Bambini a una manifestazione filo-palestinese a Londra il 7 febbraio 2024.
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Venerdì 7 marzo la Svizzera ospiterà una conferenza sul conflitto in Medio Oriente per gli Stati che hanno aderito alle Convenzioni di Ginevra. L’obiettivo è ribadire la necessità di proteggere i civili e i beni civili nei territori palestinesi occupati.
Lo scorso settembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha incaricato la Svizzera di organizzare una conferenza per gli Stati che aderiscono alle Convenzioni di Ginevra, con l’obiettivo di discutere la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati. L’incontro si terrà il 7 marzo e si prevede che duri soltanto un giorno.
Le quattro Convenzioni del 1949 costituiscono la base del diritto internazionale umanitario e stabiliscono la tutela delle persone che non partecipano attivamente a un conflitto. Le norme sancite da questi trattati si applicano ai territori palestinesi che Israele occupa dal 1967, ovvero Gaza e la Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est.
La conferenza sarà incentrata sulla Quarta Convenzione di Ginevra, un trattato che tutela i civili in tempo di guerra, vietando ad esempio i trasferimenti forzati della popolazione e gli insediamenti nei territori occupati, e che disciplina il comportamento della forza occupante.
L’incontro inoltre ricorderà alle parti l’importanza di rispettare il diritto internazionale umanitario, e secondo fonti diplomatiche verrà adottata una dichiarazione congiunta non vincolante.
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Tutti i 196 Stati che aderiscono alle Convenzioni di Ginevra hanno l’obbligo di garantirne l’applicazione. La Svizzera, in quanto Stato depositario, custodisce gli originali dei trattati e rimane imparziale e al servizio delle parti contraenti.
Un contesto internazionale difficile
La conferenza si svolge in un contesto segnato da 15 mesi di guerra tra Israele e il gruppo militante palestinese Hamas. Il conflitto ha costretto quasi tutti i 2 milioni di abitanti di Gaza a trasferirsi più volte all’interno della Striscia e ha causato la morte di almeno 48’000 palestinesi, secondo i dati del Ministero della Sanità di Gaza, oltre ad aver distrutto gran parte delle infrastrutture del territorio.
“Questa conferenza sarà un promemoria più che necessario del fatto che il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato”, ha dichiarato a SWI swissinfo.ch Vincent Chetail, professore di diritto internazionale presso il Graduate Institute di Ginevra.
Da fine gennaio un fragile cessate il fuoco ha permesso lo scambio di prigionieri palestinesi con ostaggi catturati da Hamas durante l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, che ha causato la morte di 1’139 israeliani. L’accordo prevede inoltre un graduale ritiro di Israele dalla Striscia e un aumento significativo dell’accesso agli aiuti umanitari.
Un’israeliana liberata viene accolta da una soldatessa dopo il suo rilascio da parte di Hamas nella Striscia di Gaza, il 30 gennaio 2025.
AFP / Israeli Army
Nel frattempo il presidente statunitense Donald Trump sta spingendo i Paesi arabi ad accettare una proposta che prevede l’espulsione definitiva di tutti i palestinesi da Gaza e il loro ricollocamento all’estero. Trump ha inoltre suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero assumersi la “responsabilità” di sviluppare l’area, trasformandola nella “Riviera del Medio Oriente”.
“La Quarta Convenzione vieta la migrazione forzata dei palestinesi, un tema di cui si parla molto in seguito alla proposta completamente illegale di Trump”, ha affermato Chetail.
“Il divieto di trasferimento forzato mira a prevenire la colonizzazione di un territorio e la pulizia etnica da parte della forza occupante” ha aggiunto.
La proposta di Trump è stata contestata da diversi Paesi arabi dell’area, come la Giordania e l’Egitto, oltre che dall’Unione Europea.
I palestinesi tornano nel nord della Striscia di Gaza dopo l’annuncio della tregua.
Mohammed Saber / Keystone
Cosa aspettarsi dalla conferenza?
Non si sa molto sull’incontro, a parte che gli ambasciatori degli Stati contraenti si riuniranno a Ginevra e che verrà adottata una dichiarazione.
La partecipazione degli Stati Uniti e d’Israele non è prevista, ma secondo gli esperti di diritto internazionale interpellati da SWI, la loro assenza non influenzerà l’esito dell’evento.
I diplomatici di diversi Paesi europei hanno riferito a SWI che alcuni Stati preferirebbero mantenere l’evento il più neutrale possibile, evitando di menzionare una “situazione nazionale” specifica in modo da non compromettere le future trattative tra Israele e Hamas sulle prossime fasi del cessate il fuoco.
Tuttavia, questo sarebbe in contrasto con la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che descrive esplicitamente la conferenza come incentrata sui “territori palestinesi occupati”.
“Alcuni Paesi spingeranno per far sì che la dichiarazione condanni l’occupazione dei territori palestinesi, soprattutto perché la Corte Internazionale di Giustizia ha riconosciuto questa situazione come illegale più volte, anche a luglio”, ha affermato Chetail.
