Feyenoord-Inter, le pagelle – De Vrij vendica il Milan, Bastoni è il sollievo di Inzaghi. Dumfries vince il derby

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J. MARTINEZ 6,5 – Un’altra prestazione di grande personalità, la prima per lui in Champions League. Resiste alle sfuriate iniziali dei padroni di casa respingendo due volte gli attacchi di Osman che sin dall’inizio ne testa la presenza mentale in campo. Si prende il lusso di un paio di rilanci imprecisi, peccati veniali nel contesto di una prestazione in cui si fa rispettare soprattutto sui palloni alti. Sommer non abbia troppa fretta.


PAVARD 6,5 – Finta e controfinta, Osman in avvio lo fa spesso ballare quando ci si trova vis-a-vis. Il francese barcolla ma non molla, dando fondo a tutta la propria elasticità e cercando il feeling, difensivo ma anche organizzativo, con Dumfries e Barella che non sempre funziona, in particolare nei primi 20 minuti. Con il trascorrere dei minuti prende le misure a chiunque e si concede solo un errore sul solito Osman che i padroni di casa non sfruttano. Fa valere l’esperienza internazionale.

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DE VRIJ 7 – Evidente che conosca ogni centimetro del De Kuip, perché ci si trova a proprio agio come se fosse in pantofole sul divano. Padrone dell’area, tutti i palloni gettati in mezzo sono suoi. Vendica il Milan imbavagliando Carranza, il carnefice dei rossoneri e se la cava anche quando Ueda lo punta da ultimo uomo. Esce dal campo tra gli applausi della gente che non l’ha dimenticato. E non dimenticherà questa grande prestazione. DAL 72′ BISSECK 6,5 – Ottimo ingresso, si piazza in mezzo e sfrutta l’altezza e la reattività per frustrare gli approcci, già di per sé timidi, del Feyenoord.


ACERBI 6,5 – Ingaggia un duello parecchio fisico con Carranza che di certo non usa con lui le buone maniere. La possibilità di agire da braccetto in possesso di palla lo autorizza a salire con continuità per arricchire la costruzione del gioco e lo mette anche nelle condizioni di concludere in porta o pressare alto. Regge con serenità e quando deve gestirsi lo fa in modo intelligente.


DUMFRIES 7 – Osman è un pessimo avversario perché lo pressa e lo punta, costringendolo a giocare al limite e spesso a rassegnarsi all’errore. Davanti non gli manca lo spirito di iniziativa, alternato a frenate di pura saggezza. A volte non va a braccetto con la lucidità nei momenti in cui potrebbe lasciare il segno, ma in linea di massima la sua presenza scenica travolge il malcapitato Bueno. Per lui, ex Sparta, questo è un derby e lo interpreta con lo spirito giusto, crescendo a dismisura nella ripresa.


BARELLA 6,5 – Tra quelli che faticano di più nel trovare la posizione quando l’Inter si difende a quattro e lui deve occupare più spazio in mezzo al fianco di Asllani. A questo imbarazzo personale aggiunge errori tecnici o eccesso di attendismo che di certo non aiutano lo sviluppo della manovra. Poi all’improvviso si ricorda del suo status internazionale e scodella un pallone fantastico per la zampata di Thuram. Conclusa la fase di adattamento, torna ai suoi livelli finché ha benzina. DAL 72′ FRATTESI 6 – Si inserisce tra le pieghe della partita con naturalezza, dando una mano nella copertura e spingendo sull’acceleratore quando si aprono gli spazi.

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ASLLANI 6 – I suoi ritmi sotto controllo sono utili quando c’è da alleggerire la pressione del Feyenoord, che tendenzialmente pressa alto e gli impedisce di ricevere agevolmente il pallone. Nei momenti in cui gli olandesi rifiatano, l’albanese ne approfitta per alzare la testa e servire i compagni più liberi, concedendosi poche imprecisioni ma mostrando anche una gradevole verticalità. Interessante l’esecuzione del calcio di punizione che al tramonto del primo tempo Wellenreuther alza in angolo. DALL’81’ CALHANOGLU SV.


