Dopo il trasferimento della giudice Carla Bianco, non si è riusciti a trovare un sostituto. “Grave danno ai cittadini, nessun magistrato si è reso disponibile a viaggiare da Napoli una volta a settimana”, commenta l’avvocato Alfredo Sorge
Il governo riapre i tribunali chiusi durante la micidiale spending review voluta durante il governo di Mario Monti ma i magistrati decidono di tenerli chiusi lo stesso. È quanto sta accadendo al tribunale di Ischia che ha un bacino di utenza di 60mila abitanti e che d’estate diventano 400mila.
La revisione della geografia giudiziaria è particolarmente cara al governo di destracentro. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (FdI), a tal proposito, durante un incontro negli scorsi mesi presso l’Ordine degli avvocati di Napoli, aveva confermato l’impegno assunto dalla maggioranza di stabilizzare proprio la sede giudiziaria ischitana, preannunciando che il provvedimento sarebbe stato adottato a breve. Un impegno assunto con la proroga adottata a dicembre e in attesa del perfezionamento dell’avvio dell’iter legislativo. A gelare le aspettative degli avvocati napoletani è però intervenuto il locale Consiglio giudiziario, una propaggine del Csm, con il voto determinante dei magistrati.
Nonostante le interlocuzioni degli avvocati con i vertici degli uffici giudiziari di Napoli, ad iniziare dalla presidente del Tribunale Elisabetta Garzo, sulla necessità di non rinunciare ad un presidio di legalità fondamentale per un territorio importante ed articolato come quello ischitano, composto da sei Comuni, la sede si appresta a chiudere a breve. Vi rimarranno infatti solo le cause gestite dai magistrati onorari e non quelle dai togati, come gli abusi edilizi, molto frequenti sull’isola.
La chiusura è la conseguenza del trasferimento della giudice Carla Bianco. L’interpello per sostituirla non è andato a buon fine, forse per il “sacrificio” dei colleghi di dover prendere l’aliscafo dal molo Beverello per raggiungere l’isola. La conseguenza adesso è che l’aliscafo lo dovranno prendere tutti gli altri.
“Il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli è da anni impegnato in una battaglia di civiltà a tutela dei diritti dei cittadini ischitani che deve concludersi con la stabilizzazione della sezione distaccata di Ischia”, ha dichiarato Carmine Foreste, presidente degli avvocati del capoluogo campano. “Stiamo invece assistendo all’adozione di provvedimenti da parte della magistratura, in particolare dalla presidente del Tribunale, che vanno in senso contrario, non solo alla azione di governo, ma soprattutto contro i diritti dei cittadini”, ha aggiunto Foreste, ricordando che il provvedimento della magistrata determinerà “evidenti pregiudizi, anche economici e di ordine pubblico, ai cittadini, alle Forze dell’ordine, chiamati come testimoni, e agli avvocati ischitani, che dovranno spostarsi dall’isola per raggiungere il Tribunale di Napoli per partecipare alla celebrazione delle udienze”. “Il tutto – ha aggiunto – senza considerare le conseguenze, assolutamente negative, che si avranno sulla durata dei processi, con grave pregiudizio sia alle parti private che alla parte pubblica, a causa degli adempimenti connessi al trasferimento dei fascicoli ed alle dovute comunicazioni alle parti”. “Auspichiamo un ravvedimento su una situazione che di fatto vede preferire i pregiudizi paventati per migliaia di cittadini, invece che destinare un solo magistrato alla sezione distaccata”, ha concluso Foreste.
“La decisione del presidente del Tribunale è irragionevole e non soppesa in alcun modo le conseguenze altamente negative che determina per i cittadini dell’isola che verrà privata di tutte le persone coinvolte nei processi penali di quel giorno”, ha commentato invece il presidente della Fondazione dell’avvocatura napoletana nonché vicepresidente dell’Ordine, l’avvocato Alfredo Sorge. “Si fa riferimento, si badi, non soltanto al personale di cancelleria ed agli avvocati ma alle persone che debbono partecipare ad una udienza pubblica come i testimoni pubblici ufficiali (dipendenti comunali ed uffici tecnici dei sei Comuni dell’isola, medici, carabinieri, polizia, guardia di finanza, capitaneria), i testimoni privati, i consulenti tecnici oltre ovviamente alle persone offese ed ai cittadini interessati al processo in quanto l’udienza penale è pubblica”, ha ricordato Sorge. “Tantissime persone – continua – dovranno abbandonare il proprio lavoro per raggiungere il Tribunale di Napoli, distante dalla zona portuale, affrontando dunque elevati costi per il trasporto, sguarnendo gli uffici pubblici ed i servizi di controllo e di prevenzione che svolgono meritevolmente sull’Isola, con cospicui costi sociali a carico di tutti i cittadini”. “Tutto perché non si è potuto neppure chiedere ad un giudice di recarsi ad Ischia un sol giorno a settimana per fare udienza”, è stato il laconico commento di Sorge.
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