Esclusivo: Taramasso spiega i motivi dell’addio della Michelin

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La Michelin lascerà la MotoGP al termine della stagione 2026. Nel passato recente, l’azienda francese aveva ribadito più volte la sua intenzione di proseguire come fornitore unico di pneumatici della classe regina del motociclismo anche nell’era del nuovo regolamento con le moto da 850cc, ma alla fine è arrivata la decisione sofferta di non prolungare il contratto con Dorna, che scadrà appunto al termine della prossima stagione.

Il responsabile della Michelin in MotoGP, Piero Taramasso, ha spiegato a Motorsport.com quali sono state le ragioni che hanno spinto a fare questa scelta, chiudendo così una collaborazione che durerà più di un decennio (l’azienda del Bibendum era tornata nel 2016, subentrando alla Bridgestone) e che comprendeva anche la fornitura alla MotoE.

“Erano parecchi mesi che stavamo discutendo con Dorna per il rinnovo, poi loro hanno deciso di avere un solo fornitore per tutte le categorie del Mondiale, quindi MotoGP, Moto2, Moto3, MotoE, ma anche le categorie addestrative come la Rookies Cup e le Talent Cup. Tutto quello che gravita intorno al Mondiale in sostanza. Per questioni strategiche hanno deciso che avere un solo fornitore fosse meglio che averne due e a noi non interessava fare altre categorie al di fuori della MotoGP e della MotoE”, ha rivelato Taramasso.

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Il manager italiano poi ci ha spiegato le ragioni per cui Michelin non era interessata a fornire tutte le classi. “Sono semplici e logiche: la MotoGP è il top per quanto riguarda le competizioni motociclistiche, con i migliori piloti del mondo e con moto capaci di fare oltre 300 km/h, che hanno delle potenze enormi. E’ una categoria che ti permette di fare esperienza e di acquisire tanti dati, che permettono di costruire dei modelli e possono essere molto utili per portare avanti anche lo sviluppo delle gomme commerciali. E quello che fai in MotoGP non puoi farlo in nessun’altra categoria”.

Michelin Tyres

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

“La MotoE invece rappresentava la nostra piattaforma per lavorare sui materiali sostenibili e aveva senso farlo con delle moto elettriche, in un campionato pensato all’insegna della sostenibilità. Da quando siamo entrati in MotoE, siamo arrivati ad integrare più del 50% di materiali sostenibili nelle gomme. Per noi, dunque, erano i due campionati perfetti, che erano in linea con la strategia del gruppo Michelin. Prendere il resto per noi non aveva senso ed è per quello che non abbiamo voluto continuare. Inoltre, concentrarci solamente due campionati ci garantiva la possibilità di offrire un servizio migliore ai piloti ed ai team. Se tu invece disperdi le tue risorse, rischi di ridurre la qualità del servizio e delle gomme. Anche questa è una ragione che ci ha fatto decidere di uscire”, ha aggiunto.

In ogni caso, il marchio di Clermont-Ferrand garantirà il suo totale impegno fino alla conclusione dell’attuale contratto. “Per Michelin, il motorsport rimane un’attività importante, essenziale per accelerare l’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie. Ci restano comunque ancora due stagioni in MotoGP, 2025 e 2026, nelle quali resteremo molto concentrati per fare un bel lavoro, come abbiamo fatto fino ad ora. Quando chiuderemo alla fine del 2026, avremo completato 11 stagioni in MotoGP, che non sono poche. E c’è la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro in questo lasso di tempo, proponendo delle costanti evoluzioni sia in termini di grip che di costanza di rendimento, cercando di accompagnare anche le evoluzioni delle moto. Ogni hanno abbiamo battuto dei record, dimostrando le nostre capacità e la nostra leadership tecnologica. E continueremo così fino alla fine del nostro contratto”.

Resta da capire invece se proseguirà o meno lo sviluppo della nuova carcassa anteriore, che sarebbe dovuta arrivare nel 2026. “Per adesso continueremo a portare avanti tutti i piani di sviluppo, poi decideremo cosa fare nei mesi a venire. Dipenderà molto anche dai risultati tecnici delle nuove soluzioni che stiamo valutando per l’anteriore. Così avremo anche più informazioni riguardo all’industrializzazione, ma è una questione di due o tre mesi e poi prenderemo una decisione”, ha concluso Taramasso.

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