Europa centro-orientale in stand-by per le tensioni geopolitiche « LMF Lamiafinanza

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Negli anni 2000, l’Europa orientale era una regione di successo tra i mercati emrgenti. Una specie di “febbre dell’oro” aveva attirato molti investitori in questi mercati emergenti. La crisi dei mercati finanziari del 2008 ha colpito duramente la regione, ma la sua “investment story” non era ancora finita. Solo i cambiamenti politici, come la guerra del Caucaso nel 2008, l’annessione della Crimea nel 2014 e infine la guerra in Ucraina nel 2022, hanno reso per molti questa regione quasi non più investibile.

L’Europa centrale, in quanto parte dell’UE, è rimasta tuttavia un’area in cui continuare a investire. Tuttavia, con l’esclusione della Russia, la regione dell’Europa centro-orientale si è notevolmente rimpicciolita dal punto di vista degli investimenti. Le valutazioni sono diminuite dal 30 al 40% rispetto a dieci anni fa, a causa dei rischi legati alla guerra in Ucraina e della mancanza di liquidità. Non solo, a mettere sotto pressione lo sviluppo economico e l’attrattività della regione sono stati anche gli alti prezzi dell’energia che interessano tutta l’Europa. Se la situazione migliorerà nel prossimo futuro dipenderà da molti fattori, tra cui l’esito del conflitto in Ucraina.

I conflitti globali e loro effetti

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Anche i conflitti globali, come le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, influenzano la regione. Anche prima che Donald Trump assumesse la presidenza degli Stati Uniti, in Europa si discuteva se riportare la produzione di beni più vicino ai propri mercati, riducendo le produzioni basate in Asia, in particolare in Cina. Uno spostamento della produzione dall’Asia all’Europa potrebbe andare a vantaggio dei mercati dell’Europa orientale, poiché questi Paesi producono a costi inferiori rispetto all’Europa occidentale. Tuttavia, la regione dipende fortemente dall’Occidente, in particolare dalla Germania. Una debolezza economica della Germania, dunque finirebbe per avere un impatto significativo anche sull’Europa.

Tuttavia, non è ancora chiaro quale sarà l’impatto della politica doganale di Trump sulla regione. Se la Cina non potesse più esportare le sue merci negli Stati Uniti, queste potrebbero essere dirottate verso l’Europa, il che aumenterebbe la concorrenza. È anche possibile che la produzione si delocalizzi dalla Cina e si stabilisca nell’Europa orientale, con ricadute positive sulla regione. Al momento, tuttavia, c’è ancora molta incertezza – e un’ampia gamma di conseguenze rimane possibile.

Sprazzi di speranza e sfide

Nonostante le valutazioni negative, ci sono alcuni sprazzi di speranza nella regione. La Polonia, il Paese più grande tra i mercati emergenti europei, ha riacquistato attrattività dopo la vittoria dell’opposizione alle elezioni del 2023. Anche la Croazia e la Slovenia offrono nuove opportunità agli investitori. Questi due piccoli Paesi hanno registrato una forte crescita economica, in particolare la Croazia, che ha introdotto l’euro e beneficia dei finanziamenti relativamente nuovi e ingenti dell’UE. Entrambe le borse locali sono state tra i migliori mercati azionari del mondo nel 2024 e continuiamo a vedere forti prospettive anche per il 2025.

Fine della guerra in Ucraina?

I mercati dell’Europa centrale, in particolare il mercato azionario polacco (+20% a metà febbraio) hanno reagito positivamente ai possibili negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. Anche il mercato azionario austriaco, che in realtà fa parte del portafoglio dell’Europa occidentale, ma svolge la maggior parte delle sue attività nell’area dell’Europa centrale, ha reagito in modo chiaro alla speranza di negoziati, insieme alla Polonia. Il livello di valutazione di questa regione continua a includere uno sconto di circa il 20-30%, che potrebbe tuttavia diminuire nel prossimo futuro se si verificheranno sviluppi positivi.

Conclusione: uno sguardo al futuro

A causa delle incertezze geopolitiche, della debolezza economica e delle conseguenze imprevedibili del cambiamento della politica (doganale), la regione non rappresenta attualmente la prima scelta degli investitori. Tuttavia, una tregua in Ucraina e la ripresa economica dell’Europa occidentale migliorerebbero notevolmente la situazione. Questa regione potrebbe essere un motore di crescita a lungo termine per l’intera area dell’UE. Il rapporto prezzo/utile (P/E) per il 2025 è pari a 7,8, il che è basso rispetto ad altri mercati. Il premio rispetto ai mercati sviluppati è cresciuto nel corso degli anni. Il potenziale di ripresa esiste, ma il momento in cui si verificherà è ancora incerto, anche se probabilmente si è avvicinato. Fino ad allora, i mercati dei capitali dell’Europa centrale e orientale rimarranno probabilmente in attesa degli investitori internazionali.

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