bloccate le carte di credito dei dipendenti civili

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Piove sul bagnato e alla base Usaf di Aviano non solo non si è spento l’eco della mail del Doge, il Dipartimento per l’efficienza del Governo degli Stati Uniti, diretto da Elon Musk e istituito per andare a verificare eventuali sacche di inefficienza dei lavoratori, ma, anzi, si è accesa un’altra nuova preoccupante spia rossa, sia per i dipendenti civili della Base, italiani, ma anche statunitensi che per l’intero indotto commerciale che vive anche con gli acquisti del presidio militare.

CARTA DI CREDITO

Ieri mattina, infatti, senza alcun preavviso e senza specifiche motivazioni, è stato spiegato a tutti i possessori delle carte di credito governative americane che il documento è stato congelato per almeno 30 giorni. Detto così potrebbe non essere molto chiaro, ma spiegare cosa è accaduto è molto semplice. C’è da dire, prima di tutto, che l’80 per cento degli acquisti che interessano praticamente tutte le esigenze legate agli uffici e ai servizi di manutenzione della Base avianese, vengono fatti nelle attività commerciali italiane. Un giro di affari, quindi, decisamente importante. Basti pensare che quasi ogni giorno vengono acquistati monitor per i computer, ma possono servire sacchi di cemento per le riparazioni, mattoni, cancelleria, la sistemazione di tutte le auto di servizio che vengono utilizzate all’interno e così via: si tratta di diverse migliaia di euro che ogni mese contribuiscono a far sopravvivere i negozi non solo di Aviano, ma anche dell’intera provincia. A disporre delle carte di credito per gli acquisti, sono diversi impiegati amministrativi che si occupano degli acquisti, i responsabili che hanno il compito di monitorare e ci sono anche dirigenti americani civili.

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Il BLOCCO

Da ieri mattina nessuna di queste figure potrà utilizzare il documento che è stato bloccato per almeno un mese. Nel caso di emergenze saranno utilizzate le carte di credito, sempre governative che hanno in mano alcuni ufficiali supervisori, ma in ogni caso si tratta di un budget ridotto e solo per le emergenze. Un segnale, quello legato al blocco degli acquisti, che fa il paio con i licenziamenti del personale italiano dell’area commerciale è che arriva due giorni dopo che il Doge di Elon Musk ha voluto guardare con la lente anche all’interno della base. In più non è stata ancora risolta la diatriba legata al personale italiano su questa vicenda: devono rispondere se arriva anche a loro la mail che gli chiede cosa hanno fatto l’ultima settimana? Per il sindacato che tutela i lavoratori tricolore, quasi 800 e il Public Affairs, la vicenda non dovrebbe interessare il personale italiano, ma la questione non è ancora chiarita del tutto.

IL SINDACATO

Resta il fatto che questo nuovo scossone con il blocco degli acquisti preoccupa parecchio. «La sensazione – spiega il responsabile dell’organizzazione sindacale, Roberto Del Savio – è che siano in corso verifiche sulle spese, operazione più che legittima, ma in realtà avvenuta senza alcuna spiegazione, senza tra l’altro avere la certezza che trascorsi i 30 giorni tutto torni come prima e in un momento decisamente delicato che ha scosso in maniera importante il personale italiano. Onestamente – va avanti – non sono segnali positivi e la speranza è che una volta terminati i controlli sugli acquisiti le carte di credito governative vengano sbloccate. Non dimentichiamo, infatti, che si tratta di cifre importanti che senza dubbio aiutano il commercio locale a tirare avanti in momenti non certo favorevoli per l’economia dei negozi».

IN REGIONE

La vicenda della base Usaf arriva fino in regione. «I lavoratori italiani in servizio nella base Usaf di Aviano vanno tutelati. La Regione si faccia parte attiva affinché venga chiarito in modo inequivocabile che non devono rispondere alla minacciosa mail inviata da Musk». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni che attraverso un’interrogazione ha portato in aula le vicende che coinvolgono i lavoratori italiani . «Dopo la preoccupante vicenda che ha tenuto sulle spine decine di famiglie occupate nella base Usaf per gli esuberi, che ha portato a dimissioni volontarie e a posti di lavoro persi ha ricordato Conficoni ora arriva un altro motivo di preoccupazione da appianare quanto prima con un chiarimento ufficiale. Ai civili italiani di stanza nella Base viene applicato il contratto collettivo nazionale, fatto che li pone su un piano diverso rispetto ai dipendenti civili americani, esentandoli dal dover rendicontare, con le modalità richieste dalla missiva del miliardario americano, la propria attività. Urge un intervento delle nostre Istituzioni per ottenere questa rassicurazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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