In Umbria contestati danni erariali per 15 milioni: «Giustizia sociale sia una priorità»

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di Daniele Bovi

Nel corso del 2024, la Procura della Corte dei conti per l’Umbria ha contestato danni erariali per un totale di 15,2 milioni di euro, avviando azioni di responsabilità nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili. Si tratta di un dato inferiore rispetto ai due anni precedenti, in cui l’importo era stato rispettivamente di 20,5 milioni  nel 2023 e quasi 18 nel 2022, ma comunque superiore ai livelli registrati nel 2020 e nel 2021, quando le cifre si attestavano attorno ai 5,5 milioni di euro. Dei numeri e in generale dell’attività della magistratura contabile si è parlato giovedì a Perugia in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 della Corte.

I risultati La procuratrice regionale, Antonietta Bussi, ha evidenziato come il 65 per cento delle cause promosse dalla Procura si sia concluso con una sentenza di condanna, totale o parziale. Un risultato definito «soddisfacente», considerata la complessità dei procedimenti, in particolare quelli relativi ai danni da lesione sanitaria. Nell’anno appena trascorso, inoltre, sono stati recuperati 1,5 milioni di euro a seguito di pronunce di condanna di primo e secondo grado. Nel corso della relazione la Procura ha posto l’accento sulla necessità di una corretta gestione delle risorse pubbliche, sottolineando che l’attuale contesto economico – aggravato da crisi recenti – rende ancora più urgente l’uso efficiente dei fondi destinati alla collettività.

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Stop sprechi «Le ingenti risorse messe in campo per dare nuovo impulso alla crescita – ha detto Bussi – devono essere impiegate senza sprechi o deviazioni, con celerità e puntualità, per realizzare tangibilmente i bisogni collettivi ai quali sono state indirizzate». L’inefficienza nella spesa pubblica, infatti, non solo sottrae risorse ai cittadini, ma contribuisce anche ad aumentare il debito pubblico e a ridurre la fiducia nelle istituzioni. In questo quadro, Bussi ha richiamato l’etica della responsabilità, intesa come la capacità di ogni amministratore di valutare l’impatto delle proprie decisioni sul bene comune, superando interessi personali o di convenienza. Un principio che, secondo la procuratrice, deve guidare ogni azione pubblica, soprattutto in un momento in cui l’utilizzo delle risorse europee del Pnrr impone un elevato livello di vigilanza e correttezza.

I privati Tra le criticità segnalate, viene evidenziato anche il crescente ruolo dei privati nella gestione di servizi pubblici e il rischio che logiche di profitto possano entrare in conflitto con l’interesse collettivo. Sul punto la procuratrice avverte che, pur non sempre sfociando in veri e propri illeciti, situazioni di questo tipo possono comunque configurare cattiva amministrazione, con danni economici rilevanti.

Paura della firma Nella relazione è tornato anche un tema segnalato molte volte nel corso degli ultimi anni: quello della cosiddetta “paura della firma”. Secondo la relazione, il timore di incorrere in responsabilità penali o contabili ha indotto alcuni dirigenti pubblici a una condotta di burocrazia difensiva, con il rischio di rallentare l’azione amministrativa. Questa tendenza però per la Corte non trova riscontro nella realtà: le difficoltà della pubblica amministrazione – è stato spiegato giovedì – sono più spesso dovute alla complessità normativa e alla sovrapposizione di competenze.

Le riforme La relazione arriva in un momento in cui è caldo il dibattito sulle recenti riforme normative e sul loro impatto sulla funzione della Corte dei conti. La magistratura contabile ha ribadito che qualsiasi intervento legislativo volto a ridurre la responsabilità amministrativa deve essere attentamente valutato per evitare di indebolire gli strumenti di tutela dell’erario e la funzione deterrente delle sanzioni. Sul punto, la procuratrice ha espresso preoccupazione per la tendenza a limitare la responsabilità colposa ai soli casi di dolo, osservando che una simile scelta rischia di allentare la vigilanza sulla corretta gestione delle risorse pubbliche e di compromettere la finalità preventiva della giurisdizione contabile.

Giustizia sociale Nella relazione si parla anche di «giustizia sociale» come di un obiettivo prioritario per le istituzioni, insieme alla legalità. Obiettivi da centrare attraverso un’adeguata allocazione delle risorse e conformando le azioni pubbliche ai doveri di buona fede, imparzialità e solidarietà. La cattiva gestione delle risorse infatti crea «distorsioni e ingiustizie», andando a toccare direttamente la vita dei cittadini sottraendo fondi e generando sfiducia. E a rimetterci spesso, sottolinea la Procura, sono le fasce più deboli della popolazione.

I numeri Tornando ai numeri, nel 2024 la Procura ha registrato 739 notizie di danno, aprendo 328 fascicoli istruttori e conducendo 1.208 atti di indagine. Le autorità giudiziarie si sono confermate la principale fonte di segnalazioni (50,9 per cento), seguite da amministratori e dirigenti dei servizi (23,5 per cento) e dai cittadini (12,6 per cento). I giudizi trattati in udienza sono stati 115 e gli importi recuperati sulle sentenze di condanna hanno sfiorato 1,5 milioni, il doppio rispetto all’anno prima. L’azione della Procura ha riguardato principalmente debiti fuori bilancio, lesioni da attività sanitaria ed equa riparazione. In particolare Stato (53 per cento), Enti locali e altri enti (36 per cento) e Asl (11 per cento) sono state le realtà più danneggiate.

De Rosa Alcune tematiche sono tornate anche nella relazione del presidente della Sezione, Giuseppe De Rosa, che ha sollevato serie preoccupazioni sulle ipotesi di riforma del sistema giudiziario, con particolare attenzione alla responsabilità amministrativa. De Rosa ha parlato del rischio di modifiche che potrebbero incidere profondamente sul ruolo della magistratura contabile, mettendo in discussione l’attuale equilibrio tra deterrenza e tutela dell’azione amministrativa. Respinte al mittente poi le critiche rivolte alla magistratura contabile, spesso accusata di un eccesso di rigore: per De Rosa si tratta di accuse simili a quelle mosse nei confronti della giustizia ordinaria e finalizzate solo a modificare lo status della magistratura contabile.

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