I dazi di Trump potrebbero portare a un aumento del prezzo dei fumetti


Lo scorso 4 marzo sono entrati in vigore i dazi del 25% imposti dal neoeletto Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulle merci provenienti da Canada e Messico, ai quali si è aggiunto un aumento dal 10 al 20% per quanto riguarda quelle importate dalla Cina. Secondo gli analisti, questo comporterà un aumento dei prezzi per i consumatori statunitensi, in quanto molti prodotti vengono realizzati all’estero. Tra questi, figurano anche i fumetti.

La maggior parte delle case editrici statunitensi di fumetti stampano infatti i propri albi all’estero, soprattutto in Canada, mentre le raccolte vengono fatte stampare prevalentemente in Cina. I costi aggiuntivi dovranno necessariamente essere in qualche modo assorbiti, e l’ipotesi più probabile è che questo comporterà un aumento del prezzo di copertina.

Secondo quanto riportato da The Comics Journal, questa situazione potrebbe inoltre portare a un aumento dei costi di stampa anche all’interno degli stessi Stati Uniti, dove la situazione negli ultimi anni è stata piuttosto complessa per le case editrici.

«Anche se riuscissimo a trovare stampatori nazionali in grado di realizzare molti dei libri d’arte visiva con copertina rigida di fascia alta che facciamo, costerebbero circa il doppio o più dello stesso libro stampato all’estero, le nostre opzioni in termini di carta e di stampa/rilegatura sarebbero limitate e probabilmente anche la qualità ne risentirebbe» racconta a Bleeding Cool Eric Reynolds, vicepresidente e Associate Publisher di Fantagraphics. «Ho letto da qualche parte che negli Stati Uniti non viene costruita una nuova cartiera da qualcosa come 35 anni e che il numero di cartiere esistenti è una piccola frazione del periodo di massimo splendore della stampa statunitense del Ventesimo secolo.»

«Negli Stati Uniti non c’è capacità produttiva per realizzare libri come questi, e tale capacità non può essere facilmente ricostruita» ribadisce Josh O’Neill, editore di Beehive Books. «La stampa all’estero è spesso più rapida di quella nazionale, anche con i lunghi tempi di spedizione, perché la stampa nazionale spesso implica che uno stampatore si occupi delle copertine, un altro di una copertina con un effetto speciale e un terzo stampi il blocco di testo (le pagine interne), il che introduce tante opportunità in più di errori e ritardi quando il progetto viene spostato tra diversi stampatori.»

Le motivazioni per cui le case editrici stampano all’estero non sono dunque solo di carattere economico. In tante ci tengono infatti a sottolineare come «Non siamo riusciti a trovare tipografie nazionali in grado di offrire la qualità e le opzioni disponibili presso quelle estere, come gli interessanti stock di carta pregiata, le diverse opzioni di rilegatura e i dettagli in lamina che rendono i nostri libri unici», riferisce per esempio Avi Ehrlich di Silver Sprocket.

Un aumento dei costi di produzione comporterà anche una diminuzione delle pubblicazioni, soprattutto per quanto riguarda le case editrici più piccole. «Gli editori che producono opere con tirature maggiori saranno ancora in grado di trovare margini di guadagno senza apportare cambiamenti significativi alle loro operazioni o strategie editoriali. I piccoli editori non potranno permettersi questo lusso» specifica Damien Wassel editore di Vault Comics.

Secondo l’editor di una piccola casa editrice che preferisce rimanere anonima e che pubblica soprattutto opere di importazione, «se i dazi saranno applicati come attualmente indicato, influenzeranno sicuramente i miei criteri di selezione dei fumetti da acquisire. Stampo in Cina solo quando si tratta di fumetti grandi o lunghi, perché altrimenti i costi sarebbero proibitivi per un editore piccolo come il mio. Sfortunatamente, questo significa che sarò meno in grado di spingere il medium fumetto come ho fatto finora, e sarà molto più difficile distinguersi in un campo affollato di grandi editori. Suppongo che questo sia lo scopo della prossima amministrazione: rendere le cose più difficili per tutti, tranne che per l’élite dei ricchi.»

Un’altra conseguenza dell’aumento dei costi di produzione – e di conseguenza dei prezzi di copertina – potrebbe essere quella di un’ulteriore spinta verso i fumetti in formato digitale, a discapito della carta, come ipotizza invece Rob Salkowitz su ICv2: «I fan che vogliono leggere i fumetti invece che possederli, e le aziende create per venderli, sarebbero i vincitori in questo scenario».

Immagine di copertina da “The Unquotable Trump” di Robert Sikoryak

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