ZIELINSKI 6 – Nelle fasi in cui il Feyenoord alza i ritmi e il baricentro il polacco è tra i giocatori che soffrono di più, perché la sua indole non lo porta a inseguire l’avversario o a rientrare rapidamente. Non è affatto una novità, per lui la priorità è inventare qualcosa con il pallone tra i piedi e da questo punto di vista c’è poco da rimproverargli: il modo in cui rinuncia al secondo tiro per servire Lautaro in area è da scenziati. Spreca il colpo del K.O. sbagliando dal dischetto, ma c’è tanto merito di Wellenreuther.


BASTONI 6,5 – Ha tutti i riflettori puntati addosso, perché per ragion di Stato è l’unico a cui Inzaghi chiede di agire in un ruolo inedito, al fine di preservare gli automatismi. Da bravo soldato esegue, ricordando esperienze passate e gestendo il fiato perché sa di non poterlo esaurire. Nel compito lo aiuta Acerbi al quale spesso dà il lasciapassare per lanciarsi nella metà campo olandese. Ma quando è lui ad alzare il baricentro, per il Feyenoord sono dolori. Un sollievo per Inzaghi.


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L. MARTINEZ 7 – Inizia in modo contratto, non riesce a ricevere né a domare palloni che farebbero respirare la squadra e l’intesa tecnica con Thuram non decolla. Un po’ alla volta entra in ritmo e dopo il vantaggio firmato dal collega di reparto sale in cattedra, agendo tra le linee e diventando imprendibile per gli olandesi, fino a scaraventare sotto la destra con tutta la sua rabbia il pallone del raddoppio. Entra in tutte le azioni offensive e aiuta anche in fase di contenimento, da vero capitano. DALL’81’ ARNAUTOVIC SV.


THURAM 7 – Che non sia ancora al meglio lo conferma il modo in cui, lanciato in porta inavvertitamente da Hancko, cincischia e sbaglia il pallone per Lautaro. Che sia indispensabile lo conferma il modo in cui trasforma in oro il blitz da destra di Barella con una zampata che sintetizza atletismo e tecnica. Potenzialmente potrebbe fare sfraceli, perché gli spazi concessi sono il suo habitat. Si accontenta di guadagnare un rigore poco prima di uscire, ma Zielinski gli toglie meriti. Mica poco… DAL 62′ TAREMI 6 – Partecipativo, lavora diversi palloni interessanti sulla trequarti anche se la produzione offensiva è un po’ risicata.


ALL. INZAGHI 7 – Chiede al solo Bastoni di muoversi in una posizione alternativa per non dover alterare gli equilibri tattici della squadra. Dopo un avvio complicato l’Inter prende le misure del Feyenoord e, una volta trovato il vantaggio, controlla l’andamento della partita come una grande squadra deve fare in queste circostanze. Gestisce le risorse energetiche dei giocatori e torna in Italia persino con il rammarico di non aver vinto più nettamente. Bene così, i quarti di Champions sono più vicini.


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FEYENOORD: Wellenreuther 6,5, Mitchell 5,5, Beelen 6, Hancko 5,5, Bueno 5, Moder 6, Smal 6, Paixao 5,5, Hadj Moussa 6, Carranza 5,5 (dal 59′ Ueda 5,5), Osman 6. All. Van Persie 5,5



ARBITRO: ESKAS 6,5 – Dopo 5 minuti grazia Carranza da un’ammonizione sacrosanta, replicando successivamente con Thuram e chiarendo di conseguenza il metro arbitrale. Non vede il contatto da rigore Mitchell-Thuram, il VAR lo soccorre. Proprio Mitchell lo ‘costringe’ a estrarre il primo cartellino giallo e una volta scappati i buoi le ammonizioni fioccano. Direzione permissiva ma equa, aiuta lo sviluppo del gioco.

ASSISTENTI: Engan 6 – Bashevkin 6

VAR: Dingert 6,5


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