SANDRIGO – Quando arriviamo alla partenza della seconda edizione del Carnival Circuit organizzato da Pippo Pozzato, gli atleti sono già schierati sotto il gonfiabile. Sono un centinaio, la maggior parte dei quali vestiti in maschera nei modi più disparati. Questo perché l’evento, come da descrizione degli organizzatori, è “la festa dei ciclisti più mascherati e pazzi d’Italia”.
Le regole sono semplici: 25 giri di un circuito da 2 km nella zona industriale di Sandrigo, con partenza e arrivo giusto davanti gli uffici della PP Sport Events. Chi vuole può farla a tutta, chi vuole può solo godersi l’atmosfera. Insomma, la regola è che non ci sono regole, come si confà all’ultimo giorno di carnevale.
Ciclismo mascherato
L’inno d’Italia suonato con l’ocarina dà il via alle (mascherate) ostilità. Non si tratta di una vera gara, ma siamo pur sempre in provincia di Vicenza, terra di grande ciclismo, di Tullio Campagnolo e di molti grandi campioni. Quindi anche se non si tratta di una vera gara i pochi partecipanti vestiti solo da agonisti iniziano subito a menare. Pozzato compreso. In breve si forma un gruppo di testa che rimarrà tale fino alla fine.
Ma la nostra attenzione va tutta a quelli che pedalano mascherati davvero. Tra i più appariscenti si segnalano: due pulcini, l’uomo tigre, la donna scheletro, l’uomo ragno, il tirannosauro, la sposa, la badante, Goku, il vikingo, la suora, Superman, il ninja, la regina di cuori, il pinguino. I giri aumentano e noi seguiamo i passaggi dei nostri beniamini che sfilano via via più sgranati, in un rimescolamento continuo. Impossibile tenere il conto delle posizioni. Tranne che per gli agonisti che imperterriti seguono l’auto apripista, impermeabili alla fatica come al dress code. Ogni tanto perdiamo di vista qualcuno, e chiediamo lumi agli altri spettatori.
L’uomo ragno dov’è?
“L’uomo ragno dov’è?”. Dietro ai pulcini, scopriamo, ma davanti all’uomo tigre, a sua volta davanti alla sposa che anticipa la badante. Poi Goku, il vikingo, la suora, la regina di cuori e il pinguino. Chiude il gruppo la donna scheletro. Il ninja e il tirannosauro, partiti secondo alcuni con il favore del pronostico, hanno dato forfait a metà gara e sono già al bancone del bar. Meno tre giri, meno due, meno uno. Ai lati dell’arco gonfiabile vengono accesi dei fuochi d’artificio che illuminano la notte di Sandrigo e accolgono gli arrivi.
Tra gli uomini primo Francesco Piccolo, tra le donne Dana Cazac. Ma, parere personale, quella che ha meglio colto lo spirito dell’evento è stata la donna scheletro. Trucco cadaverico curato nei dettagli su costume ossiforme molto aerodinamico, tecnicamente ottimo per un criterium dal percorso veloce come questo. C’è stata poi quella che può considerarsi la vera premiazione dell’evento, quella riservata al migliore costume. Si è imposta la badante, già distintasi nella prova in linea dove ha colto il secondo posto.
Le parole di Pozzato
Nel frattempo continuano ad arrivare altre persone in maschera, attirate più dalla festa che dall’evento ciclistico, e sia l’interno che l’esterno dell’ufficio si riempiono di pirati, sceicchi, vampiri e diavolesse. Cerchiamo Pippo Pozzato nella bolgia carnevalesca per chiedergli un commento su questa seconda edizione del Carnival Circuit. Lo troviamo (disturbiamo) mentre mangia un panino per rifarsi dallo sforzo.
“Direi che è andata molto bene – dice Pozzato – la gente si diverte e viene anche dopo la gara, a me però piacerebbe che diventasse una vera e propria festa della bici. Comunque sono contento, abbiamo avuto il doppio delle persone rispetto all’anno scorso. La prossima edizione ci piacerebbe farla in centro al paese con una grande festa in piazza, magari fine settimana, perché tanti verrebbero anche da fuori ma rinunciano perché il giorno dopo devono lavorare”.
Dopo le premiazioni la festa è continuata ben oltre mezzanotte, con la musica del dj che ritmava i balli, la griglia che sfornava hamburger e il bancone del bar che distribuiva birre e cocktail. Domani è mercoledì delle ceneri, il primo giorno di Quaresima. Ma fino a mattina, qui a Sandrigo, è ancora carnevale.
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