cercano di soddisfare disperatamente le preferenze di ogni demografica possibile, gli
studi si concentrassero nel realizzare più progetti meno costosi, più creativamente ambiziosi e,
come conseguenza, in cui veramente si possa manifestare la visione creativa del loro ideatore.
Invece di investire 300 milioni su un blockbuster il cui successo non è neppure assicurato,
potrebbero per esempio fare uscire nelle sale 10 film da 30 milioni ciascuno. Non è assolutamente
detto che ognuno di essi debba essere un successo: questo genere di film, rivolto ad un pubblico più
di nicchia, naturalmente non può fare appello al potenziale di marketing o all’appeal globale di uno
più costoso, ma in caso di insuccesso i margini di perdita sarebbero di gran lunga inferiori.
A lungo andare questa politica potrebbe portare certi studi cinematografici ad indebitarsi talmente
tanto da essere forzati a chiudere i battenti, senza veramente comprendere i motivi per i quali i loro
film non lucrano come in passato. A rimetterci è anche la qualità stessa dei prodotti che vengono
esposti al pubblico. È un cambiamento che però deve partire da dentro il mondo del cinema.
Sarebbe insincero tentare di invogliare la gente a stimolare un cambiamento dell’industria
spingendoli a sostenere film più sperimentali: per la loro stessa natura sono film che si rivolgono a
fasce particolari di popolazione e che non sono destinati ad essere apprezzati da tutti. È un qualcosa
che le grandi compagnie devono comprendere se non vogliono finire sul lastrico ed essere
rimpiazzate da studi di piccole dimensioni, già per le loro condizioni più innovativi e abili nel
comprendere cosa vuole il pubblico a cui si rivolgono.

Luca Costanzino 5CC

Conto e carta

difficile da pignorare

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link