Povertà. Caritas, Santa Maria in Vado, Monastero Corpus Domini: ecco il programma completo
Nella lettera pastorale “Segni dei tempi, segni di speranza” sono state inserite, dopo le riflessioni del nostro Arcivescovo, le proposte offerte dagli Uffici pastorali della Diocesi.
Il percorso indicato è scandito in alcune Giornate, da celebrarsi nei vicariati e incentrate su alcuni “segni dei tempi” descritti nella Bolla d’indizione del Giubileo Spes non Confundit e ripresi nella Lettera pastorale di mons. Perego: le diverse forme di povertà (9 marzo a Ferrara), i giovani (12 aprile a Comacchio) e gli anziani (14 settembre a Gavello). Sabato 7 giugno si svolgerà a Tresigallo la Veglia diocesana di Pentecoste che aiuterà a riflettere sulla missione dell’annunciare la fede nell’oggi della storia, cercando di identificare ostacoli e freni che condizionano l’evangelizzazione.
Il filo conduttore che lega le diverse Giornate giubilari è la “conversione” alla speranza, finalizzata ad una rilettura sugli stili di vita personali e sulle strutture di peccato che influenzano le scelte personali e comunitarie. La prima tappa, quella del 9 marzo, riguarderà i poveri indicati nella Spes non Confundit da Papa Francesco sia come i grandi “nominati” nei dibattiti politici ed economici internazionali, sia come i “non considerati” per i loro problemi e destinati a rimanere all’ultimo posto. Per questo è forte il suo appello a non dimenticare i poveri, il loro essere quasi sempre vittime e non colpevoli. «Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento – scrive il Papa -, c’è il rischio di abituarsi e rassegnarsi». Il nostro Vescovo Gian Carlo aggiunge, a tal proposito, nella sua Lettera: «Come cristiani che vivono il Giubileo che è libertà e liberazione, non possiamo guardare altrove e fingere di non vedere i poveri del mondo, o abituarci a loro. I poveri ci sono anche vicini: di casa, di lavoro, in parrocchia». La Giornata del 9 marzo, organizzata dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro, dalla Caritas e dai tre Vicariati cittadini, vuole essere quindi un forte invito ad aprirsi, a riconoscere nelle diverse povertà che alimentiamo o subiamo, quei segni dei tempi che necessitano di diventare segni di speranza, tramite un impegno coerente al servizio del Vangelo, fatto di apertura e disponibilità verso i fratelli che incontriamo. Il programma della prima giornata prevede il ritrovo in un luogo simbolo dell’attenzione alle povertà: la sede della Caritas diocesana. L’inizio, alle ore 16, sarà caratterizzato dalla confessio laudis, un momento di ringraziamento per i volontari che quotidianamente assicurano il loro prezioso servizio sia nella struttura di via Brasavola sia nelle diverse realtà di accoglienza sparse nella nostra Diocesi. Si compirà poi un breve cammino penitenziale verso la Basilica di S. Maria in Vado che introdurrà alla confessio vitae, aiutati da un esame di coscienza preparato per l’occasione che culminerà nella celebrazione individuale del sacramento della Riconciliazione e nella confessio fidei. Al termine si inviteranno i presenti a trasferirsi presso il vicino Monastero del Corpus Domini, dove alle 17.30 inizierà lo spettacolo della Compagnia teatrale “Quelli della via” su Annalena Tonelli, missionaria laica testimone di speranza in particolare per i poveri del Kenya e della Somalia. Annalena, forlivese di origine, prima di partire per il Kenya, si laureò nel 1968 in Giurisprudenza nella Facoltà di Ferrara con una tesi su “La responsabilità penale del minore”. Nel 2003 venne uccisa da due sicari dopo la visita serale ai suoi ammalati. Lei scrisse a proposito della sua vocazione: «Scelsi, che ero una bambina, di essere per gli altri, i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati, e così sono stata e confido di continuare fino alla fine della mia vita; volevo seguire solo Gesù Cristo, null’altro mi interessava così fortemente: Lui e i poveri per Lui». Una scelta, quella di Annalena, che ci aiuterà, come Chiesa diocesana, a verificare la nostra fede cristiana perché non si riduca a «una devozione innocua», come ha detto il Santo Padre nell’ultima Giornata dei Poveri.
Sempre in quella giornata, il Papa, citando il card. Martini, ha ricordato che «si diventa Chiesa di Gesù nella misura in cui serviamo i poveri, perché solo così «la Chiesa “diventa” sé stessa, cioè la Chiesa diventa casa aperta a tutti, luogo della compassione di Dio per la vita di ogni uomo». È la fede professata da Annalena, è la fede che come Chiesa di Ferrara-Comacchio desideriamo condividere, aprendo gli occhi sulle sofferenze del mondo, sulle infelicità dei poveri, su quei segni dei tempi che possono diventare segni di speranza, anche attraverso la nostra conversione.
Don Francesco Viali
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