Fine vita, ritrovata centralità in Senato

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di Lino Sasso





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Fratelli d’Italia ha riaperto la discussione sul fine vita, un tema fermo da tempo nel comitato ristretto delle commissioni Giustizia e Affari sociali del Senato. Sebbene Forza Italia e Lega abbiano mostrato maggiore cautela, le opposizioni hanno accolto con favore il passo avanti, sollecitando una legge nazionale per evitare disparità territoriali, come evidenziato dalla recente normativa approvata in Toscana. Ignazio Zullo (FdI), insieme a Pierantonio Zanettin (FI), ha presentato in commissione alcune “bozze preliminari”, ora al vaglio dei gruppi parlamentari. Secondo Zullo, il lavoro svolto finora si è basato su un confronto iniziale per individuare i principi fondamentali di un possibile testo di legge. Tre i punti chiave: il riconoscimento della vita come bene inviolabile, il recepimento delle condizioni fissate dalla Corte Costituzionale e l’obbligo per chi richiede il fine vita di essere già inserito in un percorso di cure palliative, affinché le sofferenze fisiche e psicologiche siano adeguatamente trattate. L’iniziativa è stata accolta positivamente da Alfredo Bazoli (PD), che ha definito il progresso significativo e in linea con la proposta di legge da lui presentata. Anche Ilaria Cucchi (Avs) ha espresso soddisfazione, pur criticando la destra per aver a lungo ostacolato una normativa nazionale con strategie ostruzionistiche. Tuttavia, l’accelerazione sembra aver colto di sorpresa alcuni partiti della maggioranza. Maurizio Gasparri (FI) ha chiarito che il comitato ristretto continuerà a lavorare, ma senza vincoli su testi o proposte, che al momento restano solo ipotesi. Sulla stessa linea, Massimiliano Romeo (Lega) ha sottolineato la necessità di un’ampia condivisione e di approfondimenti prima di definire un testo base. Anche all’interno della Lega le posizioni non sono univoche: il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha ribadito che il fine vita è già autorizzato da una sentenza della Corte Costituzionale, ma che serve una legge per evitare interpretazioni arbitrarie. Il tema resta fortemente divisivo e il percorso legislativo appare complesso. Mariastella Gelmini (Noi Moderati) ha ribadito la posizione più conservatrice, sottolineando che lo Stato deve sostenere la vita, non favorire la morte. La discussione rimane aperta e si prevede un confronto acceso nei prossimi mesi.


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