Un incontro tra luci e ombre. Oggi, giovedì 6 marzo 2025, si è tenuta un’audizione in Commissione regionale Attività produttive interamente dedicata alla vertenza della Siae Microelettronica di Cologno Monzese.
Audizione in Regione sulla crisi Siae
Presieduta per l’occasione dalla vice presidente Silvia Scurati (Lega), erano presenti le parti sociali (sindacati e Rsu), l’azienda, il sindaco di Cologno Monzese Stefano Zanelli e i dirigenti di Regione Lombardia deputati alla gestione delle crisi aziendali. In contemporanea, davanti all’ingresso di Palazzo Pirelli, si è svolto un presidio (con sciopero) dei lavoratori della società.
La preoccupazione dei sindacati
Nel corso dell’audizione i rappresentanti sindacali hanno rinnovato le loro preoccupazioni sugli sviluppi della vertenza che si trascina da due anni e riguarda allo stato circa 800 lavoratori di cui la maggioranza impiegati nel sito produttivo di Cologno Monzese. Proprio domani, venerdì 7 marzo, si concluderà la procedura di composizione negoziata della crisi aperta sei mesi fa e permangono le incertezze sul futuro dell’azienda.
I lavoratori attendono il pagamento dello stipendio di gennaio non ancora liquidato. Alle parti sociali risultano, inoltre, importanti debiti con l’Erario per trattenute fiscali e previdenziali operate sulle buste paga dei lavoratori e non versate dall’azienda.
L’interessamento dei francesi
Il direttore generale di Siae Stefano Poli ha risposto ai quesiti posti dalle parti sociali confermando l’interessamento, avviato a gennaio tramite la società pubblica Leonardo, del gruppo francese Thales a rilevare l’azienda. Poli ha anticipato che il 12 marzo i vertici del gruppo francese incontreranno a Palazzo Lombardia l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi augurandosi che in quella sede l’interessamento venga formalizzato.
Il prestito ponte di Finlombarda
Nel frattempo Finlombarda si è detta disponibile a concedere un prestito ponte di 6 milioni di euro per garantire la necessaria liquidità e assicurare la continuità aziendale. I contratti di solidarietà in essere verranno rinnovati per il tempo necessario a gestire la transizione proprietaria.
Il sostegno dell’Amministrazione Zanelli
Zanelli ha ribadito il pieno supporto dell’ente locale alla lotta dei lavoratori, ricordando come nella seduta straordinaria del 27 settembre 2024 il Consiglio comunale di Cologno abbia approvato all’unanimità un documento inviato al ministero delle Imprese e del Made in Italy e a Regione Lombardia in cui si chiede il rilancio della filiera tecnologica della microelettronica e la salvaguardia dei posti di lavoro.
Le voci delle opposizioni
Nel dibattito che si è sviluppato successivamente sono intervenuti Onorio Rosati (Alleanza Verdi-Sinistra), Paola Pizzighini (Movimento Cinque Stelle) e Simone Negri (Pd), che hanno espresso la loro vicinanza ai lavoratori con l’auspicio che la situazione di crisi possa essere ricomposta nel più breve tempo possibile.
“Accelerare i tempi”
A lato dell’incontro, Pizzighini ha aggiunto:
“Dal confronto svoltosi in audizione sembrerebbero emergere timidi segnali positivi sulla crisi della Siae Microelettronica, in relazione a una possibile cessione dell’azienda a un nuovo investitore. Al momento restano, però, irrisolti i cronici ritardi nei pagamenti degli stipendi. L’imminente scadenza degli ammortizzatori sociali accentua le preoccupazioni dei dipendenti sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla continuità aziendale. A oggi non vi sono ancora certezze sul futuro dell’azienda. Regione Lombardia e l’assessorato competente stanno proseguendo le interlocuzioni con le parti in causa, ma riteniamo debbano accelerare i tempi perché i lavoratori della Siae, circa duecento famiglie, vivono nell’incertezza da anni una situazione che più passano i giorni più diventa insostenibile”.
“Ancora troppe incognite”
A intervenire anche Rosati:
“Mentre si ipotizza l’ingresso di nuovi partner industriali, rimangono ancora diversi punti interrogativi. Sarà salvaguardata l’occupazione attuale? La sede rimarrà a Cologno Monzese? Due questioni fondamentali, sulle quali non c’è ancora chiarezza. Su questa vicenda permangono non pochi punti interrogativi, sia per quanto riguarda la governance della nuova società sia per le condizioni che i nuovi partner chiederanno al momento del loro ingresso. Fondamentale sarà capire cosa starà scritto nella parte finale relativa alla cosiddetta parte negoziata, così come sarà necessario comprendere le caratteristiche del nuovo piano industriale. Ciò che però serve sapere sono le garanzie di salvaguardia occupazionale, anche a fronte di impegni finanziari pubblici. Infatti, mentre stanno per arrivare nuovi investitori, l’azienda, nel frattempo, sta definendo le procedure per un ridimensionamento del personale oggi occupato. Occorre avere elementi certi circa il nuovo piano industriale, su come si intendono salvaguardare i posti di lavoro attuali e se la futura produzione avrà ancora come base Cologno Monzese. Risposte che ad oggi ancora mancano. A breve, tornerò a chiedere la convocazione in Commissione delle parti sociali per un aggiornamento della situazione”.
“E la delocalizzazione?”
I consiglieri regionali del Pd Paolo Romano, Paola Bocci e Simone Negri hanno partecipato al presidio dei lavoratori.
“Abbiamo portato la nostra solidarietà ai lavoratori che sono senza stipendio da un mese e temono per il loro futuro – ha affermato Romano – E abbiamo espresso la richiesta di rinnovo degli ammortizzatori sociali che scadono a fine aprile, di pagamento degli stipendi arretrati e del saldo del debito di 36 milioni di euro con il fisco per i mancati versamenti dell’Irpef”.
“Siamo preoccupati per il destino delle attività produttive a Cologno Monzese – ha proseguito Bocci – Nel corso dell’audizione non è emerso con chiarezza quale sia il ruolo del partner cinese che, benché non più coinvolto in possibili investimenti diretti nell’azienda, potrebbe però farsi carico di gran parte dell’attività produttiva, determinando quindi una delocalizzazione e la perdita di posti di lavoro. Ribadiamo la necessità che anche la produzione rimanga a Cologno Monzese”.
“L’azienda da più di un anno vive una crisi strategica su cui ad oggi è ancora stata fatta chiarezza – ha sottolineato Negri – C’è una disponibilità da parte di Finlombarda a erogare un prestito di sei milioni di euro, c’è l’interesse per l’azienda di un investitore francese e c’è la possibile partecipazione di Invitalia. Ma di questi accordi nessuno è stato chiuso e nessun impegno è stato sottoscritto. Per questo chiediamo all’azienda di chiarire lo stato delle cose e fornire alle istituzioni tutti gli elementi utili ad affrontare la crisi, dando una prospettiva all’azienda e ai lavoratori e scongiurando ripercussioni più gravi”.
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