Altri sviluppi
Altri sviluppi
Le personalità svizzere che hanno lasciato il segno nella storia del diritto umanitario
Lo scorso luglio, in un parere consultivo richiesto dall’Assemblea Generale ONU alla fine del 2022, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che la presenza continuativa di Israele nei territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est, vìola il diritto internazionale e deve interrompersi al più presto.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto il parere della Corte, e Israele non ha fornito una risposta chiara sulla legalità della propria occupazione.
La Corte Suprema israeliana applica la legge dell’occupazione ai territori controllati dal 1967, ma i governi israeliani sostengono che la Cisgiordania e Gaza non siano da considerarsi “territori occupati” e che quindi la Quarta Convenzione di Ginevra non sia applicabile.
Israele occupa la parte orientale di Gerusalemme dal 1967 e ne ha dichiarato l’integrazione nel proprio territorio nel 1980, ma l’annessione non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l’ha dichiarata nulla e priva di effetti giuridici.
Simili conferenze organizzate dalla Svizzera nel 1999 e nel 2001 hanno concluso che la Quarta Convenzione di Ginevra è applicabile ai territori palestinesi occupati. La dichiarazione dell’ultima riunione, nel 2014, ha inoltre chiesto il rispetto del diritto internazionale sia da parte di Israele, in quanto potenza occupante, sia da parte dei gruppi armati non statali come Hamas.
“Dubito che il prossimo incontro riuscirà ad andare oltre i risultati raggiunti nel 2014”, afferma Chetail.
Israele ha criticato la politicizzazione delle Convenzioni di Ginevra e del diritto internazionale umanitario.
“Il tentativo di convocare la conferenza durante l’attuazione di un cessate il fuoco estremamente delicato, da cui dipendono le vite degli ostaggi israeliani, è un’ulteriore dimostrazione che questa iniziativa non mira a promuovere il diritto internazionale umanitario”, ha dichiarato a SWI swissinfo.ch un portavoce della missione permanente israeliana presso le Nazioni Unite a Ginevra. “Si tratta solo di un’altra occasione per attaccare un Paese democratico e incoraggiare le organizzazioni terroristiche”.
La conferenza non può adottare risoluzioni legalmente vincolanti né imporre sanzioni, ma Chetail ricorda che le Convenzioni, invece, sono giuridicamente vincolanti.
“La Svizzera ha un ruolo da svolgere in quanto Stato depositario e Paese neutrale – deve ricordare al mondo, e in particolare ai politici di Stati Uniti e Israele, che il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato in ogni circostanza e si applica a tutti, è importante”, ha aggiunto Chetail.
A Gaza tutto è da ricostruire.
Haitham Imad / Keystone
La conferenza discuterà anche la protezione delle infrastrutture in tempi di guerra da parte della forza occupante.
“Non è rimasto niente a Gaza Nord, solo macerie e odore di morte”, ha raccontato in un comunicato stampa Caroline Seguin, coordinatrice per le emergenze di Medici Senza Frontiere, dopo aver visitato l’area a metà febbraio. Seguin ha aggiunto che ci sono ancora cadaveri intrappolati sotto le macerie e che la zona è stata completamente rasa al suolo.
Le iniziative delle Nazioni Unite
Dopo la conferenza ci saranno ulteriori iniziative per far sì che l’ONU torni a partecipare al dibattito sulla pace in Medio Oriente, da cui è stata in gran parte esclusa. L’accordo sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas, infatti, è stato negoziato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, senza il coinvolgimento delle agenzie delle Nazioni Unite, e Trump ha chiarito che preferisce stipulare accordi bilaterali piuttosto che aderire a negoziati multilaterali.
Gli aspetti politici del conflitto in Medio Oriente saranno al centro in una conferenza a New York a giugno, organizzata sotto l’egida di Francia e Arabia Saudita su mandato dell’Assemblea Generale ONU. L’evento discuterà la “risoluzione pacifica della questione palestinese, la soluzione a due Stati e la sua attuazione”.
“È interessante osservare come vi sia una serie di iniziative diplomatiche in corso e come la convocazione della conferenza sulla Quarta Convenzione di Ginevra si inserisca in questo contesto”, ha commentato Chetail.
Mirjana Spoljaric, presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, organizzazione promotrice delle Convenzioni di Ginevra, ha messo in guardia sui costi sempre più elevati della guerra a Gaza e sui rischi per la sicurezza che possono derivare dalla mancata osservanza del diritto internazionale umanitario. Il suo intervento si è tenuto a metà febbraio durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco. “Se non vogliamo che venga cancellato lo sviluppo economico e sociale raggiunto, dobbiamo ridurre l’impatto delle guerre sulle persone, a partire da un impegno maggiore a rispettare il diritto di guerra”, ha dichiarato.
Articolo a cura di Virginie Mangin/livm/ts
Traduzione di Vittoria Vardanega
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