MILANO Prima regola della Gintoneria: «Niente poveri». Che era anche il grido di battaglia quando nel locale di via Napo Torriani si stappava una grande bottiglia. Per il titolare Davide Lacerenza, possessore di Ferrari partito dal basso con un banco di frutta e verdura al mercato, i poveri «sono i ricchi con il braccino corto, quelli che con l’auto di lusso fanno mettere l’asciugamanino sotto le cosce sudate della donna d’estate per paura di macchiare il sedile di alcantara, quelli che per non consumare benzina la barca la spostano a remi». Ecco, loro alla Gintoneria non potevano nemmeno entrare.
LE SCIABOLATE
Due giorni fa è stato disposto il sequestro, mentre Lacerenza è finito ai domiciliari con l’ex compagna Stefania Nobile e il factotum Davide Ariganiello nell’inchiesta della Procura di Milano per autoriciclaggio, prostituzione, detenzione e spaccio di stupefacenti. Il King delle notti ha perso il suo regno, i frequentatori un punto di riferimento per sciabolate di Cristal magnum Rosè ma anche droga ed escort su richiesta, con possibilità di recapito dei «pacchetti» a domicilio. «Alla Gintoneria non si presentava gente per caso, chi va lì sa quel che trova», racconta Francesco, avvocato quarantenne. «L’ingresso è presidiato da buttafuori, il cui compito è fare selezione. Ti squadrano, se ritengono tu sia un barbone ti lasciano alla porta, dicono che il locale è pieno anche se è mezzo vuoto». Lui si è presentato con alcuni colleghi americani e ha superato l’esame. «Dentro è tutto nero e pacchiano, tavolini bassi e pouf, sembra un locale notturno. Un coktail, neanche granché, 50 euro e nemmeno due patatine. Si vede lontano un miglio che è un posto per escort, l’insegna è fuorviante. Se non sei interessato, vai una volta e non torni più». Ma Lacerenza, 258 mila seguaci sul suo profilo Instagram privato, poteva contare su un ampio bacino di avventori affezionati ed era abile nel far brillare le luci della popolarità. «Da me vengono tutti, politici, giornalisti. Sono un mostro di potenza», si vantava in un’intervista a La Zanzara. In Gintoneria ha festeggiato il compleanno Filippo Romeo, in arte Champagne, fratello del senatore della Lega Massimiliano Romeo, sui social il King pubblica foto con Mara Venier, il cantante Irama, Yuri Chechi, il Ken Umano e Massimo Boldi. «Un tavolo di calciatori che dovevano andare al Cavalli hanno disdetto per stare qua con Davidone Nazionale e sicuramente hanno bevuto meglio», il suo commento a uno scatto di un anno fa.
LA FONTANA
Lacerenza esibisce una cantina per intenditori e atmosfera esclusiva, Simone descrive tutt’altra esperienza: «Non puoi fare il raffinato e servirci i Doritos insieme ai drink, mettere quattro pouf su cui sedersi senza schienale e un buttafuori con sguardo incagnito. Vado in bagno e trovo la bilancia con il piatto in vetro per pippare ma neanche un po’ di carta per asciugarsi le mani, non c’è un minimo di decenza». Tra i delusi anche Stefano, che andava in Gintoneria due volte alla settimana, «mi trovavo bene, peccato che una sera Davide ebbe la brillante idea di mandarmi al tavolo due ucraine per farsi offrire una bottiglia di champagne. Pensavo fosse più intelligente e in grado di capire con chi poter fare certe cose». Una parabola discendente, riferisce un altro cliente, iniziata già da diversi anni: «Il suo problema temo sia il senso della misura, ormai ampiamente superato da scene penose di povere ragazzine seminude che nuotano a rana nel liquame della sua fontana o rampolli semideficenti sbronzi che sciabolano bottiglie con l’iPhone». Una china pericolosa segnalata anche da Wanna Marchi (non indagata), madre di Stefania Nobile, che pur non disdegnando i 120 mila euro spesi in una settimana dal facoltoso S.S., fruitore del servizio champagne, droga ed escort anche nel privé rosa Mailmaison, disprezzava Lacerenza: «Io ho piacere, per carità, incassiamo – dice in un’intercettazione – Però è un essere talmente schifoso che davanti a tutta la gente si tira su la maglia e rutta». Secondo l’accusa, Stefania Nobile avrebbe approfittato dei frequenti viaggi in Albania con la madre, a bordo della sua nuova Lamborghini verde, per portare denaro all’estero. Sarebbero più di 80 mila euro i soldi sequestrati, 33 mila su un conto in Lituania, altri 40 mila su conti italiani e 10 mila euro in contanti custoditi alla Malmaison. Dove le saracinesche si alzavano solo per i ricchi, davanti ai quali sfilavano le ragazze. «Il cliente ci valutava, chiedendoci l’età. Se venivo scelta offrivo il mio prezzo in favore della prestazione sessuale che mi chiedeva di rendere», il racconto di una di loro agli atti dell’inchiesta. Del King non conserva un buon ricordo: «Nei mie confronti ha usato modi gentili e affettuosi solo nelle storie su Instagram, in realtà non mi ha mai considerata più di tanto. Io all’interno dei locali gli servivo per vendere bottiglie, per soddisfare sessualmente i clienti o addirittura lui stesso». Era «il controllo qualità sulle sue escort», annota il gip.
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