Le autorità brasiliane hanno informato chi vive sulle rive del canale Caraparu, alla periferia di Belém, che le loro case saranno demolite. Il Caraparu si trova nel quartiere di Guamá e ha un tratto stretto con molte case vicinissime all’acqua. Inoltre il canale, dove finiscono la spazzatura e gli scarichi fognari delle case, esonda di frequente durante le abbondanti piogge invernali.
L’opera di risanamento e drenaggio è già in corso nella zona più ampia del canale. E da mesi chi abita nelle case più vicine al tratto più stretto, lungo un’ansa del corso d’acqua, vive nell’angoscia. Infatti alcuni edifici sono stati marchiati in rosso e sono quelli che saranno abbattuti.
I tecnici dicono che non c’è alternativa: tutte le case nel raggio di otto metri da una delle sponde dovranno essere demolite per permettere l’allargamento del canale. Le strade saranno asfaltate e le condutture di scarico saranno murate.
“Hanno preso le misure della casa e mi hanno detto che la butteranno giù”, racconta Alcina Lúcia, 62 anni. “Abito qui da più di trent’anni. Hanno detto che ci rimborseranno e ci trasferiranno in un condominio, ma ancora non sappiamo né quanto ci daranno né dove andremo”, aggiunge. Il caso di Lúcia è simile a quello dei suoi vicini. Le autorità hanno pubblicato avvisi di demolizione anche in altri due quartieri della città dove sono in corso opere di risanamento e drenaggio in vista della conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop30), il prossimo novembre.
Il governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, la Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale (Bndes) e il governo statale del Pará hanno avviato opere di risanamento e drenaggio in diverse zone di Belém, sia in centro sia in periferia. Queste opere, affermano le autorità, saranno l’eredità della Cop30. L’amministrazione del Pará ha annunciato che ci potranno essere espropri parziali o totali a seconda delle necessità. Come indennizzo, i residenti riceveranno denaro o un altro immobile.
Gli indicatori sulla raccolta delle acque reflue della città sono pessimi. In base agli ultimi dati, l’80 per cento dei residenti di Belém non è collegato alla rete fognaria. Nelle periferie gli scarichi finiscono in fosse o direttamente nei canali. La capitale del Pará si è sviluppata intorno ai molti canali di quest’area dell’Amazzonia: ci sono occupazioni irregolari, un’alta densità abitativa e case costruite con materiali di scarsa qualità.
Secondo l’Istituto brasiliano di geografia e statistica (Ibge), Belém è la capitale statale con la percentuale più alta di residenti che vivono nelle favelas. Uno studio del 2024 indica che su 1.303.403 abitanti, 745.140 (quindi il 57,1 per cento) vivono in baraccopoli senza servizi.
Le opere avviate per la conferenza sul clima hanno l’obiettivo di risolvere alcuni problemi della città, anche se difficilmente sarà possibile farlo in così poco tempo. I lavori coinvolgono 520mila residenti di Belém, il 40 per cento del totale. La Bndes dice che per finanziare le opere in dodici canali è stato stanziato un miliardo di real (160 milioni di euro).
Nella lista di lavori diffusa dal governo del Pará c’è anche il canale Doca, nel quartiere di Umarizal, uno dei più lussuosi della città dove i proprietari delle case hanno già ricevuto moltissime richieste d’affitto per i giorni della Cop30. Ai residenti di avenida da Doca i lavori hanno procurato qualche fastidio, come l’aumento del traffico e il rumore continuo dei macchinari. Alcuni pannelli illustrano quale sarà l’aspetto dell’area alla fine della riqualificazione. Nei quartieri periferici invece molte famiglie non sanno se le loro case resteranno in piedi. Lungo il canale Caraparu un cartello indica che i lavori finiranno nel novembre 2025, ma lungo l’ansa del canale non è stato fatto ancora nessun intervento.
◆ Dal 10 al 21 novembre 2025 a Belém, in Brasile, si svolgerà la trentesima conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop30). Durante il vertice saranno esaminati i nuovi piani con cui i governi intendono ridurre le emissioni di gas serra per rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Alla conferenza non dovrebbero partecipare gli Stati Uniti, che a gennaio hanno notificato la decisione di uscire dall’accordo su ordine del nuovo presidente Donald Trump.
“Ci hanno detto che dobbiamo rassegnarci”, racconta Alcina Lúcia, che vive con altre cinque persone, tra figli e nipoti. I lavori, dice, sono parzialmente fermi dalla fine del 2024 a causa dei problemi per le case costruite lungo l’ansa. “Durante la Cop30 faranno vedere solo il centro della città”, aggiunge.
Nazaré Pereira, 71 anni, è tra le persone avvisate delle demolizioni imminenti. “Hanno scattato qualche foto e hanno detto che in questo tratto abbatteranno tutto”, spiega. Pereira vive nel quartiere di Guamá da quasi cinquant’anni. Ora ha dovuto interrompere dei lavori di ristrutturazione – tra cui un pavimento nuovo – in attesa di scoprire cosa succederà. “Sto aspettando, in questo momento non voglio fare nulla”, dice.
Il governo federale non ha risposto alle domande per questo articolo.
“Il finanziamento della Bndes approvato dal governo del Pará si concentra sulle azioni strutturali che contribuiscono al miglioramento della vita della popolazione”, hanno dichiarato in una nota i rappresentanti della banca.
Lungo il canale di Mártir, in un’altra zona periferica di Belém, gli abitanti raccontano che qualcuno ha già deciso di andarsene. Alcune case sono a soli due metri dal canale, dove gli operai stanno ripulendo il terreno per le opere in programma. Secondo i proprietari è in corso una trattativa con le autorità sugli indennizzi per le abitazioni. In questa zona i lavori dovrebbero finire nel luglio 2026. ◆ as
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo.
Scrivici a: posta@internazionale.it
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link