Piano UE: più flessibilità ma rimane stop ai motori termici nel 2035

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Il commissario europeo ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas ha ufficialmente presentato il piano per il settore automotive. E come vi avevamo anticipato qui, il primo atto concreto introduce una maggiore flessibilità sulle multe per le emissioni di CO2. Il pacchetto prevede anche una serie di misure per accompagnare la transizione energetica, mantenendo saldo il principio di neutralità tecnologica e confermando il divieto di vendita di veicoli a benzina e diesel a partire dal 2035.

Multe sulle emissioni: conformità agli standard calcolata su tre anni

Le multe rimangono, ma la Commissione europea presenterà entro fine mese una modifica al regolamento sulle emissioni di CO2. Tale modifica prevede che la conformità agli standard, come il limite di 94 grammi di CO2 per chilometro per le nuove vendite, venga calcolata su un periodo di tre anni invece di uno solo. In questo modo alle case automobilistiche verrà permesso di “colmare qualunque lacuna nel primo o nel secondo anno con maggiori immatricolazioni a zero emissioni nell`ultimo anno” afferma Tzitzikostas ma resta inalterata “l`ambizione complessiva degli obiettivi 2025”, ossia il limite di 94 grammi di CO2/km.

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Confermato stop benzina e diesel nel 2035 ma apertura ai carburanti alternativi

Il piano conferma lo stop alla vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel dal 2035. “Restiamo fermi sull’obiettivo 2035”, ha ribadito durante la conferenza stampa il commissario Tzitzikostas.  Bruxelles ha deciso comunque di accelerare la revisione del regolamento prevista per il 2026 per l’includere nel piano “i carburanti sintetici” (e-fuels) e non meglio precisate altre “nuove tecnologie”, con l’obiettivo di raggiungere i target di zero emissioni nette fissato per il 2035.

Gli e-fuels sono prodotti combinando idrogeno ottenuto tramite elettrolisi con CO2 catturata dall’atmosfera e vengono sostenuti con forza dalla Germania, che vi ha investito ingenti risorse. La produzione di e-fuel è ancora molto costosa e presenta forti inefficienze energetiche rispetto all’elettrificazione diretta. Secondo alcune stime, il prezzo degli e-fuels potrebbe oscillare tra 1,20 e 3,60 euro al litro entro il 2050, mentre la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno rimangono sfide aperte. Per questo motivo, almeno nel breve periodo, la loro convenienza rispetto all’elettrico appare limitata.

Le “altre tecnologie” citate dal Commissario potrebbero essere l’idrogeno, considerato come una possibile soluzione soprattutto per i trasporti pesanti, e i biocarburanti, in particolare quelli di seconda generazione. Questi ultimi, ottenuti attraverso l’idrogenazione di oli esausti e grassi animali, sono sostenuti in particolare dall’Italia.

Incentivi nazionali ed europei: quale strada scegliere?

Bruxelles intende rafforzare la domanda di auto elettriche promuovendo incentivi all’acquisto, sia a livello nazionale che europeo. Al momento, la strada precisa non è ancora definita e dipenderà dalle discussioni nei prossimi mesi. La Commissione prevede di presentare uno “strumentario” (toolbox) con le diverse opzioni disponibili per gli Stati membri, incluse linee guida su come sfruttare i fondi Ue già esistenti. Tra le misure previste, si fa strada l’idea del leasing sociale per auto nuove o usate, con particolare attenzione agli utenti più vulnerabili, grazie al Fondo sociale per il clima, che mobiliterà risorse fino al 2032.

Elettrificazione delle flotte aziendali: il nodo dei costi

Un’altra proposta chiave riguarda l’elettrificazione delle flotte aziendali, che, si dice nella nota, rappresentano il 60% del parco auto in Europa.  Ciò non significa esclusivamente il passaggio all’elettrico, ma anche l’adozione di veicoli con tecnologia ibrida, come gli ibridi plug-in. L’elettrificazione trova una sua ragion d’essere nelle flotte che operano in contesti cittadini o nelle medie distanze: parliamo di furgoni  per le consegne a piccola o media distanza, oppure flotte di car sharing nelle aree urbane. Avrebbe meno senso, invece, l’utilizzo di auto plug-in in contesti per lo più autostradali: si andrebbe incontro a un aumento dei costi operativi perché se non ricaricate costantemente le auto ibride plug-in finiscono per consumare più carburante rispetto ai modelli tradizionali, riducendo l’efficacia del risparmio energetico.

Investimenti nella produzione di batterie

Per sostenere la transizione verso la mobilità elettrica, la Commissione metterà a disposizione 1,8 miliardi di euro tra il 2025 e il 2027 per la produzione di batterie nell’Unione Europea, attingendo dal Fondo europeo per l’innovazione. Inoltre, Bruxelles ha già stanziato 3 miliardi di euro per la produzione di celle per batterie, con il primo bando da un miliardo già avviato lo scorso dicembre. Tra le strategie future, si esplora la possibilità di finanziamenti diretti alle imprese del settore, combinati con aiuti di Stato per rafforzare la capacità produttiva europea.

Un ulteriore miliardo di euro sarà destinato ai veicoli a guida autonoma e ai relativi sistemi di intelligenza artificiale attraverso investimenti congiunti pubblico-privato, supportati dal programma UE “Horizon Europe” per la ricerca e lo sviluppo.

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